NEXT GENERATION EU

PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private



Indirizzo copiato

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, organizzato in 6 missioni, prevede per l’Italia 191 miliardi di fondi per innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Ecco quali sono le opportunità per le imprese

Aggiornato il 31 gen 2024

Manuela Gianni

Direttrice, Digital4Executive



PNRR

Negli ultimi mesi ne abbiamo sentito parlare praticamente ogni giorno. È il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal Governo in risposta alla crisi economica e sociale generata dalla pandemia. Grazie agli stanziamenti previsti, per le aziende si spalancano davvero molte opportunità di innovare all’insegna del digitale i processi produttivi, la logistica, il rapporto con i clienti usufruendo di contributi a fondo perduto e crediti d’imposta. Ma cosa è il PNRR e cosa possono aspettarsi le aziende? Vediamolo in dettaglio.

Cos’è il PNRR

Il PNRR è un documento che descrive le modalità di investimento dei fondi europei destinati all’Italia nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU. Approvato dal Parlamento il 24 aprile 2021, illustra i progetti da realizzare nell’arco di sei anni (dal 2021 al 2026, anno in cui si concluderà) per modernizzare il Paese, indica come saranno gestite le risorse assegnate e definisce il calendario di riforme richieste per la sua attuazione all’insegna di tre assi portanti: innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

L’Italia è il principale beneficiario del programma di finanziamento europeo, con una dotazione di fondi di 191,5 miliardi di euro suddivisi tra prestiti (122,6 miliardi) e sovvenzioni (68,9 miliardi). A integrare queste risorse concorrono poi i 13 miliardi di euro del programma di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (React-EU) e ulteriori 30,62 miliardi stanziati sotto forma di Fondo di Bilancio con il decreto 59/2021. In totale, le risorse gestite dall’Italia nell’ambito del Piano ammontano dunque a 235,12 miliardi di euro.

I progetti del PNRR

Il 13 luglio 2021 il PNRR è stato approvato in via definitiva e la Commissione Europea ha erogato all’Italia la prima tranche di fondi a titolo di prefinanziamento: 24,9 miliardi, pari al 13% del totale, di cui 8,9 miliardi a fondo perduto circa 16 miliardi in prestiti. A metà aprile la Commissione Europea ha versato all’Italia la prima rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pari a 21 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di sovvenzioni, a fondo perduto, e 11 miliardi di prestiti. Una buona notizia per il Paese, perché significa che la Commissione ha verificato il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti nel PNRR per il 2021. Nel 2022 sono 102 gli obiettivi da centrare, per una movimentazione complessiva di circa 40 miliardi di euro.

Il documento approvato dal Parlamento italiano individua 16 componenti di investimento, raggruppate i 6 missioni:

1 Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

L’obiettivo di questo intervento è promuovere la transizione digitale della PA e del settore privato, incentivando il Made in Italy e favorendo la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali. Questa missione contempla una dotazione di circa 41 miliardi e si divide a sua volta in tre componenti:
* Digitalizzazione della PA (M1C1, con uno stanziamento di circa 10 miliardi): migrazione al cloud dell’infrastruttura delle amministrazioni pubbliche, estensione dei servizi digitali ai cittadini, rafforzamento delle difese di cybersecurity.

* Trasformazione digitale delle imprese (M1C2, stanziamento di circa 24 miliardi): digitalizzazione del sistema produttivo, investimenti in tecnologie 4.0, riforma della proprietà industriale, innovazione digitale, internazionalizzazione delle PMI, realizzazione di una infrastruttura nazionale di connettività in banda ultralarga.

* Turismo 4.0 e Cultura 4.0 (M1C3, stanziamento di circa 7 miliardi): transizione digitale delle strutture turistiche e ricettive, potenziamento dell’eCommerce di servizi turistici e del marketing digitale per le aziende turistiche.

