Trimestrali

Apple, utili record grazie al boom dell’iPhone

Nel trimestre luglio-settembre i profitti sono cresciuti del 31% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Quasi la metà del giro d’affari è legato al mercato enterprise, in forte crescita rispetto a un anno fa

Pubblicato il 28 Ott 2015

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Gli iPhone, ancora una volta, spingono al rialzo i ricavi e i profitti di Apple. La trimestrale della compagnia di Cupertino (trimestre concluso il 30 settembre) è stata infatti superiore alle aspettative degli analisti: la società guidata da Tim Cook ha realizzato un fatturato di 51,5 miliardi di dollari e, soprattutto, utili per 11,12 miliardi, questi ultimi in crescita del 31% rispetto allo stesso trimestre del 2014. Dodici mesi fa, infatti, Apple aveva fatturato 42,1 miliardi di dollari e realizzato profitti per 8,5 miliardi. A spingere i conti della società, come detto, sono stati soprattutto gli smartphone di casa: grazie anche al lancio dei nuovi iPhone 6S e 6S Plus, sono stati venduti 48 milioni di iPhone, in aumento del 36% rispetto a un anno fa. Tanto che ormai la grande maggioranza dei ricavi della società (circa il 63%) è direttamente collegata ai melafonini, che hanno garantito un giro d’affari di oltre 32 miliardi di dollari. Anzi, come si può vedere dal grafico successivo, la crescita della telefonia è stata nettamente superiore a quella delle altre categorie di prodotto. Fattore che, secondo alcuni analisti, potrebbe anche comportare qualche problema per Apple nel lungo periodo.

Ma da dove arriva questo boom? Rispetto all’anno scorso la grande novità è il ruolo giocato dai consumatori cinesi: il giro d’affari di questo Paese ha assicurato nel trimestre 12,52 miliardi di dollari ad Apple, più dell’Europa (10,58 miliardi di dollari). L’aspetto più positivo per la casa di Cupertino è che il 56% dei nuovi utenti iPhone è un ex fedele di Android, il sistema operativo a marchio Google che sinora ha dominato nel gigante asiatico, secondo quanto riferito dall’analista Carolina Milanesi.

A parte gli smartphone, il trimestre è stato molto positivo anche per i Mac che, pure senza una vera e propria impennata, hanno raggiunto il record di sempre nelle vendite, con circa 5.71 milioni di esemplari venduti e un giro d’affari di 6.88 miliardi. Bene anche i servizi, cappello che include anche iTunes and Apple Pay, che hanno portato ricavi per 5.09 miliardi di dollari. Tutto sommato marginale resta invece l’apporto degli altri prodotti, tra cui l’Apple Watch, e la TV streaming box, che hanno generato poco più di 3 miliardi di dollari nel trimestre, in crescita comunque del 60% rispetto a un anno fa. Incoraggianti i numeri di Apple Music, che può già contare su 15 milioni di utenti,di cui 6.5 milioni di abbonati a pagamento. L’unica vera nota dolente della trimestrale, anche se tutto sommato attesa, riguarda gli iPad: anche Apple risente della crisi del mercato mondiale dei tablet e, rispetto a un anno fa, deve fare i conti con vendite in netto calo, per un fatturato di 4,28 miliardi di dollari.

«Questo continuo successo è il risultato del nostro impegno nel creare i prodotti migliori e più innovativi al mondo ed è la testimonianza dell’incredibile capacità di esecuzione dei nostri team – ha affermato Tim Cook – . Andiamo verso la stagione natalizia con la nostra lineup di prodotti più forte di sempre, fra cui gli iPhone 6s e iPhone 6s Plus, Apple Watch con una gamma ampliata di casse e cinturini, il nuovo iPad Pro e la nuovissima Apple TV le cui consegne iniziano questa settimana». Cook, nel suo briefing con la stampa, ha poi rivelato un paio di numeri molto importanti di questa trimestrale. Innanzitutto, ormai quasi la metà dell’intero giro d’affari della società, circa 25 miliardi di dollari, arriva dal mercato enterprise. Un numero in aumento addirittura del 40% rispetto a un anno fa, a testimonianza che la strategia Apple di penetrazione nel mercato aziendale (grazie anche ad accordi con nomi del calibro di Cisco e IBM) sta pagando. Nonostante questo sviluppo, però, il numero uno di Apple ha però escluso esplicitamente la possibilità della creazione di una grande forza vendita interna dedicata a questo segmento. Segno che la casa di Cupertino preferisce, almeno su questo punto, una commercializzazione indiretta delle sue soluzioni.

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