ESPERIENZE

Bluvacanze, il ruolo dell’IT e l’importanza delle certificazioni nel Business Travel

Il caso Cisalpina Tours, società del Gruppo Bluvacanze, che ha ottenuto la ISO 27001, fa capire perché sia importante l’adesione a norme internazionali che attestano il raggiungimento di standard di sicurezza e qualità riconosciuti dal mercato. Lo spiega Enrico Graziadio, Chief Information Officer del gruppo

Pubblicato il 14 Feb 2023

Bluvacanze

Alla fine del 2022 Cisalpina Tours, parte del Gruppo Bluvacanze, ha ottenuto la certificazione ISO 27001, la norma di riferimento in materia di gestione della sicurezza delle informazioni. Un risultato che assume un valore simbolico, oltre che pratico, nell’anno che segna l’inversione di tendenza del settore turistico. All’interno di questo settore, anche il comparto del Business Travel, che Cisalpina Tours presidia attraverso la collaborazione con 800 tra aziende italiane e multinazionali, manifesta una forte discontinuità rispetto al periodo buio della pandemia.

La spesa per i viaggi d’affari, secondo quanto riporta l’Osservatorio Business Travel del Politecnico di Milano, nel 2022 è stata pari a 17,2 miliardi di euro, +96% sul 2021 ma ancora distante dai 20,6 miliardi del 2019.

Non a caso, la scelta di Cisalpina Tours di conseguire lo standard ISO 27001 arriva oggi, sebbene l’iter era stato avviato già nel 2020, quando ancora il Covid non aveva scompigliato qualsiasi programma di chiunque nel mondo. E dopo la pandemia, certamente neanche la guerra in Ucraina è stata d’aiuto, come ha avuto modo di ricordare il direttore dell’Osservatorio, Andrea Guizzardi, parlando di dinamiche di spesa su cui incidono anche le tensioni geo-politiche.

Il ritorno alla quasi normalità del Business Travel

Ciò non toglie che si torni a respirare aria di ottimismo. “Reputo che il settore in generale stia ben reagendo” dice infatti Enrico Graziadio, il CIO del Gruppo Bluvacanze a cui si deve il traghettamento di Cisalpina Tours verso la certificazione. A prescindere dalle aspettative degli operatori della filiera, che ovviamente speravano in un ripristino quanto più rapido della normalità, le previsioni comunque davano il 2023 come l’anno della svolta. Compreso l’Osservatorio Business Travel che, fin dal 2021, aveva pronosticato quello che oggi è sotto gli occhi di tutti. Con la differenza che non ci si può illudere che sarà come prima.

“Il modo di lavorare e di viaggiare delle persone è cambiato – dice Graziadio – e non mi riferisco soltanto al Full Remote e allo Smart Working. Questi sono due elementi che concorrono a definire una nuova cultura aziendale. Si va meno dei clienti, ad esempio, e in questo modo si risparmia sui costi aziendali di trasferta. Soprattutto nel mondo consulenziale assistiamo a una flessione dei viaggi rispetto ad altre industry, dove invece il ritorno a viaggiare si sta manifestando in modo chiaro”.

In questo scenario mutato, anche la funzione IT si sta trasformando. Non più un ruolo che si occupa esclusivamente di tecnologia, ma che partecipa alle scelte strategiche dell’organizzazione. “L’IT e la tecnologia non sono i fautori del cambiamento, ma è l’adozione della corretta tecnologia a far sì che i processi possano essere efficientati e ottimizzati” sottolinea Graziadio.

I percorsi di digitalizzazione del Gruppo Bluvacanze

Nel caso dell’azienda di cui Graziadio è Chief Information Officer, il suo compito si traduce nel supportare le 3 società del gruppo: oltre a Cisalpina, il tour operator Going e il network di 900 agenzie distribuite sul territorio. Un insieme che giustifica la definizione di “gruppo industriale” che Bluvacanze dà di se stesso, proprio perché nella filiera turistica intervengono così tanti attori che difficilmente possono essere incasellati nel settore dei servizi.

Ciascuna delle società di Bluvacanze, sebbene tutte offrano il medesimo prodotto viaggio, è interessata da processi di digitalizzazione differenti. “In Cisalpina puntiamo a fornire strumenti di self-booking più evoluti, nella rete di agenzie stiamo lavorando per potenziare un concetto di online to offline con lo scopo di migliorare l’esperienza del consumatore finale, mentre in Going stiamo cercando di dare ai tour operator gli strumenti per migliorare il loro posizionamento sul mercato”.

Sugli approcci eterogeni alla digitalizzazione dell’intero comparto si è soffermato anche l’ultimo Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, evidenziando livelli di digital transformation disomogenei tra il mondo Leisure e quello del Business Travel.

Nel primo si registra una forte spinta all’utilizzo dei canali online per la prenotazione e l’acquisto, mentre nel secondo sono soprattutto le fasi inziali della gestione di una missione a essere più digitalizzate. Permane, invece, un certo ritardo sul versante dell’automazione dei processi, che potrebbe servire a evitare errori e a costruire basi di dati analitici in funzione anche della negoziazione dei servizi. Ed è proprio in questo quadro che va collocata la decisione di Cisalpina Tours di dotarsi della certificazione ISO 27001.

Perché e quando le certificazioni possono fare la differenza

“Poiché all’interno del Gruppo Bluvacanze la funzione IT è una trasversale, i criteri di sicurezza con cui vengono gestite le aziende sono identici. Semmai è diversa la sensibilità del mercato B2B alle certificazioni che, in alcuni casi, può rappresentare un vantaggio competitivo per l’acquisizione di nuovi clienti o quando si partecipa a bandi pubblici e gare”, spiega Graziadio.

Prima della certificazione ISO 27001, Cisalpina Tours ne aveva ottenuta un’altra nel 2018, la PCI DSS (Payment Card Industry Data Security Standard) che, di fatto, rappresenta lo standard per il trattamento dei dati per le carte di credito. A differenza delle ISO, che hanno in genere carattere volontario (anche se in alcuni casi sono propedeutiche per poter operare in determinati ambiti), la PCI DSS è obbligatoria per tutte le organizzazioni che gestiscono i dati delle carte di pagamento.

In ogni caso, la volontà dell’azienda di sottoporsi a procedure di certificazione riconosciute a livello internazionale, che implicano un investimento di risorse e uno sforzo organizzativo oneroso, denota la sua propensione al perfezionamento continuo. “Tutte le certificazioni non sono un punto di arrivo, ma un punto di partenza – ribadisce in conclusione Graziadio – perché conferiscono una postura che spinge a lavorare meglio in termini di controllo, di monitoraggio, di miglioramento dei processi. Non si tratta tanto di mettere un timbro o di appendere alla parete una pergamena come si fa con i titoli di studio. Si tratta di stimolare il cambiamento. La norma dà delle linee guida, ma sta poi all’azienda applicarle”. E questo vale ancora di più se un’azienda opera come gruppo industriale in uno dei settori chiave del Belpaese.

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