Intervista

Ifin Sistemi pronta per la fatturazione digitale B2B: «Un’evoluzione naturale»

A due anni dall’obbligo verso la PA, circa il 10% delle fatture XML in Italia oggi viene gestito con le soluzioni dell’azienda padovana, che sta già sperimentando la fatturazione elettronica tra aziende private in progetti presso multinazionali e multiutility. «Offriamo workflow completamente digitali del ciclo attivo e passivo, fino alla conservazione a norma. I servizi gratuiti entry level dello Stato non saranno un problema»

Pubblicato il 29 Giu 2016

redazione

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«In questi 15 mesi di piena operatività l’obbligo di fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione ha generato un grande fermento, e in Italia è sempre più diffusa la consapevolezza dei benefici. Non solo in termini di azzeramenti di costi (stampa, affrancatura e spedizione per il ciclo attivo, scansione, indicizzazione e archiviazione cartacea per il ciclo passivo), risparmi di tempi (consegna e approvazione), e controllabilità di gestione. Ma soprattutto di digitalizzazione di interi processi, dall’inserimento ordini alla gestione documentale». Così Giovanni Maria Martingano, amministratore di Ifin Sistemi, riassume la visione della società padovana, tra i principali specialisti italiani di soluzioni di dematerializzazione e conservazione digitale.

Con il decreto 127 dello scorso agosto il legislatore ha aggiunto agevolazioni scali e amministrative che dal prossimo gennaio favoriranno l’ultimo salto di qualità: la diffusione della fatturazione digitale B2B, cioè tra aziende private. «In questo modo la semplificazione e la digitalizzazione sono promosse nell’interazione tra qualsiasi coppia fornitore/cliente: si potrà uniformare facilmente il formato della fattura a livello di azienda e di gruppo, la gestione e conservazione digitale dei documenti sarà digitale, e ci si potrà predisporre all’invio della fattura elettronica anche ai privati cittadini».

Insomma il mercato si sta muovendo decisamente verso soluzioni digitali totalmente a norma e certificate: «Parlo dell’accreditamento Agid e della conserva- zione a norma, piuttosto che della ISO 27001, lo standard internazionale per gli aspetti legati alla sicurezza delle informazioni

Storicamente Ifin Sistemi, continua Martingano, è partita nella fatturazione elettronica proponendo soluzioni per il ciclo attivo verso la PA, e ampliando da subito il discorso dalla mera trasmissione verso Sogei della fattura ad altre criticità collegate molto diffuse. «Per esempio diversi clienti multinazionali avevano il problema di “tradurre” formati di fattura originati da sistemi contabili centralizzati, tipicamente SAP, magari installati in Germania, Francia o India, nel formato accettato da Sogei. Così abbiamo sviluppato un portale Web appunto di traduzione, conversione e trasmissione di fatture verso la PA, con una procedura integrata che arriva alla conservazione digitale a norma».

Parallelamente la società ha lavorato anche sul ciclo passivo della PA, sviluppando un portale Web di gestione integrata dell’intero processo, dalla notifica della fattura all’utente fino alla protocollazione e conservazione passando per la registrazione contabile e l’approvazione o rifiuto, tenendo sempre come obiettivo, sottolinea Martingano, la massima semplicità di attivazione e uso. Tirando le somme, la piattaforma Ifin Sistemi consente di gestire sia l’emissione di fatture attive verso la PA, sia la ricezione da parte della stessa PA. «Circa il 10% delle fatture XML in Italia oggi viene gestito tramite le nostre soluzioni: parliamo di milioni di documenti».

Come differenziarsi in un settore sempre più affollato

In un campo così attuale, però, dove la concorrenza è sempre più numerosa (gli esperti di settore parlano di oltre 200 operatori di fatturazione e conservazione digitale in Italia), continuare a distinguersi è decisivo. Una delle carte su cui punta Ifin Sistemi è appunto l’integrazione forte della fatturazione elettronica con i sistemi contabili più diffusi (SAP in testa) e con il sistema documentale, permettendo workflow completamente digitali e integrati di gestione delle fatture attive e passive, completati dalla conservazione digitale a norma. Altri elementi di differenziazione sono semplicità di adozione e multi-canalità: «Abbiamo un applicativo Web per la gestione del canale delle fatture attive e passive, un sistema di comunicazione e notifica multicanale (Web, Email, Sms) per gestire tutte le esigenze, e la possibilità di gestire molteplici utenti, uffici pubblici, enti e società».

Tra i più tipici casi d’uso delle soluzioni Ifin Sistemi, sottolinea Martingano, «ci sono i centri servizi digitali e gli intermediari che svolgono attività di back office e fatturazione per grandi realtà multinazionali, e quelli che una volta erano i postalizzatori, che con noi trovano la possibilità di nuovi business in sostituzione della carta, con ampi margini di personalizzazione e integrazione con le loro soluzioni specifiche».

Altri interlocutori tipici sono player (società di consulenza e process reengineering) interessati a guidare i propri clienti verso soluzioni tecniche e organizzative di nuova generazione, o grandi enti pubblici alle prese con progetti di digitalizzazione su scala regionale. E poi come già accennato ci sono multinazionali e grandi aziende, interessate anche a sperimentare da subito la fatturazione elettronica tra imprese. «Per le fatture B2B siamo già nella sperimentazione con l’Agenzia delle Entrate: stiamo facendo progetti su tracciati proprietari molto diffusi con grandi multinazionali e multiutility, nonché nei settori trasporti ed energy, integrando la conformità con le norme italiane in un’ottica di eProcurement europea, recependo per esempio il regolamento eIDAS e il progetto PEPPOL». Nel B2B, gli ambiti più avanzati sono l’automotive, «con progetti già avanzati tra costruttore e rete di concessionari», e le multiutility, «con iniziative più sperimentali verso i clienti aziendali sul territorio».

Dal punto di vista tecnico, continua Martingano, l’estensione delle soluzioni di fatturazione elettronica al B2B è un’evoluzione naturale. «Chi ha scritto le norme e chi le ha tradotte in indicazioni tecniche ha ascoltato gli operatori di mercato cercando di raggiungere l’obiettivo nel modo più semplice; d’altra parte è vero che diverse grandi aziende capofiliera e interi settori hanno definito dei formati proprietari, ma essendo la fattura PA a regime già da due anni, molti sono stati attenti a seguire schemi estremamente simili come architettura e formato, il che permetterà l’adozione della fattura b2b senza grandi stravolgimenti».

Infine una considerazione sulle polemiche nel settore per i servizi gratuiti di generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche che l’Agenzia delle Entrate renderà disponibili, mettendosi secondo qualcuno in concorrenza con gli operatori privati.

«Personalmente la penso in modo diverso. Lo Stato ha scelto di offrire dei servizi entry level agli attori più piccoli, artigiani e microaziende, per assicurarsi di coinvolgere tutti nella digitalizzazione. Io lo vedo come un rischio solo per chi offre servizi a scarsissimo valore aggiunto. Chi propone servizi di alto livello qualitativo certamente non ha nulla da temere».

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