Reportage

SAP Executive Summit, l’AD Masperi: “Bisogna puntare sulla creazione di un ecosistema allargato per gestire l’incertezza”

L’appuntamento annuale a Cernobbio è stato l’occasione per parlare di fonti di energia rinnovabili, geopolitica e tecnologie digitali. Sul palco anche i racconti delle esperienze di Prysmian, Leonardo, Pirelli e Campari. Scott Russell, Executive Board Member, Customer Success di SAP: “Continueremo a portare innovazione per creare valore, sia attraverso le nostra piattaforme sia attraverso le relazioni con i partner”

Pubblicato il 30 Mar 2023

sap executive summit

«L’incertezza è la nuova normalità. È questo il contesto in cui oggi le organizzazioni devono competere e per farlo devono essere consapevoli che le sfide non si superano da soli, bisogna puntare sull’interconnessione con l’intero ecosistema, per essere più forti, resilienti e sostenibili». È questo il messaggio forte e chiaro lanciato da Carla Masperi, l’AD d SAP Italia, dal palco di SAP Executive Summit, l’appuntamento annuale organizzato a Cernobbio, giunto alla 16esima edizione, che sancisce anche i 35 anni di presenza dell’azienda in Italia.

E non è un caso che il titolo di questa edizione sia “Getting closer”, a rimarcare il concetto di avvicinamento, che oggi diventa ancora più centrale nella strategia SAP, che ha accompagnato il percorso di digitalizzazione di 11mila aziende facendo affidamento su circa 400 partner: «Non basta agire solo sull’interoperabilità, oggi i clienti ci chiedono più resilienza, che si può raggiungere puntando sul dialogo con i partner tradizionali e con gli altri player tecnologici. Costruendo un dialogo aperto con l’intera filiera si può migliorare la pianificazione della domanda e degli scenari per rispondere al cambiamento continuo e si può avere una visibilità più ampia sulla supply chain», ha ribadito Masperi.

Ad abilitare queste interconnessioni è il Cloud, sempre più presente nelle aziende italiane (nel 2022, l’adozione delle soluzioni SAP è cresciuta del 50%) e poi c’è l’Intelligenza Artificiale, che calata nei processi aziendali può automatizzare i lavori ripetitivi, abilitare nuovi scenari di interazione con gli utenti grazie alla sua natura “conversazionale”, fornire capacità predittive.

Osservare con atteggiamento critico il presente per proiettarsi nel futuro

Pensando agli scenari futuri Roberto Battiston, Ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento, ha ribadito alla platea la necessità di guardare con il giusto discernimento quello che ci succede intorno, con un occhio diverso dal passato e non miope come coloro che, citando il fisico Richard Feynman, “non sono abbastanza istruiti per mettere in discussione ciò che gli è stato insegnato”.

Questo atteggiamento vale anche quando ci sono dei fenomeni dilaganti come ChatGPT, che nella prima settimana dal lancio ha registrato un milione di utenti: «ChatGpt è una grande straordinaria illusione, non è intelligente. Si tratta di un fenomeno dilagante (nella prima settimana dal lancio ha registrato un milione di utenti), a cui si deve dare il giusto peso. Bisogna capire cosa c’è dietro, altrimenti il rischio è di andare fuori strada. ChatGpt è un vocabolario intelligente che si rifà a testi esistenti. Si limita a estrapolare le relazioni probabili tra le informazioni presenti sulla rete e se i dati di partenza non sono accurati non saranno accurate nemmeno le risposte e le proiezioni dell’Intelligenza Artificiale», ha ribadito Battiston.

Il Professore ha inoltre sottolineato che sarà l’economia a trainare la trasformazione che oggi serve. E, in tal senso, un ruolo importante lo avrà trovare come utilizzare al massimo l’energia solare, perché «il sole produce 10mila volte più energia di quella che il pianeta sta usando. Inoltre, negli ultimi 10 anni si sono fatti passi da gigante nello sfruttamento delle energie rinnovabili: il prezzo del fotovoltaico è calato del 89%, l’eolico di un terzo, mentre il costo del petrolio e del carbone è stabile». Quello che si aspetta il Professore è che fra dieci anni il costo dell’energia sarà praticamente nullo, sulla scia della spinta dell’industria mondiale, che traina la trasformazione. «Solo la collaborazione tra questo mondo e quello della ricerca può consentire di stare al passo con un ritmo di crescita già esponenziale».

Dario Fabbri, analista geopolitico, nel suo intervento sui nuovi equilibri che si stanno stabilendo a fronte del conflitto Russia – Ucraina ha parlato dell’impatto sull’economia europea, sottolineando che non c’è stata la batosta attesa sul caro bollette e uno dei motivi è che c’è sufficiente stoccaggio di gas russo fino al prossimo ottobre. «Dobbiamo attendere qualche mese per capire come si evolverà la situazione, intanto prima il governo Draghi e poi il governo Meloni hanno firmato contratti con produttori di gas in giro per il mondo. Un elemento di attenzione sarà anche il comportamento che assumerà la Germania che, come l’Italia, non può più fare affidamento sul gas russo acquistato sottocosto e deve alimentare un’industria manifatturiera straordinaria in termini di volumi».

Le esperienze di Prysmian, Leonardo e Pirelli

E al SAP Executive Summit, Emmanuel Raptopoulos, Presidente Emea di SAP ha presentato tre realtà che hanno intrapreso percorsi di trasformazione digitale per rispondere anche alle contingenze del nostro tempo.

