Strategie digitali

Tatiana Rizzante, CEO di Reply: «La nuova creatività è data driven»

A margine dell’evento milanese Xchange 2016, che ha riunito a Milano partner e clienti, la CEO, insieme con il CTO Filippo Rizzante, ha delineato i nuovi filoni di innovazione del System Integrator: digital experience, additive manufacturing, stampa tridimensionale, realtà aumentata e virtuale, blockchain. Attesa per il 2016 una crescita del fatturato del 10%, con un peso crescente dei mercati esteri

Pubblicato il 18 Lug 2016

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Tatiana Rizzante CEO di Reply

Un fatturato 2015 di 705,6 milioni di euro, con buone prospettive di crescita (oltre il 10% quella stimata) per quest’anno, visto che il primo trimestre si è chiuso con un consuntivo di 186,3 milioni di euro.
Un mix di competenze unico, che comprende la padronanza di tecnologie e architetture IT e la creatività legata alla digital experience multimediale. Il tutto condito da un’expertise manageriale fortemente verticalizzata, focalizzata in particolare sui settori automotive, manufacturing, retail, banche, energia telco & media, assicurazioni e sanità. Una presenza ormai, a tutti gli effetti, globale, grazie ai presidi diretti in Benelux e Francia, Brasile, Regno Unito, Germania, Bielorussia, Polonia, Romania, Stati Uniti e Cina.

Questo l’identikit di Reply, system integrator fondato a Torino nel ’97 da Mario Rizzante e oggi realtà multinazionale con quasi 5mila addetti «ma di fatto un’azienda famigliare – puntualizza Tatiana Rizzante, Chief Executive Officer e figlia del fondatore Mario -. L’agilità e la cura per il cliente tipica delle aziende famigliari, in Reply si sposano con la ricerca continua di nuove dimensioni di innovazione digitale», dice la CEO, nel corso di una conferenza stampa a margine della convention Xchange 2016, che vede riuniti partner e clienti di Reply a Milano.

Accelerare l’approccio data driven con le giuste competenze

Una tensione, quella verso l’innovazione continua, che ha caratterizzato Reply fin dagli albori. «Il nostro è un modello di business che si basa sulle

Filippo Rizzante CTO di Reply

competenze diffuse – spiega Filippo Rizzante, Chief Technology Officer della società e fratello di Tatiana – e il nearshoring in Bielorussia, Polonia e Romania è un approccio tattico aggiunto di recente, più che altro per sopperire alla carenza di competenze locali».
La mancanza di figure professionali qualificate – con una formazione ingneristica e, possibilmente, una specializzazione informatica -, è sottolineata a più riprese dai fratelli Rizzante. Tanto che per colmare il gap, il system integrator torinese ha siglato nei giorni scorsi un accordo con The Data Incubator. Il programma di formazione per data scientist dell’organizzazione americana (8 le settimane di durata del percorso) sarà, quindi, disponibile anche in Europa, erogato da società del gruppo Reply che operano in Italia, Svizzera, Germania e Austria.

Bye bye digital marketing, benvenuta digital experience

«Al giorno d’oggi – incalza Tatiana Rizzante –, tutto diventa un prodotto digitale e ogni azienda è una società tecnologica. Ogni singolo oggetto connesso è sostenuto da una piattaforma IT e l’esperienza utente è sempre meno legata al bene fisico e sempre più connessa alla dimensione digitale. Il brand e il prodotto non sono più sufficienti, quel che conta davvero è l’experience». Experience che vuol dire ingegnerizzazione del servizio, capacità di connessione con il cliente attraverso tutti i canali, anche e soprattutto i social, ormai divenuti non più semplici punti di contatto ma strumenti attivi di collaborazione e costruzione di relazioni. Ecco perché, si dice convinta la manager, «la creatività oggi deve partire dai dati, dalla loro analisi e correlazione. La data driven creativity è la nuova creatività. Da qui le nostre recenti acquisizioni». Lo specialista di programmatic advertising Like e l’agenzia tedesca focalizzata sull’innovazione data driven T+D, anzitutto. L’ultima, perfezionata nei giorni scorsi, è quella della romana xister, studio creativo che opera nell’intrattenimento in chiave digitale. «Senza timore di smentita – si dice convinto Filippo Rizzante -, siamo oggi la prima digital agency italiana, con un organico di 900 persone e un’esperienza trasversale che va dall’employee engagement al marketing B2B con Avvio, dal digital branding di Bitmama alla user experience multimediale di Triplesense, per arrivare al digital entertainment di xister». Con in più anche la garanzia dell’efficacia, visto che a detta dei suoi vertici, Reply offre funzionalità di misurazione puntuale del risultato ottenuto da una campagna marketing lungo tutti i canali.

