Ricerche

Cloud, i volumi quadruplicheranno in appena cinque anni

Il Cisco Global Cloud Index prevede che la crescita sarà trainata soprattutto dal cloud pubblico. Più in prospettiva potrebbe esserci un notevole impatto dell’Internet of Everything

Pubblicato il 29 Ott 2015

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Il cloud è destinato a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni, confermando il trend che già si sta intravedendo nel 2015. La conferma arriva dal Cisco Global Cloud Index, secondo cui nell’arco di cinque anni il traffico cloud globale aumenterà di oltre quattro volte, passando dai 2.1 zettabyte (ZB) del 2014 a 8.6 ZB. Una crescita che sarà persino superiore a quella del traffico totale data center a livello globale, che triplicherà nel corso del stesso periodo di tempo (da 3.4 a 10.4 ZB). Relegando, in buona sostanza, il tradizionale traffico dei data center interni a una condizione subalterna, nonostante un aumento di 0,5 ZB (da 1,3 a 1,8 ZB).

A livello geografico, nel 2019 il Nord America avrà il volume più elevato di traffico cloud (3.6 ZB), seguito da Asia Pacifico (2.3 ZB) ed Europa Occidentale (1.5 ZB). Secondo lo studio, sono diversi i fattori che stanno guidando la crescita accelerata del traffico cloud, tra cui le esigenze di un sempre maggiore numero di dispositivi mobili, la rapida crescita di popolarità dei servizi di cloud pubblico per le aziende e l’aumento di virtualizzazione nei cloud privati. I progressi nelle connessioni machine-to-machine (M2M) stanno, inoltre, diventando un driver per un ulteriore aumento del traffico nel futuro.

Lo studio fa poi il punto sulla modalità di sviluppo del cloud, ossia pubblico o privato: secondo Cisco, dal momento che le imprese sono sempre più attente nel valutare il costo associato a risorse dedicate all’IT e sempre più esigenti in termini di agilità, l’adozione del cloud pubblico è destinata a imporsi come modalità prevalente. Nei cinque anni presi in esame, infatti, il cloud pubblico viaggerà a un ritmo di crescita del 44% annuo, mentre quello privato non andrà oltre il +16%. Così nel 2019, in termini di workload, il 56% del cloud sarà appannaggio delle soluzioni pubbliche, rispetto al 30% attuale. In discesa dal 70 al 44%, invece, la percentuale del carico del private cloud.

La nuvola è destinata ad avere impatti non solo sulle aziende ma anche sui comuni utenti: nel 2019, il 55% (oltre 2 miliardi di utenti) della popolazione consumer di Internet utilizzerà soluzioni di personal cloud storage rispetto al 42% (1.1 miliardi di utenti) del 2014. A livello globale, il traffico cloud storage consumer per utente sarà di 1.6 gigabyte al mese nel 2019, rispetto ai 992 megabyte al mese nel 2014.

Più in prospettiva, il report Cisco prevede poi che l’Internet of Everything (IoE)―la connessione di persone, processi, dati e cose―potrebbe avere un impatto importante nella crescita del traffico data center e cloud. La vasta gamma di applicazioni IoE sta generando grandi volumi di dati che raggiungeranno i 507.5 zettabyte (ZB) all’anno (42.3 ZB al mese) entro il 2019, ossia 49 volte più grande del traffico data center previsto per il 2019 (10.4 ZB). Vero è che che oggi solo una piccola parte di questo traffico viene immagazzinato nei data center, ma la richiesta di applicazioni e l’utilizzo dei big data analytics (ad esempio per prendere decisioni tattiche e strategiche) potrebbe modificare sensibilmente la situazione.

«Il Global Cloud Index mette in luce il fatto che il cloud sta avendo successo, al di là delle tendenze a livello geografico, diventando una soluzione diffusa a livello globale, infatti il traffico cloud è previsto crescere di oltre il 30 per cento in ogni regione del mondo nei prossimi cinque anni – ha affermato Doug Webster, vice president of service provider marketing di Cisco -. Le aziende e i governi si stanno muovendo da ambienti sperimentali verso il cloud con i loro workload più critici. Allo stesso tempo, i consumatori continuano ad aspettarsi un accesso on-demand ai propri contenuti e servizi in ogni momento e da qualsiasi luogo. Ciò crea una grandissima opportunità per gli operatori cloud, i quali avranno un ruolo sempre più importante nell’ecosistema del settore industriale».

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