Nata nel 1976 a Roma, Radio Dimensione Suono è oggi tra le prime radio private italiane per ascolti, e fa parte di un gruppo imprenditoriale che comprende quattro emittenti: Dimensione Suono Roma, Dimensione Suono 2, Ram Power e Disco Radio di Milano.
L’azienda è partita da una situazione in cui i sistemi informativi giravano su un cluster di due server in casa. Uno studio condotto circa 4 anni fa sul traffico e sui carichi di lavoro ha evidenziato le varianze e i picchi di carico sulle macchine durante la giornata: tipicamente i picchi si concentravano intorno alle ore 9, orario in cui si sviluppava un traffico pari a circa il 900% di quello misurato alle ore 13. Tale risultato ha evidenziato la necessità di trasformare il sistema informativo di RdS con l’obiettivo di gestire la variabilità dei carichi, rendendo l’infrastruttura elastica e flessibile.
L’impresa, insieme al partner tecnologico Aruba, ha individuato nel Cloud Computing la soluzione adeguata per rispondere alle criticità legate non solo ai picchi di traffico giornaliero, ma anche a quelli dovuti a eventi estemporanei, come concerti di artisti internazionali o videointerviste esclusive, che al ritmo di 2-3 volte al mese sono pubblicati sul sito web dell’emittente radiofonica.
La soluzione implementata consta di 8 macchine complessive, 4 dedicate al front-end web e 4 al back-end, che costituiscono un Private Cloud all’interno di una VPN. L’infrastruttura, basata su asset Linux, Apache, Html, mySQL e CMS Wordpress, oggi consente di gestire circa 400 mila utenze e di organizzare dinamicamente gli altri 4 siti del gruppo relativi alle rispettive frequenze radiofoniche.
Per ottimizzare i costi di acquisizione dei contenuti di fonte terza e i costi relazionali, RdS ha inoltre automatizzato il processo di ricezione e pubblicazione dei video attraverso una piattaforma di video content management. I video provenienti da fonti e operatori diversi vengono trasmessi tramite server ftp all’interno dell’infrastruttura Cloud, che, attraverso il sistema di profilazione delle utenze, li smista in sottocartelle specifiche, effettua il packaging con l’uso di motori e standard stabiliti internamente, e infine li rende disponibili – sia su Wordpress che in formato mp3 – alle funzioni radiofoniche.
La piattaforma ha iniziato gestendo circa un centinaio di video al giorno, ma si stima che tale valore quintuplicherà entro fine anno, con un conseguente aumento del consumo di banda e del carico di lavoro sulle macchine, dovuto alla movimentazione dei file. La necessità di avere grande capacità computazionale per realizzare l’encoding dei video ha spinto a realizzare una “sotto-cloud” per la sola parte video, in cui risiedono gli script innescati dai diversi contributori nel momento in cui realizzano un upload.
La migrazione dall’infrastruttura tradizionale in house a quella in Cloud è avvenuta senza particolari criticità, né dal punto di vista tecnologico né da quello organizzativo. La nuova piattaforma infatti non ha richiesto una concomitante introduzione di nuove risorse e/o competenze, essendo completamente gestita dal fornitore, che è responsabile per le attività operative.
Questo articolo è una sintesi di un caso contenuto nel più recente report dell’Osservatorio Cloud e ICT as a Service del Politecnico di Milano. Il caso completo è disponibile sul sito Osservatori.net