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Zucca, CEO Anthesi: «La digital transformation? Umana e integrata»



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Attraverso strumenti innovativi come elixForms e un impegno costante verso la interoperabilità e la formazione, la società affianca i clienti in progetti che ottimizzano i processi amministrativi ponendo grande attenzione a migliorare la qualità della vita degli operatori e, al contempo, dei propri collaboratori

Pubblicato il 9 mag 2024

Claudia Costa

Giornalista



Anthesi: La digital transformation
Immagine di Lightspring da Shutterstock

Oggi la vera sfida, tanto per il settore privato quanto per il pubblico, non è più la digital transformation in sé, quanto la capacità di realizzarla in modo efficiente per stimolare una crescita stabile e continua. Ciò richiede l’abilità di attenzionare tanto gli aspetti tecnologici quanto la componente umana che deve essere in grado di rapportarsi con le ‘macchine’. In questo contesto, la mancanza di un approccio integrato non solo preclude la creazione di un valore aggiunto per tutti i partecipanti, ma impedisce l’avvio di processi virtuosi, relegando i progetti di trasformazione digitale a episodi isolati, senza continuità.

Il valore aggiunto della digital transformation

Grazie a strumenti come elixForms, una piattaforma per la dematerializzazione della modulistica legata ai procedimenti amministrativi, per Anthesi è possibile generare quel valore aggiunto della soddisfazione che si estende dall’amministratore agli operatori, per arrivare ai cittadini che beneficiano di un accesso semplificato ai servizi.

La filosofia di Anthesi si concentra sul fornire strumenti digitali potenti ma anche occasioni di formazione per ottimizzare l’uso di questi tool ed eliminare qualsiasi barriera, promuovere l’interoperabilità e incentivare il lavoro collaborativo all’interno di vere e proprie smart communities. «Una visione che trascende i confini tradizionali e si prepara a rispondere alle esigenze di un ambiente internazionale, in particolare europeo, in linea con le aspettative del decennio digitale», afferma Paolo Zucca, CEO Anthesi.

Who's Who

Paolo Zucca

CEO Anthesi

Paolo Zucca

Un 2023 di crescita e innovazione nel segno del digitale

Anthesi si avvicina a compiere trent’anni di esperienza nel supportare le organizzazioni pubbliche e private nel processo di innovazione, modernizzazione ed orientamento dei servizi a Internet, con applicazioni web orientate alla razionalizzazione e dematerializzazione dei processi e un approccio ‘open first’ orientato alla community, quindi interoperabile e in grado di interagire in ambienti multivendor. Una traiettoria che non accenna a rallentare e che evidenzia l’efficace strategia di digital transformation messa in atto dall’azienda.

All’inizio dell’anno è stato pubblicato uno studio di settore – il rapporto Plimsoll – che si avvale dei dati finanziari del 2022 secondo cui Anthesi ha raggiunto una posizione di rilievo, classificandosi tra le prime 50 compagnie per crescita nel dominio di riferimento dei servizi SaaS (Software as a Service). Ciò testimonia una crescita sostenuta e superiore alla media del settore per il terzo anno consecutivo. Inoltre, secondo analisi interne il 2023 non solo ha confermato questa tendenza positiva ma l’ha addirittura superata, registrando un incremento del 20% circa.

Innovare con umanità, il motto di Anthesi

L’impiego dell’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa, è ormai diventato un elemento fondamentale e anche per Anthesi ha avuto un impatto amplificativo sull’efficienza in vari ambiti, accelerando e migliorando processi che vanno dal marketing allo sviluppo software in maniera trasversale. Inoltre, l’azienda sta implementando una serie di sessioni formative mirate a consentire un utilizzo autonomo e ottimale di questa tecnologia

«Ciò che consideriamo essenziale – osserva Zucca – è l’applicazione sperimentale di queste tecnologie all’interno del nostro team. In altre parole, ci concentriamo sul valore che questa trasformazione può apportare a noi stessi come individui e come gruppo di lavoro per poi essere ancor più abili nell’aiutare altre realtà a intraprendere lo stesso percorso».

L’approccio di Anthesi si distingue per una marcata attenzione verso la componente ‘umana’ dell’innovazione tecnologica affinché abbia un impatto diretto sul modo in cui si collabora. Per questo ha optato per nuovi modelli di benessere professionale, rafforzando il proprio impegno verso il progresso tecnologico ma anche sociale e personale.

Ridefinire il benessere aziendale

«Abbiamo adottato e ampliato il concetto di lavoro flessibile, rendendo il full smart working una pratica ben radicata all’interno della nostra cultura aziendale. Ciò ha trasformato l’ufficio in un ambiente distribuito, permettendo alla squadra di lavorare non solo da casa ma da qualsiasi luogo desideri, rendendo questa flessibilità un elemento distintivo del nostro modo di operare», continua Zucca.

L’introduzione della settimana corta, un argomento molto discusso nell’ultimo anno, è diventata realtà per Anthesi a partire da febbraio. Questo cambiamento ha dato un forte impulso al benessere aziendale, insieme all’avvio del sistema di peer-to-peer rewarding, che è stimolante perché consente ai dipendenti di premiarsi reciprocamente con riconoscimenti diretti.

