L’attesissimo Arrow Cloud Business Day che si è svolto a Roma nello scorso mese di luglio, ha avuto al suo centro il tema della nuvola. Di cui ormai si parla da tantissimi anni ma che, forse, sta effettivamente prendendo piede nel nostro Paese soltanto nell’ultimo biennio. Lo hanno dimostrato i numeri dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano, che sono stati presentati in occasione dell’evento: per il 2016 viene stimato un incremento del 18% (anno su anno), che porterà il cloud italiano a raggiungere un valore di 1,77 miliardi di euro. A crescere a ritmo più sostenuto è soprattutto la versione public della nuvola, che dovrebbe aumentare del 27% rispetto al 2015, così da quota 587 milioni di euro. In particolare la componente di servizi applicativi (SaaS) è quella che sta trainando maggiormente la crescita del mercato Public Cloud: si prevede un progresso del 33% nel 2016. In buona salute anche gli investimenti dedicati alla Cloud Enabling Infrastructure, ovvero quelli destinati ad aggiornare il patrimonio infrastrutturale e applicativo già esistente in azienda per l’adozione del Cloud, che nel 2016 arriveranno a valere complessivamente 1,185 miliardi di euro.
Un fenomeno che sta conoscendo una crescita anche tra le PMI, anche se le grandi imprese ancora polarizzano gran parte della spesa, per il 2016 di poco superiore al 90%. Il tasso di crescita della spesa delle grandi imprese si dovrebbe attestare quest’anno al 28%, mentre per le PMI dovrebbe essere di poco sotto al 20%. Dati e numeri che chiamano ovviamente in causa la filiera IT che, deve essere pronta a non sfarsi sfuggire uno dei pochi trend positivi dell’intero mercato. Anche a costo di cambiare in tutto o in parte il proprio modello di approccio al mercato, come è stato suggerito da più parti anche in occasione dell’Arrow cloud Business day, con tanto di testimonianze di esperti e casi reali.