Made in Italy e digitalizzazione

Industria 4.0, un “customer club” da Marcegaglia a Dallara divulga la visione di Cisco

Presentata nel dettaglio la strategia in Italia nel campo Digital Manufacturing, mentre il programma di investimenti “Digitaliani” compie un anno. L’obiettivo è diffondere le best practice di casi del Made in Italy, tra cui anche Fiat Chrysler, AIA, La Marzocco, Fluid-o-Tech, Inpeco, e 1177

Pubblicato il 21 Mar 2017

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Esattamente un anno fa Cisco presentava Digitaliani, un programma di investimenti per supportare la digitalizzazione in Italia a tutti i livelli, da città, enti pubblici e startup alla formazione nelle scuole. Un componente cruciale di questo programma riguarda Industria 4.0, cioè il settore manifatturiero, per il quale ieri Cisco Italia ha presentato in conferenza stampa (e oggi al grande pubblico) la vision, l’approccio e i progetti in corso presso un gruppo di aziende utenti italiane che va da Fiat Chrysler a Marcegaglia.

«È importante focalizzare bene il tema, perché gli esempi di digitalizzazione di cui più si parla, come Uber o Airbnb, non hanno a che fare con Industria 4.0», ha spiegato Michele Dalmazzoni, Collaboration e Industry 4.0 Sales Leader di Cisco Italia. «Da una parte il prodotto ora è connesso in rete e quindi si può vendere come “pacchetto” corredato di servizi di ogni tipo. Questo comporta enormi cambiamenti nella proposizione commerciale. Dall’altra le tecnologie digitali possono introdurre enormi benefici nei processi interni (Operation) e di filiera (Supply Chain): gli addetti ai lavori non sono interessati astrattamente a Cloud, Big Data o IoT, ma a come queste tecnologie possano ridurre fermi macchina, difetti, time-to-market, livelli di scorte, e consumi di energia».

In questo scenario i tempi sono stretti, anche perché il Piano Calenda richiede che almeno il 20% degli investimenti avvenga entro il 31 dicembre 2017 per poter godere degli incentivi, che sono davvero rilevanti, sottolinea Dalmazzoni: «Un investimento di un milione di euro con il superammortamento faceva risparmiare 96mila euro di tasse, con l’iperammortamento di Calenda la riduzione diventa di 360mila euro».

Michele Dalmazzoni, Collaboration e Industry 4.0 Sales Leader di Cisco Italia

La conseguenza è che tutti oggi parlano di Industria 4.0, e per distinguere la sua proposta Cisco Italia ha scelto un approccio molto concreto basato su casi italiani di innovazione digitale di marchi molto noti, come Fiat Chrysler Automobiles (FCA), AIA (Agricola Italiana Alimentare), Marcegaglia («un caso che dimostra come la digitalizzazione possa essere decisiva anche nell’industria pesante»), e Dallara. Ma anche marchi meno noti ma estremamente rappresentativi del Made in Italy, come La Marzocco («producono macchine da caffè di fascia altissima, fatte a mano a Firenze, il 98% del fatturato è export»), Fluid-o-Tech («specialista di pompe e ingranaggi meccanici per aeronautica, automotive, tessile e beverage ad altissimo tasso di ricerca e innovazione tecnologica»), Inpeco («si occupa di automazione dei processi di analisi clinica, le loro soluzioni raggiungono laboratori di tutto il mondo grazie alla partnership con due importantissmi brand internazionali»), e 1177 («con questo marchio Calze Ileana, tipica realtà del distretto della calzetteria di Mantova, punta su un’innovazione di materiali di prodotto e di vendita, le calze oltre che online e nei negozi si trovano anche in barattolo nelle “vending machine”»).

In particolare una testimonianza diretta viene da Ivan Basso, ICT Manager di Fluid-o-Tech: «Il punto di svolta che ha fatto capire i vantaggi della digitalizzazione alle Operation è stato il progetto di postazione di lavoro “paperless” per gli operatori di macchina. Tra le iniziative ora in corso ne abbiamo una di logistica avanzata in collaborazione con Toyota per la gestione completa della movimentazione dei materiali tra i reparti su terminali in radiofrequenza». Un problema cruciale per tutte queste iniziative, ha detto Basso, è la collaborazione, in termini di integrazione e scambio di dati, con i produttori di impianti e centri di lavoro: «Alcuni sono aperti e propositivi, altri decisamente arretrati».

Con questi progetti Cisco vuole dare vita a una community che condivida best practice di Industria 4.0 e le diffonda. Il problema, sottolinea Dalmazzoni, è come conciliare un piano di digitalizzazione con l’operatività quotidiana: il punto d’arrivo è la trasformazione completa dell’azienda, ma bisogna procedere per gradi, quindi è essenziale definire una roadmap di 2-3 anni, con vari progetti e tappe intermedi. «Cisco può fare la differenza in cinque ambiti – Connected Assets, Connected Factory, Connected R&D, Connected Customer e Supply Chain Security & Visibility – e si propone come catalizzatore di un ecosistema di partner che coprano tutti gli altri ambiti, per esempio system integration, fornitura di sensori o analisi dei dati».

A questo proposito Matteo Masi, Digital Transformation Sales Specialist Industry 4.0, ha approfondito alcuni dettagli dell’offerta Cisco nel Digital Manufacturing: «Le reti di fabbrica si sono sviluppate nel tempo per accumulazione successiva di soluzioni puntuali, spesso proprietarie e non sicure. Sono frammentate, non adatte a supportare la digitalizzazione. E poi spesso rete di fabbrica e rete enterprise sono separate da un firewall, è complicato farle comunicare, e invece occorre fonderle: i confini tra tecnologie informatiche e operative (IT e OT) sono sempre più sfumati, a tendere il dato deve diventare universale e a disposizione di tutti in azienda, ma anche essere sicuro e a prova di attacco».

Industria 4.0 è soprattutto interconnessione, e cioè far interagire tecnologie digitali diverse per ottenere l’obiettivo specifico del cliente, ha sottolineato Masi. «Per questo Cisco propone un’offerta a tre strati. Una “Architecture 4.0” con 3 componenti – factory network, factory wireless, factory security – sovrastata da uno strato di 7 soluzioni “applicative” e da un altro layer di analytics e business intelligence.

Le sette soluzioni applicative sono factory mobility, smart logistic, physical safety e security, factory collaboration, connected R&D, connected machine e products, pervasive computing e data virtualization. «Quest’ultimo elemento è interessante perché rappresenta la “riscossa” dell’hardware: ci si è resi conto che non si può fare tutto in cloud, per cui Cisco ha introdotto capacità computazionale direttamente “nella rete”, il più vicino possibile a impianti e macchinari».

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