L’Italia si scopre in prima linea nell’adottare il
progetto paneuropeo Peppol per il
mercato degli acquisti pubblici. A giugno erano già 40, infatti,
i progetti pilota di Peppol (Pan-European Public Procurement
On–Line) nel nostro Paese e tra questi c’è anche
Telecom Italia.
Ricordiamo che lo scopo di Peppol (lanciato nel
2008 su iniziativa della Commissione europea ed 11 Stati Membri)
è migliorare e armonizzare il mercato degli acquisti
pubblici in Europa consentendo a qualsiasi operatore economico
dell'UE di partecipare alla gara d'appalto elettronica di
una PA europea, senza incontrare barriere tecnologiche.
Prospettiva allettante: questo mercato vale il 19 per cento del
Pil dell’Unione.
L’esperienza di Telecom Italia
Per Telecom è andata così: lo scorso dicembre, Consip le ha
proposto di realizzare un pilota per scambiare ordini elettronici
tramite l’infrastruttura Peppol, integrandone i pacchetti
di software, processi e formati nei rispettivi sistemi. Telecom
già da diversi anni utilizzava la piattaforma di eProcurement di
Consip anche per la ricezione degli ordini di acquisto.
Il progetto Peppol è per Telecom Italia la prima
esperienza di interazione con i propri clienti tramite una
piattaforma di eProcurement basata su uno standard
europeo. Ed è già possibile valutare i primi
risultati: «il pilota conferma che è possibile ottenere
risparmi di processo a costi contenuti», spiega Carmen
Ciciriello, esperta di questo settore a livello europeo (è
membro di WP7-Peppol, dello Stakeholder Expert Group sul Public
Procurement, del Payment Systems Market Expert Group della
Commissione Europea, oltre a essere Amministratore Delegato di
Celeris Ltd).
Telecom ha potuto ridurre i tempi di gestione degli ordini
ricevuti; al tempo stesso ha migliorato la qualità dei servizi
erogati alle pubbliche amministrazioni e facilitato le procedure
di interazione tra Pa e fornitori.
«Si pensi all’effetto positivo sul valore del
business di Telecom gestito attualmente sulla piattaforma di
eProcurement di Consip: picchi di oltre 200 ordini al giorno
potranno essere gestiti adesso in modo automatizzato tramite gli
eOrder che vanno direttamente dalla piattaforma di Consip a
quella di Telecom Italia, senza intervento umano», continua
Ciciriello.
«Consip e il Ministero dell’Economia e delle Finanze
hanno integrato le componenti Peppol nella piattaforma di
eProcurement utilizzata per svolgere le proprie gare e per
gestire il Mercato Elettronico della PA (Mepa)», aveva
spiegato Domenico Casalino, amministratore delegato di Consip, a
maggio durante la settima Conferenza Peppol.
Esperienze positive anche per le PMI
Altre sperimentazioni italiane, che mostrano i variegati utilizzi
della piattaforma, sono Delta Ufficio (pmi fiorentina), Faci di
Cacaci (microimpresa in provincia di Roma) e
l’Amministrazione sanitaria di Reggio-Emilia. Delta ufficio
aveva un problema: un catalogo molto ampio, con più di 5000
linee, che richiede tanto tempo per essere aggiornato (attraverso
l’impiego di 15 persone). Prezzi e servizi devono essere
aggiornati prima sul sistema interno Erp, in cui vengono recepiti
i cataloghi dei fornitori, e poi sulla piattaforma Mepa: un
lavoro doppio.
«Peppol invece ci permetterà di gestire i nostri cataloghi
solo sul nostro sistema Erp aggiornando automaticamente i dati
sulla piattaforma Mepa. Ci farà quindi risparmiare una quantità
enorme di tempo, aumentando al tempo stesso la qualità della
nostra offerta», ha detto Pier Giovanni Cacioli,
responsabile per l'eCommerce in Delta Ufficio.
Faci di Cacaci è un fornitore di lunga data di articoli di
ferramenta per il settore pubblico. Sta testando il Demonstrator
client di Peppol per elaborare le proprie offerte in un catalogo
elettronico formato Xml. Così può riutilizzarle con altre
pubbliche amministrazioni e si può connettere al server Peppol
per comprenderne meglio le richieste.
L’Amministrazione sanitaria di Reggio-Emilia è invece un
ente appaltante e grazie a Peppol può agire da centrale acquisti
per sette Amministrazioni del territorio. Offre un unico punto di
contatto per tutti i fornitori che devono inviare le fatture
elettroniche. Tutti i fornitori che lo desiderano possono
inviare le proprie fatture elettroniche alla infrastruttura di
trasporto (network) Peppol.
L’Amministrazione sanitaria di Reggio-Emilia fattura poi
l’ammontare dovuto a ciascuna Amministrazione sanitaria
utilizzando le specifiche Peppol.
La prospettiva europea
Sono comunque solo i primi passi di un grande progetto,
che potrà dare tutti i frutti sperati dalla Commissione solo se
l’adozione sarà ampia e uniforme in Europa.
«Telecom stessa, per massimizzare i risultati ottenuti, si
auspica che anche le piattaforme di eProcurement utilizzate dalle
pubbliche amministrazioni locali si adeguino agli standard del
progetto Peppol e che Consip, e le altre Amministrazioni
Italiane, adottino gli ulteriori moduli della piattaforma
relativi alla fase di partecipazione alle gare, alla gestione e
fatturazione elettronica», riferisce Ciciriello.
La Commissione spinge in questa direzione: ha fatto una proposta
legislativa per rendere obbligatorio l'eProcurement entro il
2016, dal quale si aspetta risparmi di 100 miliardi di euro annui
per le pubbliche amministrazioni dell’Unione, promuovendo i
risultati del progetto Peppol per l’implementazione di
soluzioni di eProcurement standardizzate ed interoperabili.
«Gli esiti positivi del progetto Peppol evidenziano che la
strada della digitalizzazione “end-to-end” del
procurement pubblico è ormai imboccata e imprescindibile –
commenta Ezio Melzi, DG di BravoSolution, società italia
specializzata nell’eProcurement e attiva a livello europeo
– . Anche la nostra esperienza, che è più focalizzata sui
processi di acquisto e di analisi della spesa, conferma questa
tendenza, soprattutto a livello internazionale. Penso ad esempio
al Governo del Regno Unito ed a quello Olandese, che stanno
affrontando le rispettive “spending review” con il
supporto di tecnologie specifiche, in ottica di razionalizzazione
strutturata e sistematica della propria spesa pubblica.
Considerati i tanti benefici correlati alla digitalizzazione
– primo fra tutti la trasparenza – auspico ovviamente
che anche l’Italia adotti sempre più estensivamente queste
modalità”».