2 Rivoluzione verde e transizione ecologica

Con uno stanziamento di 79 miliardi di euro, con questa missione il Governo intende accelerare la Rivoluzione Verde e l’adozione di modelli di produzione e consumo più circolari, per arrivare quanto prima verso la neutralità carbonica. La missione si articola in quattro componenti:
*Agricoltura sostenibile ed economia circolare (M2C1, stanziamenti di circa 7 miliardi): sviluppo di filiere agroalimentari più sostenibili e smart all’insegna dell’Agricoltura 4.0, realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e ammodernamento di quelli esistenti.
*Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (M2C2, stanziamenti per 25,36 miliardi): promozione di impianti innovativi (anche off-shore), sviluppo del biometano, rafforzamento delle smart grid, installazione di infrastrutture di ricarica mezzi di mobilità elettrici, sviluppo dell’agro-voltaico.
*Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (M2C3, stanziamenti per 22,24 miliardi): rafforzamento del sistema dei bonus per l’efficienza energetica e la messa in sicurezza degli edifici e la promozione del teleriscaldamento.
*Tutela del territorio e della risorsa idrica (M2C4, stanziamenti di 15,37 miliardi): rafforzamento della resilienza del territorio rispetto agli effetti negativi del cambiamento climatico, prevenzione del dissesto idrogeologico e tutela della biodiversità.

3 Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Con una dotazione di 31,5 miliardi di euro, questa missione contempla interventi finalizzati alla modernizzazione, interconnessione e intermodalità delle infrastrutture di trasporto. La missione si divide in due componenti:
*Sviluppo della rete ferroviaria italiana (M3C1, 25 miliardi di euro di stanziamenti), il cui obiettivo è potenziare il trasporto di merci e passeggeri su rotaia, aumentando la capacità e l’estensione della rete ferroviaria nazionale e migliorando la qualità del servizio.
*Digitalizzazione della logistica (M3C2, 4,5 miliardi di euro di stanziamenti), che promuove progetti di logistica sostenibile e integrata, sicurezza stradale 4.0 e green port, ovvero sostenibilità dei porti nazionali.

4 Istruzione e ricerca

Questa missione ha l’obiettivo di ridurre le carenze strutturali che caratterizzano tutti i gradi di istruzione. Con uno stanziamento di circa 34 miliardi di euro, si divide in due componenti:
*Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’università (M4C1, 21 miliardi di euro di stanziamenti), prevede interventi di miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi d’istruzione, ammodernamento e digitalizzazione delle infrastrutture scolastiche.
*Dalla ricerca all’impresa (M4C2, 13 miliardi di euro di stanziamenti), questa componente sostiene gli investimenti in ricerca e sviluppo, promuove la diffusione delle tecnologie e l’innovazione nell’università sostenendo il trasferimento di know-how dall’università alle aziende.

5 Inclusione e coesione

Questa missione è votata alla promozione dell’empowerment femminile, al contrasto delle discriminazioni di genere, al sostegno dell’occupazione giovanile e allo sviluppo del Mezzogiorno. La missione, che prevede uno stanziamento complessivo di circa 30 miliardi di euro, si divide a sua volta in tre componenti:
*Politiche per il lavoro (M5C1, 12,6 miliardi di euro di stanziamenti), prevede interventi volti alla miglior qualificazione dei lavoratori, alla riduzione del mismatch di competenze e all’incremento dell’occupazione attraverso una formazione mirata.
*Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (M5C2, 12,8 miliardi di euro di stanziamenti), si propone di intercettare e sanare le situazioni di fragilità economica e sociale e prevede interventi mirati a favore di anziani e disabili.
*Interventi speciali per la coesione sociale (M5C3, 4,2 miliardi di euro di stanziamenti), promuove interventi in ambiti territoriali specifici come il Mezzogiorno e le aree interne del Paese, le cosiddette Zone Economiche Speciali (ZES).

