Una crescita confortante (+16%), un contributo finalmente rilevante e in aumento da settori finora poco attivi (in primis alimentari e arredamento), un volume totale ormai considerevole (16,6 miliardi di euro), ma ancora lontano dai principali mercati occidentali (UK, Germania, Francia, per non parlare degli USA), dove ha raggiunto livelli di diffusione fino a quattro volte più alti. Questa in estrema sintesi la nuova fotografia dell’eCommerce B2C (business-to-consumer) in Italia scattata dall’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano e di Netcomm e presentata oggi a Milano.
«L’aumento del 16% corrisponde a 2,2 miliardi in più di fatturato, e ad esso hanno contribuito i settori che hanno trainato l’eCommerce fino a oggi, come il Turismo (+14%), l’Informatica ed elettronica (+21%) e l’Abbigliamento (+19%), ma anche l’Editoria (+31%) e, finalmente, i settori emergenti come Food&Grocery, Arredamento/Home living, Beauty e giocattoli, che insieme hanno raggiunto la soglia del miliardo di euro di fatturato», ha detto Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano
Perego ha precisato che quest’anno la ricerca – coerentemente con l’approccio delle principali analisi internazionali – è stata effettuata dal punto di vista della domanda, cioè concentrandosi sugli acquisti online di consumatori italiani su siti italiani e stranieri. «L’eCommerce rappresenta ormai il 4% delle vendite retail in Italia, ma non è ancora una reale consuetudine d’acquisto: per ottenere questo obiettivo occorre migliorare le prestazioni dei cosiddetti “basics”, ossia gamma, prezzo e servizio».
L’eCommerce B2c in Italia, ha aggiunto poi Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio, resta ancora sbilanciato sui servizi, che valgono il 60% dei 16,6 miliardi totali, ma l’acquisto online di prodotti cresce a un tasso più alto (+21%) rispetto agli stessi servizi (+12%), e così gradualmente il paniere italiano si sta conformando a quello dei principali mercati occidentali».
Più in dettaglio nei servizi domina come negli anni passati il Turismo, con 7,8 miliardi di euro, che da solo vale il 47% dell’intero mercato eCommerce B2c italiano, seguito dalle Assicurazioni (1,2 miliardi), mentre gli altri servizi (Ticketing per eventi, Ricariche telefoniche, ecc.) valgono circa 900 milioni. Tra i comparti di prodotto spiccano invece l’Informatica/elettronica, che, con 2,2 miliardi, vale il 13% del mercato, e l’Abbigliamento che, con 1,5 miliardi pesa per il 9%. Seguono poi l’Editoria (600 milioni), il Food&Grocery e l’Arredamento/Home Living (entrambi intorno ai 370 milioni) e il Beauty (190 milioni di euro). Le altre categorie di prodotto e il C2C (consumer to consumer) pesano per il 9%. A proposito dei principali comparti, precisa l’Osservatorio, la crescita dell’eCommerce è trainata nel Turismo dall’acquisto di biglietti per i trasporti e dalla prenotazione di camere di hotel. Nell’IT ed elettronica dagli acquisti di TV, telefonia, tablet e pc, ma anche di elettrodomestici bianchi, nell’Abbigliamento dagli acquisti high fashion, e nell’Editoria dai libri, anche da quelli scolastici.
Il 21% degli acquisti da smartphone, l’11% da tablet
I consumatori che effettuano almeno un acquisto online ogni mese sono circa 11,1 milioni, un terzo dei navigatori internet italiani. Lo scontrino medio è di 89 euro, con una ripartizione quasi equivalente tra prodotti e servizi, e i dispositivi Mobile giocano un ruolo sempre più rilevante: gli acquisti online tramite Smartphone sono aumentati del 64%, superando il valore di 1,7 miliardi di euro, e valgono ormai il 10% dell’eCommerce nel 2015, mentre un altro 11% proviene dai Tablet.
«Secondo i dati del Net Retail, 8,5 milioni di individui lo scorso anno hanno cercato informazioni online mentre osservavano un prodotto in un negozio, mentre viceversa 13,6 milioni cercano oggi in un negozio un prodotto già visto online nel mese precedente (showrooming). Questi dati mostrano molto chiaramente come il consumatore utilizzi canali online e offline non in maniera alternativa o cannibalizzando l’uno con l’altro, ma semplicemente ricercando in ognuno di essi la soddisfazione del bisogno che in quel momento lo spinge ad interagire», ha detto Roberto Liscia, Presidente Netcomm.
L’opportunità marketplace per chi non vuole investire in un sito proprio
Sempre più imprese tradizionali, sia commerciali che produttrici, stanno cogliendo l’opportunità di avviare una strategia multicanale attivando un sito di eCommerce. Molte sono nell’Abbigliamento e accessori, comparto in cui la sensibilità nei confronti dell’eCommerce è ormai particolarmente elevata. Altre appartengono a Fai da Te, IT-elettronica, Food&Grocery, e Arredamento.
Al tempo stesso, molti retailer o produttori tradizionali vanno online attraverso i marketplace (Amazon, eBay ma anche ePrice) per affiancare un ulteriore canale al sito di eCommerce. I marketplace inoltre sono utilizzati da chi vuole vendere online senza velleità di leadership e/o dai piccoli operatori che non hanno i mezzi per investire nello sviluppo di un sito proprio. Un altro vantaggio degli aggregatori è che favoriscono l’eCommerce all’estero. Ad esempio per una PMI italiana che vuole vendere in USA è ragionevolmente semplice utilizzare eBay o il marketplace di Amazon piuttosto che attivarsi con un’iniziativa sviluppata in casa.
Export a 3 miliardi, in crescita del 22%
Infine un accenno all’Export, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, che è aumentato del 22% superando quota 3 miliardi di euro. Il 46% di questo valore è imputabile al Turismo, grazie prevalentemente agli operatori del trasporto e ai portali di hotel, e per il 35% all’Abbigliamento grazie ai retailer con spiccata vocazione internazionale e ai produttori. Con un peso ancora marginale, ma in prospettiva sempre più rilevante, troviamo l’Arredamento e Home living e il Food&Grocery.