Gli operatori si preparano a settimane di graduale ma costante lavoro per diffondere l’Lte (4G) in Italia e, su queste nuove reti, sviluppare servizi nuovi per consumatori ed aziende. Cambieranno molte cose, nei prossimi mesi: anche se ci sono già stati i primi lanci Lte, bisognerà aspettare l’inizio del 2013 per entrare nel vivo della partita.
L’annuncio che più ci permette di capire l’orizzonte temporale in cui si muoverà l’Lte è anche quello passato più inosservato. Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, in una conferenza con gli analisti a novembre ha dichiarato che la nuova rete di quarta generazione coprirà il 40 per cento della popolazione entro il 2014. È un investimento importante, per gli operatori, che hanno già accantonato 3,9 miliardi di euro per le licenze delle frequenze Lte. Telecom è il solo al momento a dichiarare quanto spenderà ancora, per la rete: 500 milioni di euro nei prossimi tre anni, solo per la parte radio, relativi apparati e il core network.
Telecom Italia tira la volata
E Telecom al momento sembra l’operatore più aggressivo sulla copertura: ha portato l’Lte a Roma, Milano, Torino e Napoli e promette 20 città entro dicembre. Vodafone è a Roma e Napoli e raggiungerà 20 città entro marzo. 3 Italia è partita da Acuto (Frosinone) e arriverà a Roma e Milano entro il prossimo mese.
Molto avverrà a dicembre, quindi. Un primo stadio di copertura, nelle principali città italiane. Le prime offerte internet mobile per smartphone (adesso ci sono solo per tablet e chiavetta). Una spinta della concorrenza: l’ingresso di 3 Italia è sempre stato dirompente, portando in basso i prezzi.
È al 2013 che dobbiamo guardare però per un primo livello di maturità dell’Lte. Da gennaio gli operatori potranno usare le preziose frequenze 800 MHz (finora patrimonio esclusivo delle tv), mentre finora hanno sviluppato l’Lte solo su quelle a 1800 MHz. L’anno prossimo scenderà in campo Wind, inoltre, l’ultimo degli operatori mobili infrastrutturati a lanciare i nuovi servizi. E allora la concorrenza sarà completa. Il secondo definitivo livello di maturità dell’Lte è previsto tra un anno o poco più: quando il 4G consentirà di fare anche le chiamate, oltre che la navigazione su internet. Bisognerà aspettare, per questo, la tecnologia VoLte (Voice over Lte). Al momento, quando un cellulare è su rete Lte e deve fare una chiamata, si appoggia rapidamente sul 3G (senza causare interruzione del segnale).
Un’offerta di servizi innovativi
Anche per i servizi dobbiamo aspettarci un’analoga roadmap evolutiva. Adesso abbiamo avuto un primo assaggio, da Vodafone e da Telecom. Nei pacchetti Lte, oltre a includere internet mobile e un dispositivo (tablet, chiavetta), hanno inserito servizi che sfruttano la nuova rete: cloud storage per archiviare i propri dati personali, accesso streaming o download di film, musica. Gli operatori hanno stabilito che il traffico generato da questi servizi non concorre a consumare la quota di GB internet mobile inclusa nel canone. È una formula commerciale utile a sottolineare la natura extra dei servizi aggiuntivi, rispetto alla normale internet. I prossimi passi sono già scritti. Gli operatori stanno già lavorando a offerte per le aziende e qui potranno sbizzarrirsi, grazie alle caratteristiche tecniche peculiari della nuova rete: una velocità dieci volte superiore rispetto al 3G, una latenza pari a quella dell’Lte, la possibilità di gestire classi di servizio e quindi di garantire quantitativi di banda diversi per specifici utenti o applicazioni. Il risultato di questo mix è abilitare servizi aziendali che finora hanno trovato spazio solo su rete fissa. Per esempio, videoconferenze mobili con sistemi di collaboration real time. La forza vendita potrà avere un accesso mobile garantito ai database di clienti, fornitori, offerte ospitati sui server aziendali.
L’UE pensa già al futuro
Le condizioni di base sono già pronte, per questi sviluppi. Salvo imprevisti, al momento improbabili, nel 2013 saranno disponibili tutte le frequenze aggiudicate dagli operatori all’asta (800 MHz e 2.6 GHz, oltre alle 1800 MHz). Basteranno per circa tre anni, ma la Commissione europea già pensa al futuro. Per esempio, a novembre ha stabilito l’obbligo, per i Paesi EU, di rendere disponibili per l’Lte 120 MHz di spettro intorno ai 2 GHz, entro il 30 giugno 2014. Sono frequenze ora assegnate al 3G. Gli operatori saranno insomma liberi di gestire le proprie risorse spettrali con maggiore libertà, per il 3G o il 4G a seconda delle diverse esigenze. La tendenza, voluta dall’Europa, è di abbattere sempre più barriere normative che finora hanno regolato l’uso dello spettro e così dare alle nuove reti internet mobili tutto lo spazio di cui hanno bisogno.