6 Salute

L’obiettivo di questa missione, che prevede uno stanziamento complessivo di 20,2 miliardi di euro, è promuovere la ricerca e l’innovazione scientifica, sviluppare le competenze professionali degli operatori della sanità, rimuovere le disparità territoriali che caratterizzano il servizio sanitario nazionale. La missione si articola in due componenti:
*Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale (M6C1, 9 miliardi di euro di stanziamenti), prevede il rafforzamento dell’assistenza territoriale e lo sviluppo della telemedicina.
*Innovazione, ricerca e digitalizzazione del SSN (M6C2, 11,2 miliardi di euro di stanziamenti), mira a potenziare le competenze digitali del personale sanitario, valorizzare e sostenere la ricerca biomedica.

New call-to-action

Quali sono gli obiettivi del PNRR

Il Piano ha essenzialmente tre obiettivi. Nel breve periodo, il PNRR punta a riparare i danni sociali, sanitari ed economici causati dalla pandemia da Covid-19. In una prospettiva temporale più ampia, invece, intende affrontare alcune criticità che connotato il nostro impianto economico nazionale da diversi decenni, come l’arretratezza tecnologica, la bassa produttività in agricoltura, l’elevato tasso di disoccupazione, le scarse competenze digitali degli operatori dell’industria, del settore primario e dei servizi, i divari territoriali o la disparità di genere. Ultimo, ma non meno importante, è il terzo obiettivo del Piano, ovvero imprimere un’accelerazione alla transizione ecologica del Paese verso nuovi modelli di produzione e consumo più etici e circolari, più rispettosi dell’ambiente e degli individui che lo vivono. Si tratta quindi non di un semplice programma di sviluppo economico ma di un ambizioso progetto di trasformazione economica e sociale che coinvolge sia il settore pubblico sia quello privato, attraverso un impianto di riforme che punta a rimuovere gli ostacoli e superare le debolezze strutturali che hanno frenato per lungo tempo la crescita del Paese. Per come è stato concepito, il PNRR dovrebbe non solo riuscire a dare un rimbalzo alla crescita del PIL ma anche a mantenere una dinamica di crescita economica sostenuta per diversi anni, facendo leva su digitalizzazione pervasiva, innovazione e maggior tutela dell’ambiente.

Chi gestisce i fondi del PNRR

La gestione e l’attuazione del PNRR sono state definite nell’ambito del DL 77/2021 (il cosiddetto Decreto Semplificazioni). All’attuazione provvedono i diversi ministeri, in relazione alla natura dell’intervento, alle competenze istituzionali e al settore di riferimento. I soggetti coinvolti nella gestione dei fondi sono i ministeri, le amministrazioni centrali e locali, tutti chiamati in base alle rispettive competenze ad attuare interventi e riforme, fornire linee guida, vigilare sull’andamento dei progetti e superare le eventuali criticità. Il Decreto Semplificazioni ha istituito alcuni organi incaricati della gestione dei fondi e della supervisione sul loro utilizzo. Si tratta di strutture che rimarranno in funzione fino al completamento del Piano o, in ogni caso, non oltre il 2026:

  • Cabina di regia: presieduta dal Presidente del Consiglio, è composta dai ministri e dai sottosegretari competenti nelle materie che vengono di volta in volta affrontate. Elabora le linee guida per l’attuazione del PNRR e monitora sulla corretta esecuzione degli interventi realizzati.
  • Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale: vi partecipano i rappresentanti del Governo, delle regioni e degli altri enti locali oltre a quelli delle parti sociali e ha una funzione consultiva sulle materie connesse all’attuazione del PNRR.
  • Segreteria tecnica presso la Presidenza del Consiglio: svolge funzioni di segreteria della cabina di regia e del tavolo permanente.
  • Unità per la Razionalizzazione e il Miglioramento della Regolazione: istituita presso il Dipartimento Affari Giuridici della Presidenza del Consiglio, ha il compito di rilevare gli ostacoli alla corretta attuazione del Piano e promuovere proposte per superarli.
  • Servizio Centrale per il PNRR: istituito presso la Ragioneria Generale dello Stato, all’interno del Ministero dell’Economia, è responsabile della gestione del fondo di rotazione Next Generation EU e dei relativi flussi finanziari. Monitora e supervisiona l’attuazione delle riforme e gli investimenti del PNRR.
  • Ufficio Audit del PNRR: istituito presso la Ragioneria Generale dello Stato, all’interno del Ministero dell’Economia, opera in modo indipendente rispetto alle strutture coinvolte nella gestione del Piano. Ha funzioni di audit, quindi verifica la trasparenza e la completezza dei dati relativi al monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti.

