Intervista

Hitachi Systems punta sulle competenze e l’esperienza di CBT

Il Presidente di CBT, Service, Technology & Cloud Integrator, Paolo Angelucci, commenta la recente acquisizione: «Il Cloud Computing, l’Enterprise Information Management, la Security, l’approccio multivendor e la capacità progettuale e consulenziale continueranno a rappresentare il nostro focus. Ora l’obiettivo è crescere all’estero».

Pubblicato il 15 Apr 2015

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Paolo Angelucci, Presidente di CBT

Siamo alle battute finali: la firma di chiusura per l’acquisizione del system integrator CBT da parte di Hitachi Systems è alle porte e l’entusiasmo che si respira è tangibile.
Facendo sua, da appassionato qual è, la terminologia calcistica, Paolo Angelucci, Presidente di CBT, è pronto a schierare in campo la squadra vincente, decisa a giocare non solo in serie A, come già accade, ma anche in Champions League.
«Il nostro management è di provato valore – esordisce Angelucci – al pari delle 300 persone presenti in azienda. Ed è grazie al fortissimo spirito di team che si respira nelle nostre sei sedi italiane, al profondo e provato know how che possiamo vantare, anche su tematiche estremamente innovative, e a un palmares di 1.200 certificazioni che ci consentono di governare le tecnologie più svariate in modo altamente professionale che Hitachi Systems ha deciso di puntare su CBT».


Certamente una soddisfazione. Essere scelti dal terzo gruppo industriale al mondo per dimensione è un evento che non può lasciare indifferenti. Così è stato per Angelucci: «Essere stati scelti da una grande multinazionale per rappresentare un hub strategico in Europa è sicuramente un onore che non capita tutti i giorni. Significa che nei suoi 35 anni di storia, CBT ha saputo creare e rappresentare un’eccellenza italiana».
E sempre in Italia, CBT, o meglio Hitachi Systems CBT, come presto si presenterà al mercato, continuerà ad avere la sua base operativa, con riconferma della medesima squadra al comando, anche se è proprio l’espansione nel Vecchio Continente a rappresentare l’obiettivo primario dell’operazione.
«La riconoscibilità del brand Hitachi e delle sue capacità tecnologiche e finanziarie unita alle peculiarità tipiche di un’azienda italiana, ricca di competenze, attenta alle esigenze dei clienti e alle loro particolarità, ad altissima tecnologia intrinseca, con skill anche applicativi evoluti e consolidati, risultato di investimenti decennali, ci permetteranno di affermarci anche su un target di imprese internazionali, campo di gioco su cui fino a ora non ci eravamo misurati – spiega Angelucci -. Il Cloud, l’Enterprise Information Management, la Security, con un approccio consulenziale continueranno a rappresentare un nostro focus e, se la continuità con il passato resterà un tassello importante, siamo pronti a integrare le rispettive risorse, dando vita a numerose nuove iniziative e ad ampliare ulteriormente i nostri confini».

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