Sfruttare il potere dei dati puntando sull’integrazione e sulla loro interoperabilità è uno dei nodi da sciogliere se si vuole rendere le Supply Chain resilienti.
E una parte importante in tal senso spetta a Holonix, azienda nata 14 anni fa come spin-off del Politecnico di Milano, che in prima battuta si è occupata dalla tracciabilità di prodotto con soluzioni IoT e che nel tempo si è specializzata nella gestione remota dei macchinari e delle flotte di macchinari.
L’azienda oggi è uno dei partner del progetto europeo MODUL4R – G.A. 101091859, che afferisce al programma quadro Horizon Europe, lanciato per individuare “strategie di produzione industriale per il controllo distribuito e catene di fornitura resilienti, rapidamente reattive e riconfigurabili”, come racconta il suo CEO, Jacopo Cassina, che abbiamo intervistato
Holonix e il ruolo nel progetto europeo per l’interoperabilità dei dati
«A fronte di uno scenario che si configura come caotico e complesso, le ricadute sulle Supply Chain sono consistenti – racconta Cassina -. Nasce da qui la necessità di ottimizzare e riprogettare le catene di fornitura, ed è quello che si prefigge MODUL4R con il concepimento di una piattaforma digitale multi-obiettivo per far fronte ad eventi inattesi e interruzioni, tenendo conto delle specifiche del cliente, delle istanze della transizione verde e della questione ambientale, insieme alle limitazioni e capacità del sistema che influenzano le catene del valore della produzione».
E per rispondere alle diverse esigenze il progetto, che ha una durata di 42 mesi (è partito il primo gennaio 2023 e terminerà il 30 giugno 2026, ndr), contempla 19 partner di diversi Paesi europei.
«Il coinvolgimento di più attori consente di lavorare su Supply Chain con diverse caratteristiche intrinseche, in termini di profondità, complessità, estensione geografica, livello di sicurezza dal punto di vista della privacy e della confidenzialità dell’informazione. In particolare, MODUL4R si concentra su tre ambiti: aerospace, automotive ed elettronica», ricorda il CEO.
In generale si tratta di progetti data-driven, che, nell’ambito dello smart manufacturing, richiedono un flusso informativo per una migliore gestione delle risorse per la produzione e l’interoperabilità.
E a Holonix spetta il compito di supportare l’interconnessione delle macchine della Smart Factory con il Cloud, la raccolta dati e la relativa accessibilità e la loro gestione sul Cloud. È l’intermediario che abilita all’utilizzo e all’analisi dei dati, fornendo soluzioni per la comunicazione e l’integrazione, sia dei dati sia dei device e delle applicazioni che analizzano le informazioni per effettuare la diagnostica. In pratica, ribadisce Cassina, «raccogliamo dati da diverse fonti – macchine, macchine smart, smart factory, sistemi legacy piuttosto che sistemi esistenti – e li gestiamo sia in tempo reale, abilitando uno scambio di informazioni molto rapido fra i diversi partner, sia lavorando sullo storico che può attingere anche a informazioni raccolte nel tempo, con una granularità variabile. Quello che fa Holonix è andare oltre il classico approccio “a piattaforma” prediligendone uno “distribuito” e peer-to-peer, seguendo la filosofia dei Data Space, che coniugando aspetti tecnici e legali sulla gestione dei dati consente di scambiarli in maniera completa e sicura, questo perché i connettori che funzionano nei database devono essere certificati».
E questo anche in virtù del fatto che da sette anni Holonix è membro dell’International Data Space Association, che «lavora per standardizzare il protocollo dei Data Space, utilizzato in diversi progetti e realtà, sia a livello europeo sia a livello di singoli stati, ribadisce Cassina -. Utilizzando questi strumenti di scambio dati e questi protocolli, chiamati IDS (International Data Space), abbiamo abilitato all’interno di MODUL4R lo scambio dati tra i partner. E poi, da un punto di vista più commerciale, stiamo realizzando insieme ad UCIMU un Data Space per i produttori di macchine industriali. In questo caso ci siamo occupati non solo di codificare la metodologia di scambio dati, ma anche la semantica in modo da rendere interoperabili le informazioni».
Tre esempi di applicazioni concrete di utilizzo dei dati
«Il flusso di dati bidirezionale può essere utile per attivare un’azione reattiva a una problematica piuttosto che la manutenzione predittiva rispetto al termine dei consumables su una macchina, che può inviare in automatico una richiesta di manutenzione o di sostituzione di componenti», racconta il CEO.
Il supporto può riguardare anche la pianificazione di breve e medio termine, che viene fatta tenendo conto dei dati dei fornitori, a prescindere che si tratti di materiali, componenti o energia. Ma i dati possono essere anche un valido supporto per fare delle analisi strategiche di lungo periodo, che partendo dallo storico, consentono di prendere decisioni più efficaci per la Supply Chain.
«Tutta questa mole di informazioni può essere analizzata da sistemi di Analytics o di Intelligenza Artificiale, senza però tralasciare mai il ruolo che ha l’uomo, a cui spetta l’ultima parola quando si tratta di prendere decisioni. Siamo convinti che di fronte alla complessità della Supply Chain e a un aspetto così intangibile com’è la resilienza l’attenzione dell’essere umano è determinante, ed è per questo che noi parliamo di Augmented Intelligence, piuttosto che di Artificial Intelligence», conclude Cassina.