Ciascun ministero coinvolto nell’esecuzione del PNRR, inoltre, si deve dotare, se non lo ha già fatto, di una struttura che ha il compito di gestire, monitorare, controllare e rendicontare gli interventi realizzati nel proprio ambito di competenza.

Bandi PNRR per la digitalizzazione

Sul sito Italia Domani, realizzato dal Governo a scopo informativo, è possibile trovare l’elenco aggiornato dei bandi PNRR attualmente in vigore.

In tema di digitalizzazione, a marzo, il Ministero per l’innovazione e la transizione digitale ha pubblicato due bandi per lo sviluppo delle reti 5G in Italia, mettendo a disposizione più di due miliardi di euro per la realizzazione, entro il 2026, di infrastrutture 5G nelle zone del Paese prive di investimenti da parte del mercato, perchè non remunerative per gli operatori, offrendo una copertura che arriva al 90% del costo complessivo delle opere. I due interventi serviranno a collegare in fibra ottica più di 10.000 siti radiomobili esistenti e a realizzare nuovi siti radiomobili 5G.

In precedenza erano stati stanziati 3,7 miliardi per il bando Italia a 1 Giga, mirato a realizzare infrastrutture di rete a banda ultra larga che garantiscano la velocità di trasmissione di almeno 1 Gbit/s sull’intero territorio nazionale entro il 2026, oltre a 600 milioni per connettere scuole, ospedali e strutture sanitarie e a 45 milioni per raggiungere le isole minori.

In parallelo sono anche stati avviati i lavori per la digitalizzazione della PA, che prevedono la migrazione al cloud, l’implementazione di servizi pubblici digitali, il consolidamento dell’identità digitale (SPID/CIE), fino al sistema di pagamento pagoPA e dell’app IO. La novità è che non è più necessario presentare progetti, ma ogni PA in base a tipologia, dimensione e necessità, riceverà un finanziamento predefinito.

«Abbiamo cercato di semplificare al massimo la procedura di adesione e soprattutto i controlli. Il risultato è stato un successo». La semplificazione è infatti una priorità di Colao. «Il problema principale è che l’Italia è un Paese complicato, con tanti controlli ex ante e poco ragionamento in ottica ex post, con tanta complessità amministrativa e legale e con scarsa tensione attuativa».

Gli stanziamenti per le imprese

Molte risorse del PNRR sono destinate alle imprese. Gli interventi coperti dalle agevolazioni sono numerosi e riguardano l’acquisto di hardware e beni strumentali, infrastrutture di comunicazione (fissa e Wi-Fi), software (CRM, ERP, sistemi di gestione elettronica dei pagamenti, soluzioni di automazione delle linee di produzione, dei magazzini e della logistica), il marketing digitale, ma anche la formazione e lo sviluppo delle competenze digitali per gli operatori del settore.

Ecco una panoramica degli stanziamenti più consistenti non ancora esauriti:

