Cloud transformation in Italia? Ciò che manca sono le competenze. Tra le imprese di medie e grandi dimensioni, operanti in vari settori, meno di 1 azienda su 10 ha una conoscenza alta dei servizi, delle soluzioni e delle tecnologie cloud mentre tutte le altre hanno una conoscenza media (45%) o bassa (47%). Le organizzazioni non sono ancora pronte alla cultura del cambiamento gestionale dell’IT e faticano a rinunciare a macchine, sistemi e applicazioni di proprietà. Così le aziende non colgono appieno i vantaggi e le logiche sottese alla digitalizzazione delle infrastrutture, virtualizzate nel cloud e gestite da un provider attraverso servizi pay per use.
Stratificato per presenza territoriale, settori di attività e dimensioni il campione intervistato da Eumetra, in collaborazione con l’Osservatorio TWT 2021, aiuta a fare il punto sullo stato dell’arte dei servizi in cloud dal punto di vista delle organizzazioni, prima e dopo la pandemia. Rispetto al passato, il dato (forse il più interessante) è quello che spiega come 7 aziende su 10 (69%) oggi abbiano un’opinione positiva in merito alla sicurezza del cloud.
Cloud transformation: mancano ancora le competenze interne
In ogni caso, spostare applicazioni e infrastrutture sulla nuvola oggi piace e interessa a tutte le imprese. Il 41% delle aziende italiane utilizza i servizi in cloud: di questa percentuale, lo spaccato dei ricercatori mostra come il 24% faccia uso dei modelli As a Service già da tempo mentre un 17% abbia iniziato ad usarli solo a partire dall’ultimo anno. La pandemia non ha cambiato i modelli di approvvigionamento: per sviluppare i servizi in cloud, 8 aziende su 10 (79%) utilizzavano fornitori esterni già da tempo e solo un 5% del campione ha trovato nuovi fornitori esterni. L’analisi evidenzia come manchino ancora le competenze interne: solo l’1,5% delle imprese intervistate si avvale di un IT interno per gestire la cloud transformation in autonomia.
Crescono gli investimenti su varie tipologie di servizio
Oltre la metà del campione (52%) non usa il cloud ma esprime la volontà di adottarlo in futuro. Per più di 5 aziende su 10 (51%) gli investimenti nei modelli di servizio pay per use sono destinati a incrementatare. I ricercatori hanno esplorato sia la tipologia dei servizi adottati che i livelli di maturità relativi. Le applicazioni più diffuse? Le prime tre della lista vedono per 1 azienda su 3 i sistemi per la tutela della privacy (33%) seguiti dai sistemi di backup (28%) mentre oltre 2 imprese su 10 (21%) hanno scelto di migrare in cloud i sistemi a supporto dei progetti IoT.
Ancora in frenata la digitalizzazione documentale: quasi 2 aziende su 10 (18%) per la condivisione e la produzione di documenti utilizza i sistemi in cloud, con un 58% che conosce la tecnologia per sentito dire e un 23% che non la conosce affatto.
In che modo supportare centinaia di lavoratori da casa
Durante lo scatenarsi della pandemia, le aziende hanno dovuto potenziare rapidamente le infrastrutture, abilitando l’accesso a sistemi e applicazioni per i lavoratori in smart working. Tra le innovazioni introdotte, al primo posto le imprese hanno messo le piattaforme di collaboration per chattare, parlare e videochiamare (71%), seguite da innovazioni finalizzate al miglioramento delle connessioni fisse e mobili (56%). Pochissime le aziende che si sono concentrate sul rafforzamento della dotazione informatica (19%), o sul cambiamento delle modalità di condivisione dei documenti (10%).
Luci e ombre sullo smart working
I ricercatori evidenziano come prima della pandemia la diffusione dello smart working in Italia si attestava al 7% mentre nel 2021 la percentuale è salita al 15%. Quello che hanno rilevato gli analisti è che le pratiche innovative introdotte dallo smart working hanno avuto un impatto che il 55% del campione ha vissuto in modo negativo (con una percentuale che nelle grandi aziende arriva al 61%). In pratica solo l’11% delle organizzazioni dà un giudizio molto positivo sullo smart working. Su questo fronte, la ricerca aiuta a focalizzare il nervo scoperto delle aziende, ovvero la gestione dei dati: tra le soluzioni che il campione riterrebbe utili a incentivare lo smart working, infatti, 1 azienda su 3 (31%) ha segnalato una migliore condivisione dei dati, mentre il 27% del panel ha indicato sistemi più efficaci di controllo dei dati.
Cloud trasformation: avanti tutta
Tirando le somme, il quadro che emerge presuppone un’accelerazione sulla cloud transformation delle aziende italiane che, per superare i vincoli dei sistemi legacy e dotarsi di infrastrutture più agili e scalabili, sono pronte ad abbracciare il cloud in ogni sua forma. La verità è che le organizzazioni convivono da tempo con ecosistemi infrastrutturali ibridi: on premise, off premise e in cloud. Rispetto ai modelli distributivi, oggi esiste una gran commistione di tecnologie, soluzioni e servizi. È arrivato il momento di razionalizzare e modernizzare. Dalla digital transformation alla cloud transformation, l’evolutiva dell’hardware, del software e dei sistemi di rete non solo porta all’abbandono progressivo di soluzioni obsolete, linguaggi di programmazione diversificati e protocolli di comunicazione eterogenei. Il cloud abilita nuovi livelli di integrazione e standardizzazione che garantiscono una resilienza a prova di futuro, liberando le aziende dagli oneri di gestione, sicurezza, manutenzione e smaltimento delle macchine. In questo senso lavorare in partnership con dei cloud provider certificati e di fiducia aiuta le aziende a semplificare la complessità e centrare più rapidamente tutti gli obiettivi di business.