Entro il 2021 il mercato dell’Internet of Things (IoT) toccherà i 520 miliardi di dollari, oltre il doppio rispetto ai 235 miliardi del 2017. Lo rivela l’ultima ricerca di Bain sull’IoT, ripresa dalla testata verticale Internet4things.it. Lo studio prende in considerazione il valore di hardware, software, systems integration, e servizi dati e telecom. Il mercato IoT è stimato in crescita anche in Italia: +32% nel 2017 secondo l’ultima ricerca degli Osservatori del Politecnico di Milano.
Secondo Bain, la percezione degli utenti è che i vendor non abbiano fatto grandi progressi negli ultimi due anni per abbattere le barriere che frenano l’adozione di questo genere di tecnologie, a partire dalla sicurezza, dall’integrazione con le tecnologie esistenti e già in uso nelle imprese e dei modelli di business che garantiscano un rapido ritorno degli investimenti. Così anche i programmi di adottare l’IoT nei prossimi anni hanno subito una piccola battuta d’arresto rispetto alle aspettative che si registravano soltanto due anni fa, periodo a cui risale la precedente ricerca di Bain. Nonostante questo, nessuno mette in dubbio le prospettive di crescita del settore. Sono sempre di più, infatti, le aziende che programmano di investire in sistemi IoT, pari al 60% del campione contro il 40% che si registrava nel 2016.
Tra i vendor più importanti ci sono sicuramente i cloud provider, a partire da Amazon Web Services e Microsoft Azure, impegnate ad abbassare le barriere e a rendere sempre più semplice l’adozione dell’Internet of Things, e abilitando l’utilizzo di soluzioni per l’industria in collaborazione con i systems integrator, le imprese, gli sviluppatori di App, gli specialisti di Industrial IoT, le Telco e i produttori di device.
Internet of Things e smart manufacturing
Tra i settori “prioritari” emersi negli ultimi mesi si è fatta strada la richiesta per soluzioni di manutenzione predittiva, e di controllo da remoto dei macchinari. Nel primo caso il ritorno degli investimenti si è inizialmente posto come un problema, più “lento” del previsto, a causa della mancanza di dati “storici” nel momento in cui le soluzioni vengono implementate. Quanto al controllo remoto la diffusione è invece facilitata dal fatto che si tratti spesso di sistemi più semplicemente integrabili con le tecnologie esistenti e in grado di dare risultati e svilupparsi velocemente.
«I prossimi cinque anni – sottolineano gli esperti di Bain – saranno cruciali per lo sviluppo di questo mercato, con gli incumbent che continueranno a espandere la loro offerta per settori specifici: quelli tra loro che non riusciranno a muoversi abbastanza velocemente da ‘sposare’ le richieste del mercato saranno insidiati da un numero crescente di concorrenti: è il caso dei produttori di device, che corrono il rischi di vedersi sorpassare dai produttori di software e dagli specialisti negli analytics, che potrebbero relegarli al ruolo secondario di specialisti nelle componenti hardware».
Tre i punti chiave descritti da Bain per rimanere competitivi: focalizzarsi sulle esigenze dei settori di business più promettenti, specializzarsi nella produzione di soluzioni end-to-end e prepararsi alla crescita del mercato rimuovendo ogni genere di barriera che ostacoli l’implementazione dell’IoT. Infine, dovranno fare del loro meglio per rassicurare i loro clienti sulla sicurezza, insieme all’integrazione e al ritorno degli investimenti.