Roadmap

Come arrivare preparati alla fatturazione elettronica a giugno 2014

Nove passi per condurre il nostro Paese verso la dematerializzazione del ciclo di fatturazione tra le Pubbliche Amministrazioni: da dove si è partiti e dove si vuole arrivare

Pubblicato il 11 Dic 2013

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L’Italia adotterà la fatturazione elettronica nel 2014. Ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza; a partire dal 6 giugno del prossimo anno non potranno infatti più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea.

Secondo gli obiettivi dell’Agenda Digitale la completa dematerializzazione del ciclo di fatturazione riguarderà le imprese europee secondo una roadmap ben definita, identificata anche a seguito del confronto tra Pubblica Amministrazione, fornitori, banche, università, società di consulenza.

Così si arriverà ad avere un bacino composto da quasi il 65% delle imprese che saranno in grado di inviare in automatico le fatture con i propri sistemi gestionali, rispondendo alla richiesta della Pubblica Amministrazione di adottare un formato unico, che sia anche “interoperabile”. Tutto ciò dovrebbe favorire l’adozione di un unico standard condiviso a livello europeo, che rispetti i principali standard di fatturazione avviati presso il CEN, il Comitato Europeo di normazione.

La strada verso il nuovo processo di fatturazione elettronica può essere riassunta in pochi, ma decisivi, passi.

  1. Introduzione nella Finanziaria 2008 dell’obbligo di fatturazione in forma elettronica nei confronti delle Amministrazioni dello Stato
  2. Creazione del SDI – Sistema di Interscambio, una infrastruttura di scambio centralizzata capace di raccogliere le fatture elettroniche di tutti i fornitori e inoltrarle successivamente alle amministrazioni destinatarie nonché la gestione dei dati in forma aggregata e dei flussi informativi, anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica. Le modalità di funzionamento sono state definite con il decreto ministeriale 3 aprile 2013, n.55.
  3. Creazione del sito “FatturaPA” – all’interno di www.fatturapa.gov.it – che consente di gestire le procedure di accreditamento dei canali (web, web service, SpCoop, Ftp, Pec); controllare la correttezza del contenuto della fattura replicando i controlli effettuati dal Sistema di Interscambio; monitorare lo stato, all’interno dello SDI, delle fatture transitate attraverso il medesimo Sistema; simulare per un periodo determinato di tempo le fasi del processo (compilazione, invio, ricezione di fatture e notifiche); ricevere assistenza da personale tecnico, tramite l’invio di mail a un contact center.
  4. Possibilità di avvalersi di intermediari dei fornitori e delle amministrazioni attraverso l’apposizione della firmi digitale per garantire l’origine e l’immodificabilità della fattura
  5. Adozione di un formato di fattura elettronica compatibile con gli standard più diffusi nel Paese, in attesa di adottare un formato unico identificato in a livello centrale in sede europea
  6. Realizzazione di strumenti – disponibili in rete – che permettono la compilazione di fatture elettroniche, e relativa conservazione, per fini gestionali e fiscali, per conto dei fornitori. Il tutto nell’ottica di andare incontro alle PMI, che oggi faticano a investire in nuovi sistemi.
  7. Emanazione entro fine anno di un decreto con le linee guida per il processo di adeguamento delle Regioni e dei Comuni. In particolari le prime saranno chiamate a ricoprire un ruolo di intermediari in grado di mettere a disposizione i propri sistemi e servizi ad altre pubbliche amministrazioni locali
  8. Avviamento del processo di fatturazione elettronica presso Ministeri, Agenzia Fiscali ed Enti di Previdenza entro giugno 2014. Già dal 6 dicembre 2013, le PA possono volontariamente ricevere le fatture elettroniche, loro destinate, attraverso il Sistema di Interscambio.
  9. Avviamento del processo di fatturazione presso tutte le altre amministrazioni entro giugno 2015.

Il processo ovviamente per poter funzionare perfettamente e entrare velocemente a regime avrà bisogno di uno sforzo di tutti gli attori interessati – amministrazioni fornitori in primis –, di supporto da parte delle associazioni di categoria e di monitoraggio continuo da parte degli organi istituzionali.

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