La trasformazione digitale sta cambiando la realtà, molto più in fretta di quanto spesso stiano cambiando le aziende intenzionate, o quanto meno deputate, a sfruttare questa situazione. Una considerazione all’apparenza fine a sè stessa, dalla quale però possono scaturire importanti osservazioni quando la scena riguarda le infrastrutture It e la crescente necessità di supportare i processi aziendali, senza scuse e senza esitazioni. “Nello scenario attuale, parlare di Digital Business Platform è una priorità – afferma Fabio Todaro, vp sales & country manager representative di Software AG -. Non è più tempo di limitarsi a ottimizzare i vari silos applicativi dall’interno. Ora, bisogna contare su strumenti in grado di aiutare a fare la differenza. Raccogliere le informazioni provenienti da vari mondi, orchestrarle e tradurle in opportunità. I dati non mancano e il nostro compito diventa aiutare a organizzarli”.
Secondo la visione dell’azienda tedesca, i vari silos software convenzionali e standard sono progettati per supportare i processi di business esistenti e prevedibili. Questo implica una scarsa capacità di adattarsi abbastanza rapidamente ai cambiamenti di business. Proprio qua, interviene la Digital Business Platform, per consentire lo sviluppo di applicazioni utili a creare processi nuovi e digitalizzati, con l’indispensabile fattore di personalizzazione. Un’operazione delicata, dove è necessario intervenire sul middleware, il livello più oscuro e al tempo stesso cruciale delle architetture It. “È importante seguire le tre tematiche più evidenti, connettività sul lato client, IoT e controllo dei rischi – interviene Francesco Maselli, direttore tecnico di Software AG -. Non basta organizzarsi per riuscire a raccogliere i dati. Bisogna lavorare sui processi alle spalle, per reggere il colpo di questa sollecitazione estrema, se si vuole cogliere l’opportunità”.
Opportunità rappresentate dalle prospettive in termini di introiti legate alla comunicazione multicanale e la relativa trasversalità. I processi alle spalle devono essere in grado di abilitare tutti moduli esistenti e collegarli al fine di mettere in campo decisioni e strategie in linea con le attese dei clienti. “Il tradizionale silos applicativo va bene fino al momento in ci si occupa delle operazioni di base – osserva Maselli -. Quando invece si pensa a come sfruttarli, lo standard diventa un freno. Il nostro scopo è offrire la nostra tecnologia e le nostre competenze per costruire processi personalizzati”.
Poter contare su strumenti unici è d’altra parte anche obiettivo importante per un’azienda. Un punto condiviso tra la software house e i propri clienti. “Si parte da una fase di progettazione mirata a tracciare una mappa dell’infrastruttura – riprende Maselli -. Spesso le aziende sono cresciute troppo in fretta e in maniera disordinata, per cui è importante prima di tutto capire dove serve intervenire. Una volta analizzati i processi, si può sfruttare ogni tecnologia a disposizione per trasformare i vari applicativi in strumenti utili a differenziarsi sul mercato”.
Dalla multicanalità nel rapporto con i clienti a Internet of Thing, in termini di quantità di dati da trattare il passo è breve. Opportunità altrettanto importante, ma anche altrettanto impegnativa. “Dal nostro punto di vista, significa sfruttare ogni tecnologia per abilitare le nuove occasioni all’insegna della semplicità. Dal punto di vista del business, diventa possibile inseguire la tanto ambita comunicazione di marketing personalizzata. Per esempio, aggiornando all’istante le offerte proposte al cliente in un punto vendita a seconda del suo comportamento”. In un quadro più esteso, dai sempre più diffusi smartwatch è possibile ricavare anche dati sulla salute, in modo da riconoscere situazioni di potenziale pericolo ed evitando quindi il rischio di infortuni, con impatti positivi anche sulla spesa sociale.
Il quadro completo della Digital Business Platform non può prescindere dalle necessarie garanzie di sicurezza. “Siamo in grado di monitorare i sistemi per riconoscere anomalie a prevenire in questo modo tanto le frodi quanto i difetti dei software prima che producano dei blocchi. Diventa possibile effettuano l’analisi dei dati in modalità streaming, vale a dire continua”.
Per quanto gli applicativi di partenza e gli obiettivi di efficienza e redditività siano in genere gli stessi per ogni organizzazione, la soluzione è fortemente personalizzata, ed è qui che mira entrare in gioco Software AG. “Lavorare insieme al cliente, entrare nella rispettiva organizzazione è un nuovo tipo di approccio – conclude Maselli -. Aiutiamo a evolvere le competenze interne oltre a fornire gli strumenti. Se riusciamo a farlo perfino con realtà molto restie quali le banche, credo di poter dire che ne siamo capaci”.