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Ricerca di ABI Research. L’innovazione e la riduzione dei costi dei tag fanno crescere i benefici delle tecnologie RFId nella logistica

Le tecnologie RFId (Radio Frequency Identification) sono state oggetto, negli scorsi anni, di una generalizzata euforia, in cui sono state spesso erroneamente…

Pubblicato il 15 Feb 2011

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Le tecnologie RFId (Radio Frequency Identification) sono state
oggetto, negli scorsi anni, di una generalizzata euforia, in cui
sono state spesso erroneamente presentate come la panacea di
tutti i mali. Questo atteggiamento ha portato ad una successiva
altrettanto generale disillusione, che ha contribuito a frenare
l’adozione delle soluzioni in radiofrequenza anche in quei
contesti in cui la tecnologia può effettivamente contribuire a
creare valore. Per di più, la crisi economica ha portato a
rinviare o addirittura a cancellare progetti RFId precedentemente
schedulati.
A far chiarezza in questo quadro è uno studio di ABI
Research
, che mette in luce i benefici ottenuti dalle
aziende che hanno deciso di implementare progetti RFId negli
ultimi anni. Un primo elemento interessante è che negli ultimi
due anni il tempo medio di ritorno degli investimenti in
RFId si è ridotto di circa il 30%
. Le ragioni che
spiegano questo fenomeno sono essenzialmente due: da un lato i
progressi tecnologici, che consentono di raggiungere maggiori
benefici, dall’altro la significativa riduzione del costo
dei tag RFId.
La ricerca identifica inoltre quattro principali aree di
beneficio ottenibili sin dal primo anno di applicazione delle
tecnologie RFId a supporto delle attività di magazzino. In
primis, la maggiore accuratezza dei processi di
ricevimento e spedizione
, che consente non solo di
ridurre i tempi (ed i costi) di correzione degli errori, ma anche
gli impatti negativi in termini di vendite perse e
insoddisfazione dei clienti. Una seconda area di beneficio è
quella della produttività delle attività di logistica operativa
svolte all’interno del deposito. La possibilità di leggere
automaticamente i colli e i pallet, grazie a lettori e antenne
RFId installati sui carrelli a forche utilizzati per le
movimentazioni oppure a varchi RFId posti presso le banchine di
spedizione/ricevimento, elimina la necessità di identificazione
da parte del personale, con risparmi di tempo (e costo) che
dipendono dalla specifica realtà aziendale ma che sono
decisamente non trascurabili. Una terza area di beneficio è
quella legata alla migliore accuratezza
inventariale
, che consente di ottimizzare la gestione
delle scorte lungo la supply chain. Infine, non possono essere
trascurati i benefici in termini di
tracciabilità, tematica che sta acquisendo
crescente importanza in diversi settori: basti pensare
all’alimentare e al farmaceutico, ma anche al
tessile-abbigliamento quanto concerne le tematiche riguardanti la
lotta alla contraffazione e ai mercati paralleli.
Nonostante la recente disillusione che i manager hanno avuto
verso le tecnologie RFId, quanto emerge dallo studio di ABI
Research è l’ennesima prova dell’importanza per i
responsabili della logistica e della Supply Chain di tenere
sott’occhio le potenzialità e le evoluzioni di tali
tecnologie.

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