In aggiunta, spiega Zucca «abbiamo continuato a sostenere l’obiettivo della carbon neutrality, una direzione che abbiamo intrapreso con determinazione negli anni passati, e abbiamo consolidato il nostro impegno verso la parità di genere».

Nuovi modelli che promuovono wellbeing e produttività

La decisione di adottare lo smartworking e la settimana corta nasce da una riflessione sullo scopo della digital transformation che secondo Anthesi si concretizza nel miglioramento della qualità della vita e quindi nell’equilibrio tra vita professionale e personale. La collaborazione e la partecipazione attiva dei dipendenti nella definizione di questi modelli hanno garantito la loro immediata applicabilità senza impatti negativi sull’organizzazione o sui clienti.

«Misurare produttività e benessere attraverso indicatori di prestazione (KPI) può rivelarsi una sfida complessa, ma ci siamo concentrati sulle motivazioni alla base della digitalizzazione e sul modo in cui valutarne l’efficacia – spiega Zucca –. Abbiamo investito nell’assunzione di nuovi talenti e nella riduzione delle ore di lavoro pro capite».

I benefici di una trasformazione digitale partecipata

L’impatto di queste iniziative sui collaboratori è stato positivo, come dimostrato dalle campagne di reclutamento. Un successo da imputare anche alla collaborazione con i dipendenti. «La progettazione partecipativa ha reso il nostro modello immediatamente fruibile e benefico, senza incidere negativamente sull’organizzazione» dichiara Zucca.

«Il valore che un team percepisce nel contribuire al contesto in cui opera, attraverso il proprio sforzo intellettuale e pratico, è straordinariamente motivante – aggiunge Zucca – Tuttavia, instaurare una tale cultura in un ambiente complesso e dinamico, preservando al contempo l’individualità e le scelte personali e familiari, richiede pazienza, organizzazione e collaborazione. Questo è l’impegno che abbiamo scelto di assumere».

La digital transformation sta cambiando il volto dei servizi pubblici

Lidia Moiola, CEO Anthesi, ci ha raccontato alcune testimonianze che dimostrano la capacità di adattarsi efficacemente alle richieste del mercato. Tra gli utilizzatori più frequenti della piattaforma di Anthesi si annoverano il Comune di Milano, il Ministero del Turismo e il Ministero delle Infrastrutture.

Tuttavia, oltre a queste realtà ben note, emergono storie legate a uffici pubblici che tradizionalmente non ricorrono massivamente a strumenti tecnologici. «Un esempio emblematico è rappresentato dai servizi sociali che, in un periodo di crescente bisogno, hanno sfruttato elixForms per gestire efficacemente bandi di contributo riguardanti tra gli altri taxi, buoni spesa e sostegno per le spese energetiche», racconta Moiola.

Who's Who

Lidia Moiola

CEO Anthesi

Lidia Moiola

Un altro caso di rilievo arriva dall’Emilia Romagna, in particolare dall’Unione dei Comuni di Reno, Lavino e Samoggia che gestisce circa 12.000 istanze annue, servendo una popolazione di 112.000 abitanti. Grazie all’erogazione e distribuzione di servizi su larga scala, Anthesi ha consentito ai vari comuni di creare moduli in modo autonomo e indipendente, anche da parte di personale non tecnico. «A permettere questa autonomia è stata la formazione fornita da Anthesi che ha reso la piattaforma accessibile e utilizzabile in modo esteso» sottolinea Moiola.

Infine, merita menzione il caso di ATC Servizi del Piemonte, una società multiservizi di Torino che, tramite la piattaforma elixForms di Anthesi, ha integrato le proprie applicazioni interne per facilitare la richiesta di duplicati delle bollette e il recupero di informazioni sul nucleo familiare. «Questo caso – continua Moiola – evidenzia la versatilità della soluzione di Anthesi, in grado di adattarsi a esigenze diverse e di promuovere il riuso delle applicazioni in altre realtà ATC sul territorio nazionale».

L’ambizione? Conquistare il settore accademico e innovare il back office

Volgendo lo sguardo verso il futuro, le priorità dell’azienda si collocano in una visione di crescita e diversificazione. Tra gli obiettivi principali per il 2024, vi è l’intenzione di espandere l’offerta verso nuovi mercati, con un focus particolare sul settore accademico. L’ambizione, sostenuta da un crescente interesse manifestato dagli atenei stessi, è incrementare la percentuale degli atenei italiani che si avvale del sistema fornito dall’azienda dal 30-35% attuale al 50%.

Entro la fine dell’anno è previsto il lancio di elixPro, un nuovo modulo destinato a svolgere un ruolo cruciale nel disegno dei processi di back office. La nuova funzionalità, progettata come complemento di elixForms, rappresenta un’ulteriore evoluzione dell’offerta aziendale, segnando un passo importante nel completamento del portafoglio di soluzioni.

«Offriamo alle amministrazioni pubbliche un sistema evolutivo che risponde dinamicamente alle necessità future», afferma Moiola. Tale approccio si serve di una piattaforma che promuove l’autonomia degli enti nella gestione dei processi digitali e punta sulla formazione mirata e continua agli operatori, con un focus sul personale non tecnico, ampliando così il coinvolgimento dei responsabili dei procedimenti. «Un avanzamento cruciale per la pubblica amministrazione, che potrebbe avere ripercussioni positive anche sul piano dello sviluppo economico» conclude Moiola.

Contenuto in partnership con Anthesi

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