Il McKinsey Global Institute ha presentato il report The Internet of Things: Catching up to an accelerating opportunity con una previsione estesa al 2030, in cui spicca il notevole contributo apportato dall’impiego dell’IoT soprattutto nelle fabbriche (Smart Manufacturing) e nel settore dell’Healthcare.
L’IoT, si legge nel rapporto, rappresenta l’avanguardia della nostra capacità di unire il mondo digitale e quello fisico in un modo che potrebbe avere profonde implicazioni sia per la società che per l’economia. I benefici potrebbero, ad esempio, concretizzarsi nel miglioramento delle operations, nella gestione degli asset fisici, nella salute e nel benessere.
La società di consulenza stima che il potenziale valore economico che l’IoT genererà nei prossimi anni è in forte crescita: si prevede, infatti, che dall’applicazione dell’Internet delle Cose in diversi ambiti – oltre a Industria e Sanità, si citano uffici, città, cantieri, commercio e case – si registrerà un valore complessivo a livello globale compreso tra 5,5 e 12,6 trilioni di dollari. Tutti dati più che positivi che confermano e giustificano l’ottimismo che caratterizza la previsione di McKinsey. Si stima inoltre, che entro il 2030, il 65% del valore potenziale dell’IoT sarà rappresentato da applicazioni B2B.
Sono stati 120 i settori presi in esame; in dettaglio le fabbriche rappresentano il 25% del valore totale – da 1,4 a 3,3 trilioni di dollari -,
Sulla base della ricerca, il più grande potenziale per la creazione di valore nell’ambiente di fabbrica sarà l’ottimizzazione delle operations nella produzione, rendendo più efficiente la gestione quotidiana di beni e persone. Nel complesso, le applicazioni di gestione delle operations nel settore manifatturiero potrebbero rappresentare circa il 32/39% del valore economico potenziale totale dell’IoT creato in fabbrica, – corrispondente a 0,5 – 1,3 trilioni di dollari entro il 2030.
L’Healthcare vale invece il 14%, equivalente ad un valore compreso tra 0,5 e 1,8 trilioni di dollari.
In merito a quest’ultimo ambito, l’IoT abilita tool e devices al monitoraggio a distanza della salute dell’individuo, a migliorarne la qualità della vita, del sonno e dell’attività fisica. Lo studio individua tre diverse categorie di dispositivi: gli Indossabili (Wereables), gli Impiantabili o iniettabili – defibrillatori wireless – e gli Strumenti di misurazione non wearables – tra cui pulsossimetri bluetooth o wi-fi.
A fare da traino allo sviluppo delle applicazioni dell’IoT è sicuramente il valore percepito in primis dalle aziende che ne hanno intercettato il potenziale per aprire nuovi mercati e, più in generale, in termini di efficienza nello svolgimento di processi. Anche lo sviluppo della tecnologia diventa un alleato per la crescita del valore economico dell’IoT: alla diminuzione dei costi, infatti, corrisponde un ampliamento dell’applicazione dei sensori nei differenti campi. Non ultimo, a spingere l’IoT c’è il rapido sviluppo della rete 5g che garantirà una copertura capillare del territorio.
Tuttavia, la diffusione dell’Internet of Things deve superare alcune barriere che, in certi casi, si rivelano essere ancora molto alte. Un approccio “tradizionalista” delle aziende focalizzato su “progetti pilota” unito alla mancanza di un linguaggio comune, ai dubbi in materia di sicurezza informatica e agli elevati costi di implementazione diventano, tutti, degli ostacoli evidenti al processo di sviluppo dell’IoT.