Va male il comparto ICT italiano. Il nuovo rapporto Assinform ha
registrato un -3,6% nel 2011 sull’anno precedente (-4,1 la
sola IT) e prevede un’ulteriore contrazione del 2,2% per il
2012. La domanda continua a diminuire sia sul fronte
delle imprese – che la sostengono per il 90% –
sia su quello della spesa pubblica, anche se per
quest’ultimo il trend potrebbe invertirsi qualora il Paese
riuscisse a cogliere a pieno l’opportunità di attuare
l’agenda digitale.
L’Italia va male anche in confronto alla situazione
internazionale: peggio di noi c’è solo la Spagna,
con un mercato IT sceso nel 2011 del -5,3% a fronte di una media
Ue del +0,5% che vede la Francia a +0,3%, la Germania a +2,3% e
l’Inghilterra a -0,7%.
Ma fra le tante criticità e ostacoli l’economia digitale
comincia a penetrare anche in Italia. A fronte di una sempre
maggiore convergenza del settore IT e di quello TLC, Assinform ha
proposto una riclassificazione più ampia e diversificata del
mercato che va sotto l’etichetta di “Global Digital
Market” e che include quei servizi web offerti in modalità
digitale grazie a tecnologie di tipo “smart”.
Il nuovo mercato così definito vale quasi 70 miliardi di euro –
11 miliardi in più rispetto al perimetro tradizionale – e
attenua la tendenza verso il basso con un risultato del -2,2%.
Ciò grazie soprattutto al segmento del “software e
soluzioni Ict”, che cresce al ritmo annuo di + 1,2%
fatturando oltre 5 miliardi, e a quello dei i contenuti digitali
e della pubblicità on line. Male invece ancora i
“Servizi Ict”, che valgono poco più di 40 miliardi
di euro e nel 2011 sono scesi del -3,8%.
Nello specifico, i segmenti più in crescita del Global Digital
Market sono gli e-reader (+719%), le Smart tv (+92), i tablet
(+125%), i servizi Cloud (+34,6%), l’Internet delle cose
(+11,9%), i contenuti digitali e la pubblicità on line (+ 7,1%)
e gli accessi a banda larga (+1,1%). Aree dalla crescita
promettente che però ancora non riescono per valore a
contrastare il generale trend negativo.