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Oracle, un Cloud ormai a tutto campo: «Niente da invidiare ad Amazon»

All’OpenWorld, il megaevento in corso a San Francisco, il fondatore ed Executive Chairman Larry Ellison ha proposto la società come partner di riferimento per costruire ambienti ibridi cloud-on premise, con massima sicurezza e affidabilità anche per i workload più mission critical. «Oltre l’80% dell’intera offerta applicativa, middleware e infrastrutturale di Oracle è in Cloud»

Pubblicato il 20 Set 2016

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SAN FRANCISCO – Il percorso verso uno scenario di architetture informative aziendali largamente orientate al Cloud Computing è ancora lungo. I workload “nella nuvola” per ora sono soltanto il 5% del totale. Ma non c’è dubbio sul fatto che il Cloud rappresenti, già oggi, ma ancora più in futuro, la via diretta per l’innovazione digitale dei modelli di business. Un’innovazione più veloce, più sicura e forse anche più economica rispetto agli standard che hanno caratterizzato l’IT aziendale negli scorsi anni. Certo l’arena dei player in grado di proporre una gamma di soluzioni competitive alle organizzazioni che hanno sempre più bisogno di disegnare correttamente, rispetto ai propri business, ambienti IT ibridi cloud-on premise, va restringendosi. Fanno estremamente sul serio i “pure cloud” Amazon e Google, e anche Microsoft, che si è ritagliata una credibilità (e un’offerta) importante nei servizi Cloud con la piattaforma Azure.

In questo scenario anche Oracle è fortemente determinata a giocare una partita da protagonista, e la vetrina migliore per mostrare la sua strategia è da anni l’OpenWorld, il tradizionale “mega evento” annuale di una settimana che è in pieno corso a San Francisco, con vari keynote e 2400 sessioni davanti a circa 60 mila persone tra partner, clienti, analisti e stampa.

Nel classico keynote di apertura, domenica pomeriggio, il fondatore Larry Ellison, oggi Executive Chairman and Chief Technology Officer, ha riversato sulla platea la consueta messe di annunci. Tutti in un’unica direzione: quella di fornire in Cloud ogni tipo di servizio: applicazioni, infrastrutture, piattaforme di middleware e di sviluppo, database, analytics, servizi di integrazione di applicazioni Cloud to Cloud e Cloud-to-on-premise, con design visuali di orchestrazione realizzabili in pochi minuti, un marketplace di servizi di integrazione da acquistare sempre on demand, ambienti di sviluppo in Cloud, e ancora tanto altro finalizzato a facilitare la coesistenza tra ambienti on premise e Cloud attraverso strumenti di gestione e di orchestrazione evoluti. Obiettivo: sviluppare quegli ambienti ibridi che consentano, in relazione alle diverse esigenze di business, di spostare workload con rapidità ed efficacia avanti e indietro dal Cloud pubblico a quello privato, ai sistemi on premise.

A prescindere dal dettaglio tecnologico dei singoli annunci, il messaggio di Ellison è stato chiaro: far percepire, attraverso la grande mole di nuove soluzioni, la

decisa trasformazione Oracle verso il Cloud, ormai cominciata già da 3-4 anni ma che ha oggi raggiunto oltre l’80% del portafoglio di offerta applicativa, middleware e infrastrutturale della società. Se c’è un attore – questo il messaggio esplicito di Ellison – che può rivestire il ruolo di accompagnatore delle imprese verso la costruzione di ambienti ibridi on premise-cloud mission critical, quello è Oracle. «Il dominio di Amazon nel Cloud è finito: la pressione competitiva su di loro è ormai forte», ha detto Ellison, spiegando poi il concetto: «Oggi abbiamo sul mercato una situazione frammentata: nel SaaS gli attori che consideriamo sono Workday (società fondata nel 2005 da Aneel Bhusri e Dave Duffield, quest’ultimo fondatore di PeopleSoft, con l’obiettivo di fornire applicazioni HR e Finance in Cloud), Salesforce.com, non SAP. Nel PaaS, per noi ci sono Amazon e Microsoft, non IBM; nello IaaS c’è ancora Amazon ma non IBM o EMC. Noi, invece, siamo gli unici a poter competere nel Cloud su tutti i fronti, garantendo su tutta la gamma di offerta di servizi i costi più bassi di acquisizione, fault tolerance, performance elevatissime su data base, middleware e analytics, una base di tecnologie standard, la facilità di movimentazione applicativa tra on premise e Cloud e infine la garanzia che questa attività avvenga in piena sicurezza».

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