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Si può fare! Un podcast sull’AI business per capire come usarla in azienda



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Quali sono gli ambiti di utilizzo dell’AI e della GenAI nelle imprese? Come avviare un progetto? Quali i benefici e quali i rischi? Un podcast, realizzato in collaborazione con Uno Informatica e IBM, prova a fare chiarezza su un tema di cui si parla molto, ma raramente dal punto di vista delle imprese

Pubblicato il 5 dic 2024

Manuela Gianni

Direttrice, Digital4Executive



Podcast AI

Di Intelligenza Artificiale generativa si parla tanto, ma raramente si sottolinea la differenza fra la tecnologia consumer, largamente disponibile in varie forme, e l’AI business, quella a misura di azienda.

Una serie di podcast in 3 puntate, realizzata da Digital360 in collaborazione con Uno Informatica e IBM, affronta il tema dell’AI Generativa dal punto di vista dei manager e degli imprenditori, cercando di dare risposte concrete e pragmatiche che aiutano a orientarsi e a decidere come e dove investire, per quali applicazioni e con quali soluzioni tecnologiche.

La prima puntata fornisce alcuni elementi di base, chiarendo innanzitutto quali sono le caratteristiche dell’AI a misura di azienda e come affrontare questa innovazione. “Non abbiate timore, perché chi non investe rischia di rimanere indietro, ma chiedetevi come fare affinchè questa tecnologia non sia fine a se stessa – suggerisce Paolo Sarchini, IT Solutions Architect di Uno Informatica, che aggiunge – In ambito business sono due gli aspetti fondamentali: fiducia e trasparenza. Deve essere possibile sempre spiegare come è nato il codice, da dove vengono i dati, come sono stati elaborati e così via, e sviluppare soluzioni che abbiano motivazioni chiare, evitando bias ed allucinazioni”.

Nella seconda puntata Gianni Valeri, Senior IT Analyst & Application Consultant di Uno Informatica, sfata alcuni falsi miti, a partire dal più diffuso, quello che l’AI possa sostituirsi all’uomo, fino al pensiero che la macchina possa operare in autonomia, e ai pericoli di Cybersecurity. La verità è che senza la creatività e la competenza dell’uomo l’AI non può fare molto, mentre l’uomo con l’AI può aumentare le sue capacità.

Valeri racconta alcuni esempi concreti di applicazione della GenAI in azienda: “In ambito IT possiamo utilizzare la capacità generativa per lo sviluppo del software, in ambito HR per la classificazione di candidature e per automatizzare il processo di selezione, in ambito AFC possiamo sfruttare la capacità di sintesi per riassumere i documenti legali o i contratti, al fine di identificare rapidamente termini e condizioni chiave. In ambito produzione possiamo implementare soluzione di AI per l’estrazione di metriche di performance dai dati di produzione e in ambito marketing è possibile utilizzare le capacità generative dell’AI per rispondere a domande comuni dei clienti su prodotti o servizi. Sono davvero innumerevoli gli esempi che potremmo fare per tutti i casi d’uso possibili. Come spesso accade con il progresso tecnologico, tra poco quasi tutti ci chiederemo: “Ma come facevamo quando non c’era?”

La terza puntata esplora il modo in cui le aziende tecnologiche come IBM aiutano le imprese. “Mettendo a disposizione delle piattaforme molto potenti che a me piace paragonare a “cassette degli attrezzi”, scatole di strumenti pronte all’uso per venire applicate al contesto specifico di ogni azienda, che aiutano a essere più efficienti e più veloci”, spiega Claudia Di Stefano, Principal IBM Client Engineering Manager.

La manager ricorda che l’AI è sempre complementare e non si sostituisce mai all’uomo, ma lo affianca e ne aumenta le capacità. “L’AI rende il lavoro più veloce e ci permette di dedicarci ad attività più a valore e più creative. Pensiamo al suo utilizzo per attività come l’analisi di dati, la gestione dei ticket e dei documenti: l’effettivo contributo umano è nella valutazione finale”.

In questo scenario, la piattaforma watsonx di Ibm si differenzia perché non fornisce una soluzione uguale per ogni realtà, ma si adatta al contesto, utilizzando il linguaggio di business della funzione e dell’azienda a cui viene applicato, contestualizzando le risposte. L’AI impara e si adatta.

“Inoltre – aggiunge la manager -, è trasparente, ovvero è sempre possibile capire il ragionamento che c’è dietro alle risposte e alle decisioni che vengono prese, e questo è molto importante in settori quali la PA, le HR o la sanità. Questo significa garantire l’etica, e per IBM è un elemento fondamentale”.

A partire dalle esigenze specifiche di ciascuna azienda, Uno Informatica e IBM applicano una metodologia efficace e sperimentata che porta a sviluppare soluzioni con l’AI generativa.

“Si tratta di un Innovation workshop realizzato con un team multidisciplinare, che mette al centro i dati del cliente e le esigenze delle persone in azienda – spiega Paolo Sarchini –. Si parte analizzando uno use case, anche piccolo a piacere, e si arriva a definire come scegliere il modello e come addestrarlo in base ai dati del cliente, in un ciclo di ottimizzazione continua. La metodologia ha come elemento baricentrico una visione etica dell’innovazione che si occupa della governance dei dati e pone al centro le persone ed i bisogni delle aziende”.

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