Il Green Data Center inaugurato recentemente da eni in provincia di Pavia rappresenta un’eccellenza italiana da almeno due punti di vista: l’elevato grado di efficienza energetica raggiunto, fra i più alti al mondo per strutture di queste dimensioni, e l’utilizzo avanzato delle tecnologie digitali, in particolare la virtualizzazione e l’automazione della gestione operativa dei sistemi informatici ospitati.
Si tratta di un Data Center di ridondanza a livello TIER IV che occupa uno spazio di 5.200 metri quadrati e comprende sei sale IT, nelle quali saranno ospitati a regime tutti i sistemi informatici di elaborazione centrale eni. L’indice PUE (Power Usage Effectivenes) annuale è inferiore a 1,2, un risultato che lo pone all’avanguardia nel mondo e che è stato ottenuto grazie alla combinazione virtuosa di tre ambiti di innovazione, come spiega il Program Manager Michele Mazzarelli: «L’architettura complessiva, sia del palazzo che degli impianti, che è stata pensata apposta per contribuire all’efficienza. I camini di 30 metri, che raffrescano con la tecnica del freecooling: il calore viene smaltito sfruttando anche l’effetto camino, dimezzando l’esigenza di sistemi di ventilatori. Infine, i gruppi di continuità (UPS), necessari per stabilizzare la corrente, che sono stati sviluppati appositamente per eni con una logica completamente nuova e oggi sono diventati prodotti di mercato: sono sempre in stand by e si accendono solo quando avviene una rilevante discontinuità di alimentazione elettrica».
Automazione e insourcing
Attualmente eni è impegnata nella progressiva migrazione delle applicazioni nel nuovo Data Center, che ospita un’infrastruttura virtualizzata su cui poggerà la quasi totalità degli applicativi, con un notevole incremento di efficienza, disponibilità e qualità del servizio offerto agli utenti. La virtualizzazione consente un accesso “on demand” ai servizi IT, grazie al middleware che rende disponibile in modo dinamico la potenza di calcolo dei server alle varie applicazioni, organizzate in cluster. La macchina dedicata a un singolo applicativo, dunque, diventa un’eccezione.
Questo importante passaggio ha reso necessario un lungo e complesso lavoro di razionalizzazione delle applicazioni: circa 150 sono state eliminate, molte di più sono state modificate o sostituite. E per la gestione di queste applicazioni sui nuovi server è stato messo a punto uno schema operativo, battezzato eni Dynamic Infrastructure, che prevede un elevato livello di automazione.
«In funzione delle esigenze delle applicazioni le macchine virtuali si attivano e si spengono in modo automatico, con tempi di reazione migliori rispetto al passato, senza intervento manuale. Ad esempio quando gli utenti superano una determinata soglia o quando le richieste aumentano, il middleware attiva in automatico nuove macchine virtuali, magari recuperando risorse da un’altra applicazione in quel momento più scarica», spiega Mazzarelli.
La realizzazione del nuovo Data Center ha avuto poi in eni un notevole impatto organizzativo. «Abbiamo optato per un insourcing di competenze che in passato avevamo delegato ai fornitori, per poter avere al nostro interno il governo dei sistemi. Sono state fatte 70 nuove assunzioni legate alle infrastrutture che il nuovo data center ospita, ed è stato realizzato un programma di formazione specialistica per le persone molto impegnativo», conclude il manager.
*****DA SAPERE*****
La fonte di energia del Data Center
Il Green Data Center di eni è stato costruito nei pressi della Centrale elettrica Enipower di Ferrera Erbognone (vicino alla Raffineria eni di Sannazzaro de’ Burgondi) in provincia di Pavia, un’area di proprietà eni di forte interesse strategico, che, soprattutto, rende disponibile la rilevante quota di potenza elettrica richiesta. La Centrale, con i suoi 3 generatori da circa 300 MW e il doppio collegamento a 380 kV alla rete nazionale Terna, rappresenta la fonte di alimentazione energetica (ridondata) del Data Center; è inoltre garantito un controllo integrale e completamente interno eni della trasformazione elettrica dalla produzione al consumo finale nel Data Center. L’immediata prossimità con la Centrale consente anche di ottenere un importante risultato in termini di efficienza energetica, in quanto elimina la quota di dispersione derivante dal trasporto su rete elettrica geografica (pari al 5-6%, secondo l’Autorità per l’energia).