La realtà immersiva arriva in corsia

Credits: Reply

Nell’area espositiva della manifestazione meneghina, in mostra tutte le declinazioni dell’innovazione digitale per il B2B. La realtà aumentata, anzitutto, utilizzata per la manutenzione in remoto, il training su macchinari industriali e la presentazione multidimensionale dei prodotti. Con casi utente noti come quello dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano, che usa le tecnologie di Forge Reply, lo specialista del segmento engagement digitale e gamificazione del gruppo. All’interno di due stanze appositamente attrezzate dall’I.R.C.C.S. con tecnologia CAVE (Cave Automatic Virtual Environment), gear, visori portatili e hololens (schermi olografici tridimensionali che permettono la collaborazione sullo stesso progetto), gli utenti possono sperimentare la telepresenza immersiva virtuale applicata alla cyberterapia, utile per la riabilitazione fisica e cognitiva dei pazienti.

Un business, quello legato alla realtà aumentata e virtuale, che Gartner stima sfiorerà i 200 miliardi di dollari nel 2020 e che secondo digi-Capital,

Credits: Reply

raggiungerà nello stesso anno i 120 miliardi di dollari, di cui 90 miliardi di dollari per la Augmented Reality (AR) e 30 miliardi di dollari per la Virtual Reality (VR). E Reply non si vuol far trovare impreparata, tanto da aver anche attrezzato un laboratorio VR, battezzato Area360, utile a riprodurre le esperienze immersive di supporto ai processi decisionali e operativi in azienda. Il laboratorio si trova all’interno del Parco Scientifico Tecnologico ComoNEXT di Lomazzo (CO) e impiega una ventina di operatori che sviluppano progetti complessi – una cinquantina quelli in essere.

La nuova fabbrica? Intelligente e modulare

Credits: Reply

In mostra alla convention anche le soluzioni dei partner Reply che si occupano di digital innovation nel segmento manifatturiero. Il factory 4.0 è una realtà e la fabbrica moderna è sempre più modulare. I robot interconnessi in futuro saranno tutti multifunzione e potranno essere riconfigurati verso nuovi task in pochissimo tempo e in modo economico. Proprio quello che si propone di fare Brick Reply, un MOM (Manufacturing Operations Management), che permette di configurare e gestire macchinari, robot e device presenti all’interno di un impianto produttivo. Presentato in versione preview durante Xchange 2016, Brick Reply sarà fruibile in modalità “as a Service” sul cloud pubblico di Microsoft, Azure.

Altro fronte sul quale l’azienda investe è quello dell’additive printing & manufacturing. La società ha acquisito alcuni mesi fa Protocube, ora divenuto il “braccio armato” di Reply nel segmento della stampa tridimensionale. La sua tecnologia è già utilizzata, tra gli altri, dai licenziatari di Superga. Permette loro di dar sfogo alla propria creatività e creare prototipi di scarpe da utilizzare per “saggiare” la risposta del mercato in vista della produzione su larga scala delle note sneaker “Made in Italy”.

Accompagnare le aziende verso la maturità digitale

Ma l’innovazione in Reply guarda anche all’area “calda” delle blockchain, con un team a direzione mista italo-tedesca. Diversi gli acceleratori coinvolti, impegnati a individuare i progetti più interessanti da finanziare in vari settori – telco, manufacturing e banking in testa. Proprio su quest’ultima industry, i pilota in corso premiano non già i pagamenti digitali fondati sulle catene di blocchi, per le quali esistono numerose applicazioni consolidate, ma la contabilità, le certificazioni e il trust in generale. «Ma non chiamateci innovatori – conclude il CTO -. Siamo una realtà che vuole prendere sottobraccio le aziende e accompagnarle nel loro percorso verso la maturità digitale. Questo vuol dire creare architetture altamente sicure, strutturate in microservizi facilmente riassemblabili. Lato cliente, invece, significa considerare piattaforme, dati e algoritmi come veri e propri asset aziendali, valorizzandoli come meritano. Ma vuol dire anche dimensionarsi rispetto al momento, evitando i cosiddetti gadget project, senza innamorarsi di una tecnologia a priori anche se, magari, non è quella più adatta alle proprie esigenze».

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