Reportage

Microsoft Forum 2017, in scena il presente e il futuro prossimo dell’innovazione

Artificial intelligence, machine learning e IoT – ma anche “mixed reality” – sono gli ingredienti della rivoluzione tecnologica, che deve essere rapida e democratica. Per trovare nuove soluzioni ai nuovi problemi di business, secondo l’esperto Alec Ross, bisogna fare più spazio ai giovani. Le esperienze di Dolce&Gabbana, Luxottica, Salvagnini e ATM

Pubblicato il 14 Mar 2017

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Un momento del Microsoft Forum 2017

Appuntamento con l’innovazione che si tocca con mano, anche per le PMI, all’edizione 2017 del Microsoft Forum. L’evento, che si è tenuto l’8 marzo a Milano e che ha registrato 1800 presenze più quattro mila contatti sulla diretta streaming, ha catalizzato l’attenzione sulle premesse e sugli effetti che rendono artificial intelligence, machine learning e IoT ingredienti indispensabili per qualsiasi organizzazione desiderosa di crescere nel nuovo contesto competitivo. «Nel 2018 metà della popolazione mondiale userà servizi di AI», ha spiegato Carlo Purassanta, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, facendo gli onori di casa. «Una tecnologia che avrà un forte impatto specialmente sui settori della finanza, del manufacturing, del retail e della salute, ma che in realtà si farà sentire su qualunque verticale». Ed è sul dialogo tra uomo e macchina che Microsoft sta puntando i propri sforzi, con 12 miliardi di dollari investiti in R&D e 15 miliardi per lo sviluppo della piattaforma Azure. «Il Cloud – e quindi la capacità di calcolo – è insieme alla crescita esponenziale dei dati a disposizione e alla scienza degli algoritmi uno dei pilastri della rivoluzione che ci permette di adottare nuovi paradigmi, e di far assorbire alle macchine, pian piano, caratteristiche umane. I sistemi vanno però allenati attraverso il deep learning e necessitano nuovi hardware, con chip che a loro volta funzionino emulando il comportamento del corpo umano». Ma Purassanta, tenendo i piedi per terra, ha anche commentato lo stato attuale delle cose. «Oggi ci sono enormi opportunità perché la tecnologia ha un rapporto qualità/prezzo ottimo, ma in Italia il non aver investito ha messo in sordina la capacità di capire come si fa innovazione. Per questo adesso occorre velocità, senza dimenticare il principio della democratizzazione, che dev’essere fondante quando si parla di digitale».

Sperimentare, il vero senso della digital transformation

L’accessibilità alle nuove tecnologie non è solo una questione di etica, ma anche di competitività. In tutto il mondo, dai mercanti nei villaggi del Togo agli sconfinati terreni d’allevamento della Nuova Zelanda, stanno infatti fiorendo micro business in grado di crescere rapidamente proprio grazie alla penetrazione di smartphone, sensori e strumenti di comunicazione M2M. Ne ha parlato Alec Ross, ospite d’onore del forum e autore del bestseller ‘The Industries of the Future‘, oltre che, negli anni scorsi, consulente per l’innovazione al Dipartimento di stato USA. Ross ha descritto in breve il proprio percorso imprenditoriale, che l’ha portato in otto anni dal fondare una società composta da tre persone a dirigere un gruppo con 200 collaboratori. Ma per il guru non è solo una questione di tecnologia: «Ho girato per 41 Paesi, e credo che i mercati e le aziende che fanno di più per le pari opportunità delle donne saranno quelli che competono meglio. C’è dell’altro. Quando mi trovo in Silicon Valley a discutere con i decisori d’azienda, di solito sono il più vecchio (Ross è nato nel 1971, ndr) tra quelli seduti al tavolo. Quando arrivo in Italia, sono sempre il più giovane. Dobbiamo dare più potere e autorità alle persone che hanno meno di 40 anni: Microsoft, Facebook, Oracle e Youtube sono tutte iniziative di ventenni. Non è un discorso contro chi ha più esperienza, ma un invito ad aggiungere un posto a tavola per i giovani, e a rischiare. Bisogna dire no al grey twilight, al crepuscolo grigio. Bisogna sperimentare, fallire e non arrendersi».

Sperimentare è la parola giusta quando si parla di Hololens. un computer da vista più che un visore, che grazie alla sua CPU dedicata e a una speciale HPU (holographic processing unit) inserisce l’utente in un’esperienza immersiva in real time a metà strada tra virtual reality e augmented reality, con la possibilità di interagire con elementi e suoni tridimensionali inseriti coerentemente nell’ambiente fisico. Non a caso Fabio Santini, Direttore Divisione Developer Experience and Evangelism di Microsoft Italia, durante la demo sul palco, l’ha definita «mixed reality», spiegando che la soluzione può essere declinata in disparati contesti, dall’entertainment alla progettazione industriale, senza dimenticare la collaboration e la formazione avanzata. In Italia, però, non esistono ancora casi d’uso ufficiali.

