eCommerce Food & Grocery

Cibo e vino, in Italia si compra poco online. Ma la crescita è del 30%

L’incidenza dell’eCommerce sul totale retail in Italia è ancora marginale (0,35%), molto inferiore rispetto a Francia, UK o USA. Il giro d’affari è però in forte aumento, e raddoppiano le transazioni via smartphone. È quanto emerge da una ricerca dedicata al mondo alimentare e Health & Care dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. «Negli ultimi anni proliferazione di iniziative online»

Pubblicato il 12 Dic 2016

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Con un crescita del 30% rispetto al 2015, il mercato italiano eCommerce del Food&Grocery (che include Alimentari, ovvero cibo e vino, e Health & Care), nel 2016, ha generato un volume d’affari di 575 milioni di euro. Si tratta di uno dei settori che suscita oggi più interesse nel panorama eCommerce B2c in Italia sia per l’enorme potenziale ancora inespresso, sia per il fermento mostrato dall’offerta negli ultimi due anni. Si compra online nei supermercati (Esselunga, Carrefour, Coop, Iper, Iperal, Eataly, Cortilia) e sui sui marketplace (Amazon, eBay), ma anche sui siti dei produttori e su quelli della ristorazione, come Deliveroo, Foodora o FoodRacers.

L’incremento è in linea con la media dei prodotti venduti online (+32%), a cui però corrisponde un valore assoluto ancora marginale (3%) sul totale delle vendite B2c on line nella Penisola, che generano oramai un fatturato di quasi 20 miliardi di euro. Dato ancora più indicativo in questo senso è la penetrazione dell’online sul totale acquisti Retail nel comparto, che nel 2016 è pari allo 0,35%, «significativamente inferiore sia rispetto a quella osservata in altri comparti merceologici più sviluppati – Abbigliamento (5%), Turismo (29%) – che rispetto ai valori registrati (tra il 2 e l’8%) nello stesso settore in altri mercati internazionali come Francia, UK, USA», spiega Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Gli acquisti via smartphone, tuttavia, sono raddoppiati e hanno raggiunto quota 100 milioni di euro, pari al 17% del totale eCommerce del comparto (25% se si aggiungono gli acquisti via tablet). L’enogastronomia cresce del 17% e con un valore di poco superiore ai 240 milioni di euro rappresenta ancora il 47% del valore dell’alimentare on line, la spesa grocery sui siti eCommerce dei supermercati tradizionali con consegna a domicilio cresce del 40% e vale 188 milioni di euro.

Alessandro Perego, Direttore Scientifico Osservatori Digital Innovation, Politecnico di Milano

È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio eCommerce B2c, giunto alla sedicesima edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano. La ricerca è stata presentata a Milano presso il Campus Bovisa in occasione del Convegno “Food on line: l’appetito vien comprando!” e ha per l’appunto sottolineato che nel comparto la componente principale – in termini di valore degli acquisti – è rappresentata dall’alimentare, pari al 90% del comparto, per un valore di 519 milioni di euro, in crescita del 27% rispetto al 2015, mentre il restante 10% attiene alla componente Health&Care.

«La scarsa diffusione dell’online nel settore è prevalentemente riconducibile, a nostro avviso, alla carenza di offerta che per lungo tempo ha caratterizzato il mercato italiano. Soprattutto nel comparto Grocery le iniziative online dei supermercati sono state poche e, in molti casi, con un progetto sperimentale contraddistinto da una copertura limitata del territorio. Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato e si è assistito a una proliferazione di iniziative online, sia da parte dei retailer tradizionali sia da parte di Dot Com pure player (anche startup). L’aumento dell’offerta si è osservato indistintamente in tutti gli ambiti, dai prodotti da supermercato ai prodotti gastronomici, dal vino al cibo pronto. Riteniamo che – finalmente! – siano state gettate le basi per uno sviluppo strutturato del settore. Gli operatori hanno infatti maturato la consapevolezza che, a fronte di un’offerta competitiva, la domanda è pronta a manifestarsi, come è stato sostanzialmente dimostrato in tutti gli altri comparti».

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