Nonostante la crisi del mercato Pc a livello globale, l’ultima trimestrale di Lenovo è stata positiva. Secondo quanto reso noto dalla società cinese, il fatturato luglio-settembre è stato di 12,2 miliardi di dollari, in crescita del + 16% anno su anno, e del +23% a valuta costante. Bene anche l’utile prima delle tasse, pari a 166 milioni di dollari, in aumento del +16% rispetto al trimestre precedente. Risultati che sono stati ottenuti grazie anche ai piani di riallineamento del business annunciati nel primo trimestre dell’anno, con cui si punta a riduzioni dei costi per svariate centinaia di milioni di dollari. Questo programma comprende l’integrazione del business System x, l’organizzazione e il riallineamento dei brand di Motorola e del Mobile Business Group di Lenovo e la liquidazione delle giacenze di smartphone.
Soddisfazione per i risultati è stata espressa dal country manager di Lenovo Italia, Mirko Poggi: «Il risultato è sicuramente positivo, abbiamo fatto un’ottima performance, considerata la condizione attuale di mercato. Il 16% di crescita è infatti una percentuale che ci soddisfa, così come i profitti, che sono andati in crescendo. Il tutto grazie anche alle azioni che avevamo annunciato in occasione della presentazione dei risultati del trimestre precedente, nel quale invece i risultati non erano così brillanti anche per via dell’impatto delle acquisizioni, in particolare sul lato mobile. Abbiamo continuato a incrementare e consolidare la nostra leadership nel mercato Pc, che costituisce comunque la parte maggiore del nostro giro d’affari, in un momento in cui questo settore non sta vivendo comunque una grandissima fase».
Anche in Italia, nonostante il netto passo all’indietro del mercato computer, Lenovo è riuscita a ottenere una crescita di alcuni punti percentuali, aumentando così la sua market share. Notizie positive arrivano anche dal business server, in gran parte legato all’acquisizione della divisione X86 di IBM: «A livello globale questo comparto sta andando abbastanza bene. In Italia, a dire il vero, nel primo trimestre post integrazione abbiamo risentito del passaggio, perdendo anche qualche punto di market share. Nel trimestre successivo, invece, i risultati sono tornati ai livelli dei tempi IBM. Il processo di integrazione, comunque, non è ancora terminato, quindi questo mi fa sperare in ulteriori miglioramenti nel prossimo futuro. Sono soddisfatto, inoltre, della reazione del nostro canale: con questa unione ci siamo trovati da una parte con i nostri partner storici più focalizzati sulla parte Pc, mentre dall’altra parte con quelli Ibm più abituati a lavorare sul mondo server. Entrambi, comunque, con l’acquisizione hanno avuto la possibilità di allargare il proprio portfolio. Oggi infatti ormai abbiamo un’offerta che va dallo smartphone sino alle infrastrutture IT. Devo dire che la maggioranza dei nostri partner ha visto un’opportunità in questo cambiamento, anche se non nascondo l’esistenza di una piccola fetta di partner ex IBM che ancora fa fatica a digerire il passaggio», puntualizza Poggi.
Che resta comunque ottimista per il futuro: «Nei prossimi trimestri non ci aspettiamo un mercato con tassi di sviluppo particolarmente elevati, ma ci attendiamo comunque un consolidamento grazie anche al ruolo del canale. In particolare mi aspetto che nel 2016, grazie all’aumento numerico in termini di forza vendite sul lato server, possano esserci dei risultati positivi. Ulteriori vantaggi dovrebbero arrivare dalla partnership stretta con Nutanix. Abbiamo inoltre ancora margini di crescita importanti nel comparto mobile».