La parola alla grande impresa: D&G, Luxottica, Salvagnini, ATM

Ma qual è il punto di vista delle aziende? Marco Gay, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, è ottimista. «Le grandi trasformazioni tecnologiche di solito hanno più impatto, rispetto agli investimenti, sulle organizzazioni di dimensioni maggiori, mentre sono colte con flessibilità dalla PMI. In Italia abbiamo perso molte opportunità, ma gli anni di sperimentazione e verifica dei protocolli ci permettono ora di partire da standard e tecnologie già pronte all’uso. Ora la differenza la fa il capitale umano. E su questo siamo molto forti».

A confermare le parole Gay c’erano i clienti che Microsoft Italia ha chiamato in qualità di primi attori della digital transformation a cavallo dei più svariati settori. Oscar Grignolio, Direttore dei Sistemi informativi e telecomunicazione di Dolce&Gabbana, ha spiegato che il Cloud si sta rivelando un alleato strategico della maison: l’azienda ha infatti scelto di adottare la piattaforma Cloud Microsoft Dynamics 365, che offrirà la possibilità di avere costantemente aggiornata una vista completa dei clienti e della disponibilità di prodotti finiti in ciascuna area geografica e per ciascun canale di vendita in modo scalabile, flessibile e affidabile. «Siamo partiti dall’analisi del punto vendita», ha detto Grignolio, «dovendo indagare come ottimizzare i processi retail e ci siamo accorti che in realtà dovevamo intervenire a monte, definendo i prodotti più adeguati per un mercato in continua evoluzione. Così, grazie a Dynamics, siamo riusciti ad avere in negozio il prodotto giusto al momento giusto, contestualizzato con il territorio e uscendo dalle logiche stagionali».

Secondo il Direttore dei Sistemi informativi di Luxottica Dario Scagliotti l’adozione della suite Cloud per la collaborazione Office 365, ha permesso al gruppo specializzato in occhialeria di adottare un approccio smart working. Microsoft Cloud Analitycs Platform sta invece abilitando un importante progetto di valorizzazione dei dati per migliorare l’esperienza dei clienti e tradurre le informazioni in decisioni finalizzate a offrire maggior valore e servizi ai consumatori. «Come coinvolgere il consumatore? In questo mondo globale e standardizzato, ognuno vuole riaffermare il suo io, far parte della comunità con qualcosa che lo caratterizza. Per questo dovevamo profilare i nostri clienti, generare cluster e indirizzare proposte e offerte in maniera personalizzata. Eravamo consci dei dati che avevamo, ma non sapevamo come utilizzarli meglio e più in fretta. Attraverso la soluzione Microsoft, il database contenente dati transazionali è stato integrato con informazioni di diversa natura anche di tipo ambientale, economico e sociale per creare profili e cluster di utenti più ricchi di insight».

Quello di Salvagnini, specialista nella progettazione, produzione e vendita di macchine per la lavorazione della lamiera, rappresenta un caso emblematico di Industry 4.0, in quanto facendo leva sulle potenzialità della piattaforma Cloud Azure e delle tecnologie di IoT e Machine Learning di Redmond, l’azienda sta integrando nei propri macchinari servizi intelligenti di monitoraggio e assistenza da remoto, facendo evolvere la relazione con i propri clienti in una logica di collaborazione, come ha spiegato Roberto Franchini, Digital innovation Manager del gruppo. «Siamo partiti un anno fa col progetto, e ora siamo nella fase in cui vediamo i risultati tangibili. Riusciamo a leggere i sintomi, e di intervenire, senza più dover aspettare che si manifesti la malattia. Per noi la rivoluzione dello smart manufacturing si può sintetizzare in tre parole: prestazione, relazione (anche tra uomo e macchina) e sicurezza».

ATM, l’azienda che gestisce il servizio di trasporto pubblico di Milano e Monza oltre alla metropolitana di Copenaghen, ha scelto Microsoft per ripensare i propri processi e migliorare il servizio ai viaggiatori, integrando la tecnologia intelligente nel proprio modello di business. Roberto Andreoli, Direttore Sistemi informativi, Telecomunicazioni e bigliettazione, ha precisato che l’app mobile ATM è nata grazie a Cloud Azure Web Apps, mentre il percorso di trasformazione digitale sta ora proseguendo con l’adozione di strumenti di analisi, come SQL Server, Azure SQL Datawarehouse, Power BI e Azure Machine Learning, che consentono di elaborare in tempo reale grandi volumi di dati eterogenei, visualizzarli in modo dinamico attraverso infografiche e creare modelli predittivi. «Abbiamo inoltre allo studio soluzioni di pagamento innovative», ha spiegato Andreoli, «e grazie al machine learning sarà possibile osservare il cambiamento nelle abitudini di pagamento degli utenti per armonizzare gli investimenti sui sistemi di bigliettazione».

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