La trasformazione digitale accelera la velocità del business e cambia i paradigmi economici di gestione del data center e delle risorse informatiche. Oggi le aziende puntano a ridurre i rischi imprenditoriali, spiega Denis Nalon, marketing manager di NetApp Italia: «Se fino a poco tempo fa, in caso d’insuccesso di un’iniziativa, il motto delle ex startup era ’fail fast’ – ’fallisci in fretta’ – attualmente tale imperativo sta orientandosi più verso ’fail cheap’». Quindi, se sbagli, almeno cerca di contenere i danni al minimo. «E oggi la tecnologia dà la possibilità di farlo, di ridurre i rischi, sottolinea Nalon, attraverso soluzioni come flash e cloud». Perchè? La ragione sta nel fatto che i sistemi flash consentono di semplicare in modo notevole l’ambiente IT e di accrescerne le performance, mentre il cloud ibrido fornisce la possibilità di ’tornare indietro’, dismettendo in modo rapido ed economico processi, servizi e risorse IT che non servono più, perché si è deciso di abbandonare un progetto o un settore di mercato non redditizio.
D’altro canto, la transizione verso il modello della ’digital enterprise’ sta anche portando le imprese a raccogliere sempre più dati, che poi necessitano di raffinati sistemi di analisi. In tale contesto, Roberto Patano, senior manager Systems Engineering di NetApp Italia, richiama l’annuncio, fatto dalla società i primi di settembre, del sistema di storage E2800, disponibile sia in configurazione all-flash, sia ibrida, con dischi a stato solido e di tipo tradizionale (SSD/HDD). Un prodotto entry-level per il mercato SAN (storage area network), ottimizzato dal software SANtricity e indirizzato a servire i workload misti di medie imprese e filiali che ricercano una soluzione semplice e conveniente per supportare le applicazioni di data analytics. E2800, dichiara NetApp, consente di ridurre i costi operativi di oltre il 35%, rispetto ai server commodity con storage interno.
Oltre all’introduzione di E2800, Patano illustra altri rilasci di prodotto, annunciati da NetApp a fine settembre. In ambito software, c’è l’update di ONTAP alla versione 9.1, che integra un meccanismo di cifratura ’software-based’ più granulare, per consentire agli utenti di proteggere i dati utilizzando qualunque volume, disco o sistema. In aggiunta, la funzionalità FlexGroup – con una capacità per singolo container fino a 20 petabyte e l’abilità di gestire fino a 400 miliardi di file – va a colmare la necessità espressa dagli utenti di risolvere i problemi di scalabilità, performance, semplicità, load balancing e resilienza, che sorgono con grossi workload negli ambienti NAS (network-attached storage). Può trattarsi, ad esempio, di applicazioni di ultima generazione nei settori EDA (electronic design automation), oil & gas, o media e intrattenimento. Viene anche semplificata la scalabilità orizzontale in ambienti SAN e NAS per i sistemi FAS esistenti (FAS2600, FAS8200, FAS9000). Le funzionalità SDS (software-defined storage) di ONTAP sono disponibili anche su server commodity, mentre vengono estesi integrazione e supporto per tecnologie come OpenStack, Hadoop, Docker e MongoDB. Per allargare la scelta di servizi in ambito cloud, ONTAP include anche il supporto per Microsoft Azure.
Nell’area dei sistemi, NetApp aggiorna la gamma con i prodotti all-flash AFF A700 (fascia high-end), e AFF A300 (configurazioni midrange). Tra i sistemi flash ibridi, la linea FAS2600 è ottimizzata per piccole e medie imprese; FAS8200 è indirizzato ai workload di fascia enterprise, mentre FAS9000 a quelli business-critical.