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AI in Finance: strategie e buone prassi per migliorare l’efficienza operativa ed efficientare i processi decisionali 



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Nel percorso che ha portato diversi clienti del Gruppo Esker, tra cui Fendi, Kering, Latteria Nöm, The Space Cinema e Ideal-tek, a diventare delle data-driven company c’è sempre più spazio per l’automazione intelligente. Il Country Manager italiano Giovanni Gavioli fa il punto

Pubblicato il 14 ott 2024



AI in Finance

L’AI in Finance rappresenta l’ultima frontiera dell’efficienza operativa per le aziende. L’impiego esteso dell’intelligenza artificiale – dalla Generative AI al Deep e Machine Learning, senza trascurare la Robotic Process Automation – consente in prima battuta l’automazione smart di compiti ripetitivi, magari ad alto tasso di errori, spesso impegnativi in termini di tempo dedicato dalle risorse impiegate nel team amministrazione, finanza e controllo (AFC). O, come siamo abituati a sentir dire, processi time consuming. Tuttavia, il beneficio sicuramente più rilevante di queste soluzioni è legato in particolar modo alla capacità che offrono di supportare con insight e previsioni rilevanti processi decisionali per loro natura anche molto critici, come quelli legati alla corretta gestione della liquidità e dei flussi di cassa, al Supplier Management, alla capacità di soddisfare le esigenze dei consumatori riducendo al minimo ritardi, inefficienze e oneri finanziari. 

AI in Finance, un pilastro del business data-driven

In un quadro complesso come quello evidenziato, Esker, fornitore globale di soluzioni di automazione dei processi documentali e gestione delle informazioni, sta abbracciando una trasformazione radicale della propria offerta attraverso l’impiego diffuso dell’Intelligenza Artificiale.

Un’evoluzione che, è convinto Giovanni Gavioli, Country Manager di Esker Italia, permetterà all’azienda di rispondere in modo sempre più efficace alla richiesta di soluzioni di automazione intelligente di processi e flussi di lavoro utili per tradurre in pratica quei modelli strategici legati al concetto di data-driven company che sono ormai indispensabili per competere in qualsiasi ambito e settore.

AI in Finance significa, a conti fatti, ottimizzare l’efficienza operativa, ma anche trasformare il modo in cui le aziende gestiscono i dati, migliorando i processi decisionali e creando valore aggiunto per l’organizzazione stessa così come per i suoi clienti e partner.

AI nel Finance, il valore di una tecnologia pervasiva e invisibile

In un’epoca in cui la capacità di adattarsi e rispondere rapidamente ai cambiamenti è cruciale, l’adozione di AI e Generative AI può, dunque, realmente segnare un “salto” tecnologico rilevante nella roadmap di prodotto di una tech company. E per Esker, come evidenzia Gavioli, «rappresenta una pietra miliare della nostra strategia, ma con una premessa importante: in azienda, infatti, abbiamo sposato da subito il principio che la miglior AI è quella che non si vede. Quella, cioè, che supporta fattivamente l’utente ma senza essere invasiva e interferire con la sua operatività. E questo è vero sin da quando abbiamo introdotto nella nostra piattaforma, ormai diversi anni fa, un algoritmo che affiancava il motore di riconoscimento ottico dei caratteri, integrandone ed espandendone le capacità, o quando abbiamo investito nel Machine Learning prima e nel Deep Learning poi, con risultati che forse all’epoca nemmeno noi eravamo in grado di ipotizzare.

Basta pensare che oggi il nostro engine di apprendimento profondo gestisce in media 80/85 milioni di documenti ogni mese, con un tasso di riconoscimento corretto dei dati che si attesta sul 95%». Questo significa che gli utenti sono in grado di importare quasi tutti i documenti senza alcun intervento manuale. «Nel caso di una fattura, per esempio – puntualizza il manager –, la piattaforma verifica la presenza del corrispondente ordine di acquisto nello storico degli ordini e si accerta della corrispondenza tra le quantità ordinate e quelle effettivamente acquistate. Ma esegue anche in autonomia tutta una serie di altre automazioni smart, in modo completamente trasparente per l’utente, fino ad arrivare ad una modalità pressoché touchless».

Who's Who

Giovanni Gavioli

Managing Director di Esker Italia

Giovanni Gavioli

Un’automazione intelligente, dunque, che permette di bypassare completamente il lavoro dell’operatore per tutte quelle che sono le attività routinarie di verifica e il data entry. 

Synergy AI, il centro nevralgico dell’automazione intelligente di Esker

«In epoca più recente – prosegue Gavioli – abbiamo inserito anche un algoritmo di Facial Recognition, per l’identificazione del layout del documento che viene acquisito, in modo da favorirne l’estrazione corretta e automatizzata dei dati. Su altri flussi, infine, sono state integrate tecnologie e strumenti differenti, tra cui anche ChatGPT (ma non solo), che hanno permesso di implementare il riconoscimento della natura e del tono di voce del documento caricato nei processi di Customer Inquiries». In questo caso, il sistema capisce in autonomia se si tratta di un’offerta oppure di un reclamo e automaticamente inserisce il documento nel flusso operativo giusto, predisponendo anche un prototipo di risposta con un tono adeguato alla situazione, andando a prelevare le informazioni rilevanti – ad esempio la data prevista per la consegna effettiva del prodotto – dall’ERP.