  • Transizione 4.0: una dotazione iniziale di 13,38 miliardi di euro e un’ulteriore finanziamento di 5,08 miliardi (Fondo Complementare) per questo bando, che promuove la trasformazione digitale dei processi produttivi e rappresenta un’evoluzione del precedente piano Industria 4.0. Per questo intervento sono ancora da assegnare almeno 69.900 crediti d’imposta per la Transizione 4.0 sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022; almeno 111.700 crediti d’imposta per la Transizione 4.0 sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023.
  • Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione: questa misura mette a disposizione un tesoretto di 1,95 miliardi di euro per supportare le strategie di internazionalizzazione delle PMI e l’ottimizzazione delle filiere industriali. Entro dicembre 2023 dovranno essere attivati 40 contratti di sviluppo in favore delle PMI
  • Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche: una dotazione consistente (1,78 miliardi di euro) quella contemplata in questo bando, che punta a potenziare il turismo sostenibile e la qualità dell’ospitalità. Entro dicembre 2022 verranno erogati 150 milioni di euro del Fondo Nazionale del Turismo da destinare all’equity support e 350 milioni del fondo BEI (Banca Europea degli Investimenti) da allocare a progetti di turismo sostenibile. Entro dicembre 2025 almeno 3.500 imprese turistiche potranno beneficiare del credito d’imposta; 11.800 imprese turistiche potranno essere sostenute dal Fondo di Garanzia per le PMI; 300 invece dal Fondo Rotativo.
  • Contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo: con un finanziamento iniziale di 800 milioni di euro, cui si aggiungeranno ulteriori 1,2 miliardi, questo bando intende promuovere una logistica più sostenibile, digitale ed efficiente nel comparto agroalimentare. Entro dicembre 2022 sarà pubblicata la Graduatoria Finale di Incentivazione Logistica ed entro giugno 2026 dovranno essere realizzati almeno 48 progetti per migliorare la logistica di filiera nei comparti contemplati dal bando.
  • Innovazione e meccanizzazione del settore agricolo e alimentare: stanziamenti per 500 milioni di euro per questo bando, che promuove la trasformazione del settore primario verso modelli di Agricoltura 4.0. Entro dicembre 2024 almeno 10.000 imprese alimentari e agricole dovranno aver ricevuto un sostegno economico (variabile) da investire nella digitalizzazione e innovazione dei macchinari, nella bio-economia e nell’economia circolare.
  • Digitalizzazione della catena logistica: con un investimento di 250 milioni di euro, questa misura punta ad aumentare la competitività delle aziende che operano nella logistica attraverso la dematerializzazione dei documenti, lo scambio in digitale di dati e informazioni e, più in generale, attraverso la semplificazione delle procedure. Entro giugno 2024, almeno il 70% dei sistemi portuali e della logistica dovrà essere interoperabile e compatibile, abilitando uno scambio fluido dei dati.
  • Investimento nel sistema della proprietà industriale: con un investimento di 30 milioni di euro, questo bando assicura il sostegno finanziario agli strumenti di valorizzazione dei brevetti e dei titoli di proprietà intellettuale. Entro dicembre 2023 dovranno essere potenziati gli stanziamenti previsti dalla misura Brevetti+, entro il dicembre successivo dovranno essere avviati i primi Proof of Concept presso enti pubblici e PMI. Infine, entro dicembre 2025 dovranno essere attuati almeno 254 progetti sostenuti da finanziamenti contemplati nell’ambito delle iniziative Brevetti+ e dagli Uffici per il Trasferimento Tecnologico (TTO).

Esistono anche misure specifiche per le tech company e, in generale, per le realtà che operano nel settore del digitale. Per queste aziende sono previsti contributi in misura del 40% delle spese ammissibili per gli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature da impiegare in produzioni di alta tecnologia, nell’ambito di una misura complementare al Piano Transizione 4.0. Incentivi particolari sono rivolti all’imprenditoria femminile e under-35, attraverso il Fondo Impresa Donna e il rafforzamento di alcune misure in essere come ON NIT0 (Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero) e Smart&Start, che sostiene in particolare le start-up e le PMI innovative..

Come accedere a contributi e incentivi previsti dal PNRR

Agli incentivi e ai contributi a fondo perduto previsti in favore delle aziende si accede in due modi:

  • Rispondendo a un avviso pubblico o a un bando promosso dai soggetti attuatori o dalle amministrazioni locali e centrali.
  • Presentando una singola istanza a fronte del rispetto delle pre-condizioni e dei pre-requisiti di ammissibilità previsti dal bando o dalle normative di riferimento.

