«La digitalizzazione è una scelta non rimandabile per le imprese ed anche nel nostro mercato vediamo una crescente consapevolezza al riguardo». Esordisce così Agostino Santoni, AD di Cisco, che prosegue: «Gli strumenti estremamente potenti che oggi abbiamo a disposizione sono accessibili con una semplicità ed una flessibilità senza precedenti, grazie al Cloud, alla Mobility, alla possibilità di connettere in modo nuovo tutti gli elementi ed i processi operativi e trarre da questa interconnessione informazioni preziose per il business. Sono queste le nuove armi per competere, e la nostra priorità strategica è fare in modo che esse raggiungano le nostre imprese – a partire da settori chiave per l’economia italiana come il manifatturiero e la filiera dell’agroalimentare, che non possono permettersi di perdere “il treno” della trasformazione digitale».
Non a caso, di recente Cisco ha creato una nuova figura, il Country Digitization Acceleration Leader, ruolo affidato a Fabio Florio, che avrà il compito di coordinare tutte le attività inerenti gli investimenti per favorire la digitalizzazione in Italia e sarà a capo del team che svilupperà le varie linee d’azione stabilite. Un altro passo concreto riguarda il sostegno alle start up, importante tassello nell’ecosistema dell’innovazione del nostro Paese: a inizio marzo Cisco Investments ha infatti investito nel fondo di venture capital italiano InvitItalia Venture 5 milioni di euro.
Security e competenze
Secondo Santoni, per sfruttare appieno le potenzialità di questo scenario, è necessario affrontare in particolare due priorità: la sicurezza (qui l’intervista a Stefano Volpi, Security Practice Leader di Cisco Italia) e le competenze.
La sicurezza, in un contesto operativo in cui il digitale diventa pervasivo, deve essere il primo elemento da chiedere e da integrare
nelle scelte tecnologiche e nei comportamenti degli utenti di servizi e applicazioni: «la nostra risposta si basa su sistemi progettati per essere resilienti, che tengono in conto l’integrità e la privacy della quantità crescente di dati oggi disponibili e li gestiscono in modo trasparente. Proprio la cybersecurity è un esempio dei motivi per cui l’acquisizione di nuove competenze è l’altra priorità chiave: accanto ad altre aree, quali le tecnologie per l’industria 4.0, i big data, le smart grid, la sicurezza è uno degli ambiti in cui non esiste ancora un numero sufficiente di professionisti qualificati». «Le aziende che vorranno procedere nel percorso della digitalizzazione – chiosa il manager – dovranno fare delle competenze un pilastro delle loro strategie di crescita e dovranno fare in modo di sviluppare rapidamente le competenze digitali al proprio interno, pena la perdita delle grandi opportunità che le tecnologie oggi offrono».