Dal punto di vista normativo Catti mette in evidenza nell’articolo che si sta componendo un quadro chiaro di indicazioni provenienti dal legislatore finalizzate a stimolare il ricorso al digitale per creare il Mercato Unico Digitale Europeo. Si tratta di regole condivise da applicare nelle relazioni commerciali in tutti i paesi dell’UE.
Nello stesso tempo dal punto di vista tecnologico Catti osserva che sono cresciute le offerte in termini di prodotti e soluzioni, sono diventate poi più affidabili e le imprese hanno maggiori opportunità a disposizione. nel servizio si citano i dati dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, e si osserva che nel 2013 erano ca. 5.000 le imprese che portavano in Conservazione Digitale le loro Fatture – rispettivamente il 39% delle grandi attive in Italia e poco più dell’1% delle PMI. Con l’avvento della Fatturazione Elettronica verso la PA – stimolo normativo – quanti fanno Conservazione Digitale delle Fatture è cresciuto del 2.500% tra 2013 e 2014, arrivando a superare le 130.000 unità e proseguendo in forte crescita nel 2015.
Inoltre, sempre secondo l’Osservatorio, nel 2014 erano ca. 10.000 le imprese connesse via EDI – rispettivamente un 38% delle grandi attive in Italia e poco più del 3% delle PMI. Oggi queste sono cresciute di 650.000 unità: imprese che hanno emesso ca. 25Mln di Fatture Elettroniche strutturate nel solo 2015 verso le PA italiane (dati AGID).
Who's Who
Paolo Catti
Associate Partner, VPS
I dati confermano che la trasformazione digitale è in atto e sta interessando la nostra economia e la nostra società. Ma Catti rileva che il fenomeno è per il momento ancora poco governato e appare molto influenzato dai soli obblighi normativi. Sembra cioè mancare una visione d’insieme in grado di dare vita a un vero e proprio engineering digitale.
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