Strategie

Facebook, con le Stories un passo avanti per diventare il punto d’accesso di tutti i servizi

Il social network lancia le storie che hanno fatto il successo di Snapchat per i suoi 1,9 miliardi di utenti. Un altro tassello della strategia per diventare piattaforma di riferimento nella vita quotidiana, capitalizzando la fenomenale base clienti, spiega Giuliano Noci, docente di Marketing al Polimi. «Come WeChat in Cina: partito come emulatore di WhatsApp, è diventato la piattaforma per ogni cosa: prenotare taxi, pagare al bar, comprare beni»

Pubblicato il 29 Mar 2017

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Giuliano Noci, Professore di Marketing, Politecnico di Milano

Facebook copia la concorrente Snapchat e introduce le storie, ovvero foto e brevi video che si cancellano dopo 24 ore, per i suoi 1,9 miliardi di utenti. La nuova funzione si chiama appunto Facebook Stories e prevede anche un ruolo centrale per la fotocamera nella nuova app mobile. La stessa funzionalità è stata in precedenza introdotta su Instagram prima e poi per WhatsApp, tutte applicazioni in capo al social network più importante su scala globale, ottenendo grande successo soprattutto nella fascia più giovane degli utenti. Sono i millennials, come noto, ad aver decretato il successo di Snapchat, che si è quotata in Borsa con un IPO da 2,5 miliardi di dollari. L’App nel fantasmino è utilizzata da 158 milioni di persone per una media di 18 accessi al giorno.

Un nuovo formato, dunque, che potenzia ulteriormente l’offerta pubblicitaria, ma non solo. Questa è un’esperienza che prelude ad ulteriori obiettivi di lungo periodo. «Facebook cerca di capitalizzare al meglio la sua formidabile base-utenti e il capitale attenzionale che ha a disposizione – commenta Giuliano Noci, docente di Marketing al Politecnico di Milano. – Così come è stato fatto con WhatsApp, ora con modalità diverse – cioè senza acquisire una società esterna, ma emulando quella che è un’esperienza di successo – Il social network cerca di qualificare e di allargare lo spettro dei servizi che rende disponibili. Ciò nella logica di innestare un circolo virtuoso che cerca sempre più di fare in modo che Facebook diventi la componente fondamentale del rituale di vita degli individui».

Non è da escludere, anzi è piuttosto probabile che «uno dei prossimi passaggi sarà fare in modo che vengano veicolati non soltanto contenuti postati da utenti e – in qualche modo – non professionali, ma anche contenuti simil-televisivi».

Ciò in qualche misura non è esclusivo del mondo occidentale, sottolinea Noci «È molto simile l’esperienza WeChat, in Cina. Partito come emulatore di WhatsApp, è diventato in realtà una piattaforma dove si può fare qualsiasi cosa: prenotare taxi, effettuare pagamenti al bar, comprare beni. In sostanzaa un processo di progressivo allargamento che si basa sul fatto che c’è una base utenti sulla quale si vuole sempre più costruire valore».

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