L’hub, il centro nevralgico di tutta questa automazione intelligente è Esker Synergy AI, un “engine” che nasce per ottimizzare il riconoscimento automatico dei documenti che «si fonda su un database globale di layout ed è basato su modelli di Deep Learning allenati sui dati, ovviamente anonimizzati, di tutto lo storico dei documenti elaborati sulla nostra piattaforma digitale nell’ultimo decennio. Synergy AI acquisisce, interpreta, correla e classifica i dati, fornendo anche analisi predittive e preziosi insight utili a favorire la transizione verso modelli data-driven evoluti dei processi decisionali».

Standardizzazione e aggiornabilità automatica

Tutta questa innovazione è «già disponibile per chi opera sulle release più recenti della nostra piattaforma – premette il manager –. D’altro canto, stiamo facendo uno sforzo ingente per portare tutti i clienti verso le ultime versioni, promuovendo una maggior standardizzazione proprio per permettergli di accedere a funzionalità avanzate come quelle di cui stiamo parlando. Nel momento in cui il cliente ci chiede di realizzare delle personalizzazioni spinte, deve essere consapevole del fatto che in questo modo esce dal perimetro dell’aggiornabilità automatica della piattaforma».

Negli ultimi anni, però, Esker ha iniziato a proporre ai clienti altamente customizzati che lavoravano sulle piattaforme più datate delle personalizzazioni che, invece, rientrano perfettamente nei parametri dell’aggiornamento automatico, così da stimolarli all’adozione di soluzioni più moderne, scalabili e flessibili. «È importante inquadrare subito gli obiettivi finali e valutare le possibili strade da percorrere facendo però sempre capire al cliente che la vera opportunità non è la semplice digitalizzazione dei processi manuali ma la loro totale automazione».

Le esperienze di Fendi, Kering, Latteria Nöm, The Space Cinema, Ideal-tek

Tra le realtà che hanno dato fiducia a Esker, imboccando la strada dell’automazione intelligente su larga scala, spiccano Latteria Nöm, che «dopo 3 mesi era già touchless al 70%. Questo significa che in partenza 7 ordini su 10 erano riconosciuti e gestiti senza alcun intervento da parte dell’operatore, e nel giro di un altro paio di mesi l’azienda è arrivata a toccare il 90% di riconoscibilità automatica dei documenti. Oggi le persone sono contente perché hanno abbandonato il data-entry e si sono focalizzate sulle attività a maggior valore per l’azienda e maggior soddisfazione personale, come il supporto al cliente».

Il produttore di strumenti da laboratorio Ideal-tek ha visto scendere il tempo medio dedicato alla gestione del singolo ordine da 5 minuti a un minuto e mezzo, mentre TheSpace Cinema, cliente “storico” della software house, di recente ha adottato anche la soluzione di Expense Management Esker per la gestione ottimizzata e automatizzata delle note spese.

Nel mondo del Fashion, infine, spiccano «Fendi e Kering, con cui abbiamo sottoscritto due importanti accordi globali. In entrambi i casi si tratta di soluzioni legate alla automatizzazione delle fatture passive. Con poco meno di un milione di fatture gestite in un anno in 180 paesi, il gruppo Kering ha ottenuto risultati importanti in termini di tracciabilità e visibilità lungo tutto il processo e i Financial Manager delle singole country oggi riescono ad avere ben chiara, già con diverse settimane di anticipo, la situazione precisa del Cash Flow in qualsiasi momento».

AI in Finance, gli sviluppi futuri

«Per quel che riguarda il futuro della nostra strategia AI, nel breve periodo non ci saranno grandi stravolgimenti, piuttosto degli affinamenti delle funzionalità che permetteranno di supportare in modo sempre più efficace gli operatori nel loro quotidiano. L’idea è di introdurre miglioramenti continui dell’usabilità, ma senza grossi cambiamenti. Sulla parte User Experience stiamo anche investendo in nuove risorse che, attraverso l’analisi continua di KPI, un training sistematico e il supporto ormai indispensabile dell’AI, aiuteranno a migliorare la UX.

La tecnologia – chiosa Gavioli – gioca un ruolo rilevante, certo, ma non va dimenticato però che quello che ci contraddistingue rispetto alla concorrenza è il valore delle nostre persone, che sono veramente vicine al cliente e lo affiancano. I nostri team di Customer Experience, creati a livello globale, assicurano sempre un supporto non asettico ma fattivo, concreto, che risolve l’esigenza finale del cliente, non solo il problema tecnico che vive in quel momento».

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