Giovanni Cauteruccio, CIO di Prysmian, ha parlato della necessità di predisporre dei corridoi energetici sempre più efficaci ed efficienti, considerando che le fonti di energia rinnovabili sono lontane dalle fabbriche e dalle città. «Noi forniamo cavi che veicolano l’energia da dove è prodotta a dove viene consumata. Il progresso tecnologico ci consente oggi di lavorare per costruire cavi più lunghi e resistenti e sullo sviluppo di applicativi e soluzioni, in ottica servitization, per renderli intelligenti e quindi tenere sotto controllo le prestazioni. Inoltre, stiamo toccando con mano i vantaggi in termini di controllo dei consumi dei nostri 104 plant sparsi per il mondo a seguito dell’adozione di soluzioni IoT».

Per Marco Iacomussi, Chief Digital & Information officer di Leonardo, «è tanto vero che le nuove tecnologie abilitano la Digital Transformation, quanto il fatto che oggi è necessario occuparsi delle persone e comprendere che il modo di lavorare, le esigenze e le aspettative sono profondamente cambiate. I nuovi talenti, per primi, chiedono alle imprese un senso profondo del lavoro, di essere coinvolti e ingaggiati, di contare sull’equilibrio tra lavoro e vita privata. È nato un po’ da queste considerazioni il progetto Future Lab, che coinvolge 13 squadre, composte da collaboratori scelti in base alla loro attitudine verso la contaminazione e il digitale, che ragionano su come utilizzare in modo differente gli strumenti aziendali, anche grazie a sessioni di codesign delle interfacce insieme agli esperti SAP».

E per Pirelli puntare su persone e competenze è uno dei punti cardine per affrontare il cambiamento, e per questo ha aperto un competence center a Bari: «Si trattava di un’esigenza importante lungo il percorso di trasformazione digitale: lo sviluppo del prodotto non può più infatti prescindere dall’utilizzo dell’AI nelle fasi preliminare di test», ha detto Pier Paolo Tamma, Chief Digital Officer del gruppo. «Considerando le peculiarità del nostro business la tecnologia ci permette di gestire produzione e supply chain in ottica prospettica. Le case automobilistiche del segmento alto di gamma ci chiamano per progettare gomme dedicate ai nuovi modelli. Questo ci permette di sapere in anticipo quale sarà la possibile domanda per i prossimi cinque anni e di seguire l’auto sui vari mercati per comprendere dove si genererà il primo ciclo di ricambio. Con la tecnologia SAP abbiamo costruito un sistema di integrated business planning, che ci consente di prevedere dove è meglio focalizzare la produzione di un determinato pneumatico, scegliendo tra 18 plant sparsi nel mondo, e di individuare eventuali problemi di capacità e fare la scelta migliore sul piano della sostenibilità».

Lavorare con l’ecosistema e puntare sulla user experience

In chiusura Scott Russell, Executive Board Member, Customer Success di SAP, ha raccontato la strategia worldwide: «Il modello di business di SAP sta cambiando per rispondere da un lato alle aspettative di un mercato in costante cambiamento e dall’altro alle esigenze dei clienti. Il nostro successo è il loro successo. La nostra volontà è continuare a portare innovazione tecnologica digitale per creare valore, sia attraverso le nostre piattaforme sia attraverso le relazioni con i partner. La buona notizia è che non siamo soli: lavoriamo con i partner e con i clienti per veicolare le migliori soluzioni. Perché la vera forza motrice risiede nella creazione di ecosistemi e nella capacità di fare network».

E in conferenza stampa Russell ha parlato del lavoro che SAP sta facendo sul design dell’UX, così come anche sulla usability vera e propria: l’obiettivo è offrire agli utenti/clienti un’esperienza moderna, scalabile e flessibile e mettere nelle loro mani la possibilità di realizzare delle applicazioni conformi con i processi aziendali e con tutti gli altri elementi della piattaforma. Tutto questo si concretizza in SAP Build, la piattaforma low-code presentata durante il Sap TechEd 2023, che consente agli utenti di creare, siti web e app con la possibilità di personalizzarli così da renderli più performanti e adatti alle loro esigenze, e che siano comunque conformi ai processi aziendali e con tutte le altre soluzioni in uso.

Noi di Digital4 gli abbiamo chiesto: “Chi saranno gli sviluppatori di domani che utilizzeranno le soluzioni low-code e come le aziende possono prepararsi al cambiamento generato da soluzioni simili?”.

Il manager ha ribadito che le soluzioni low code sono diventate parte integrante del panorama di applicazioni utilizzate dalle aziende e che se non puntiamo adesso sullo sviluppo delle digital skill, non possiamo aspettarci che domani tutti diventino degli ingegneri informatici. «Questo significa formare le persone e fare in modo che acquisiscano le competenze necessarie per essere in grado di fare alcune delle cose che solitamente sono affidate ai tecnici, come configurare un sito web, le app e i workflow, e utilizzare algoritmi preconfigurati di AI e Machine Learning. E tutto questo è possibile anche grazie a Build: il bello della tecnologia SAP è che è una tecnologia improntata al business. Ma siamo consapevoli che bisogna fare i conti con quel digital skill gap che ancora impensierisce soprattutto l’Italia. Nel 2022 abbiamo accompagnato più di un milione di persone in termini di alfabetizzazione digitale e il nostro obiettivo entro il 2025 è di superare i due milioni attraverso degli interventi che hanno come target principale la community imprenditoriale e non soltanto quella tecnica».

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