Le domande possono essere presentate solo ed esclusivamente per via telematica. Per inoltrarle è necessario essere in possesso di una identità digitale (SPID, ma anche CNS o CIE), risiedere sul territorio italiano, essere in regola con il versamento dei contributi di lavoro del personale dipendente ed essere in possesso di una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC), che verrà utilizzata per tutte le comunicazioni.

I requisiti richiesti per un progetto finanziabile attraverso il PNRR sono diversi:

  • Rispetto delle procedure d’invio: il progetto va proposto su piattaforme online dedicate e rigorosamente nei termini indicati.
  • Soddisfazione dei criteri di selezione previsti: ciascuna missione e componente prevede specifici criteri di ammissibilità.
  • Dimostrazione della copertura del progetto dal punto di vista economico-finanziario e organizzativo.

Soddisfare tutti i criteri, e soprattutto farlo nelle tempistiche indicate, non è assolutamente facile anche perché la documentazione da produrre è spesso complessa. Ecco perché si diffondono online i servizi di consulenza che offrono un supporto nell’elaborazione degli studi di fattibilità e nella produzione dei documenti.

Quando verrà attuato il PNRR

Il rispetto dei tempi di conclusione dei progetti finanziati è una condizione essenziale per la riuscita del piano e l’effettivo ottenimento delle risorse previste dal Next Generation EU. Il PNRR copre un orizzonte temporale di 6 anni (2021-2026), pertanto gli interventi oggetto delle misure previste dovranno concludersi non oltre il 31 dicembre 2026. Lo scorso fine marzo si è chiuso il bando per il PNRR turismo, l’11 aprile 2022, quello per le agevolazioni per gli investimenti nelle filiere industriali innovative e strategiche, sfruttando lo strumento dei contratti di sviluppo. Sul piatto ci sono 750 milioni di euro, da destinare ai progetti di digitalizzazione, competitività e innovazione della produzione Made in Italy nei settori della moda, del design, dell’arredamento, dell’agrifood, dell’automotive, del chimico-farmaceutico, della siderurgia, elettromeccanica e microelettronica. Il 40% delle risorse è destinato ad agevolare le realtà che operano nelle ZES (Zone Economiche Speciali) di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Oltre alle risorse del PNRR, sarà possibile accedere al rifinanziamento stabilito dalla Legge di Bilancio, una dotazione di 1,37 miliardi di euro da qui al 2026.

Le rate dei finanziamenti

Ecco un piccolo recap sui finanziamenti finora ottenuti dal nostro Paese nell’ambito del PNRR:

  • 13 aprile 2022: arriva la prima tranche di finanziamenti da 21 miliardi di euro.
  • 29 giugno 2022: a seguito del raggiungimento dei 45 obiettivi previsti nei primi sei mesi dell’anno, è stata inoltrata a Bruxelles la richiesta della seconda tranche di finanziamenti.
  • 27 settembre 2022 la Commissione europea ha autorizzato il pagamento della seconda rata di finanziamenti per l’Italia, pari a 24,1 miliardi di euro.
  • 8 novembre 2022: è stata pagata la seconda rata di finanziamenti, per un importo complessivo di 21 miliardi di euro.
  • 30 dicembre 2022: in virtù del raggiungimento degli altri 55 obiettivi del 2022, il Governo ha inviato alla Commissione UE la richiesta di versamento della terza rata di finanziamenti, per un importo di 21,8 miliardi di euro. L’erogazione dell’importo dovuto, pari però a 19 miliardi, dovrebbe avvenire in questi giorni, dopo che la Commissione europea ha chiesto una proroga dei tempi di riesame della documentazione inviata da Roma. Nel mirino dei revisori UE ci sono, in particolare, tre misure: concessioni portuali, reti di teleriscaldamento e Piani Urbani Integrati.

A che punto siamo in Italia

I dati dell’ultimo Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano evidenziano una situazione caratterizzata da luce e ombre.

Il dato rilevante è che a fine 2023 siamo il Paese con i maggiori risultati raggiunti nella digitalizzazione in ambito PNRR: il 53% ovvero 151 target (mentre altri 139 dovranno essere conquistati entro giugno 2026). Il programma destina a quest’area ben 47 miliardi di euro, che corrispondono al 37% delle risorse dedicate alla trasformazione digitale contemplate nell’ambito del piano Next Generation EU.

PNRR digitalizzazione_target

L’Osservatorio ha condotto un’analisi utilizzando gli indici di maturità digitale (Digital Maturity Indexes), strumenti elaborati nel 2023 dalla Commissione Europea per valutare i progressi dei vari Paesi verso il conseguimento delle mete stabilite per la Digital Decade 2030. Questo studio ha rivelato una realtà complessa, segnata sia da progressi che da criticità, in linea con le tendenze degli anni precedenti.

Per quanto riguarda le infrastrutture digitali, nel 2022 l’Italia ha registrato un’importante svolta: le famiglie con accesso alla banda larga a 100 Mbps hanno superato la media europea, raggiungendo il 60% contro il 55%. Nella connettività a 1 Gbps, invece, il nostro Paese si posiziona in linea con la media delle nazioni del Vecchio Continente (13%).

Nel contesto degli obiettivi chiave per la Digital Decade 2030, l’Italia mostra solidità nell’ambito del 5G, ma risulta arretrata nella connettività FTTP e mostra performance tra le più basse d’Europa per quanto riguarda la copertura della fibra ottica ad alte prestazioni (VHCN). Un punto critico rimane l’uso effettivo di Internet tra gli italiani, che è tra i più bassi in Europa, con solo l’83% delle persone tra i 16 e i 74 anni che naviga in rete.

Focalizzandosi sulle piccole e medie imprese italiane, il 70% di esse mostra una maturità digitale di base, leggermente superiore alla media europea. È in aumento la quota di fatturato generato tramite il business dell’eCommerce e si registra una buona adozione del Cloud (52%). Tuttavia, l’Italia è in ritardo nell’adozione e sviluppo di sistemi per la gestione dei Big Data e nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, ambiti in cui anche i Paesi europei più avanzati non hanno ancora raggiunto gli obiettivi fissati dall’UE.

Gli ultimi aggiornamenti: il Piano Nazionale Complementare (PNC)

Il 21 settembre 2022 il Governo ha approvato il Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC) al PNRR, che prevede una dotazione di 30,6 miliardi di euro, destinati a finanziare progetti che integrano il PNRR. Istituito con il DL 59 del 6 maggio 2021, il PNC dovrà essere integrato con il Piano con appositi strumenti attuativi e soprattutto attraverso il sistema di monitoraggio ReGis, previsto dalla Legge di Bilancio 2021. Gli obiettivi (iniziali, intermedi e finali) da qui al 2026 del PNC sono individuati nell’allegato 1 del DL 59.

Le novità introdotte dal Governo Meloni in tema di governance del PNRR

Il Consiglio dei Ministri, lo scorso 16 febbraio, ha approvato un decreto legge che introduce modifiche significative al modello di governance del Piano per quel che riguarda le strutture di missione e i meccanismi di controllo. In particolare, viene istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una nuova struttura, che acquisirà le funzioni di supporto al Tavolo Permanente per il Partenariato Economico e supporto alla Cabina di Regia che finora erano esercitate dalla Segreteria Tecnica. La stessa struttura sarà anche il focal point nazionale per l’attuazione del Piano, ivi incluse tutte le attività di controllo dell’avanzamento e monitoraggio sugli obiettivi raggiunti.

Il decreto, poi, rafforza i poteri sostitutivi del capo del Governo in caso di inerzia o ritardo nell’utilizzo dei finanziamenti, in particolare rispetto ai progetti infrastrutturali e alle grandi opere.

Infine, è prevista la centralizzazione di tutte le responsabilità e funzionalità di audit riguardo all’utilizzo dei fondi di investimento europei e dei fondi strutturali. La struttura di riferimento è stata identificata nell’IGRUE (Ispettorato Generale per il Rapporti finanziari con l’Unione Europea), che fa parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Articoli correlati

Articolo 1 di 4