Ora che il piano ha superato l’esame dell’Europa, è il momento di avviare i cantieri di lavoro per la digitalizzazione di imprese e pubbliche amministrazioni, come previsto dal PNRR italiano. Il governo si sta muovendo in queste settimane, coinvolgendo i principali player ICT alla ricerca di partnership pubblico-privato per rendere concreto quanto fin qui stabilito su carta. Il primo tavolo aperto riguarda il progetto per il cloud nazionale, ma molti altri seguiranno. Dopo i primi incontri istituzionali verranno aperti una serie di tavoli tecnici, in particolare nei ministeri guidati da Colao e Cingolani. E da qui scaturiranno le progettualità.
“La Commissione Europea ha ritenuto il PNRR fra i migliori piani presentati, commenta Stefano Rebattoni, Amministratore Delegato di IBM Italia -. Sul digitale sono previsti ingenti investimenti, che avranno un effetto combinato disposto su tutte le industrie. Ora la grande sfida è passare dalla credibilità degli intenti alla credibilità dei fatti.“ Il manager è ottimista: “Ho visto un grandissimo interesse da parte del governo e c’è apertura a lavorare in modo inclusivo con le aziende dell’offerta”. La multinazionale, che è presente e investe in Italia da 94 anni, vuole giocare un ruolo di primo piano in questa sfida, mettendo a disposizione la propria esperienza con i tanti clienti italiani, gli asset sul territorio, come data center e gli IBM Studios, e le competenze tecnologiche, in particolare su hybrid multi cloud e AI che oggi sono le priorità strategiche.
Who's Who
Stefano Rebattoni
Amministratore Delegato di IBM Italia
“È un momento molto importante, abbiamo l’ambizione e l’impegno di essere di supporto alla ripresa del Paese e oggi si vedono i primi segnali. Per poter attrarre davvero i fondi, occorrerà essere pratici. L’avanzamento dei progetti va rendicontato. Noi possiamo offrire l’esperienza maturata con i clienti, in molti casi aziende capofila dell’industria che già stanno lavorando con concretezza, in un quadro sistemico”.
Molte di queste storie di successo IBM le racconta attraverso Think magazine, una rivista che vuole contribuire a diffondere la conoscenza e la cultura delle potenzialità dell’innovazione. Su questo numero, focalizzato sulla sostenibilità, si raccontano le esperienze di Rio Mare, che ha sviluppato una piattaforma per la tracciabilità alimentare e il consumo responsabile, di Autostrade con il sistema per il monitoraggio delle infrastrutture, di CREDEM, che ha adottato l’hybrid cloud potenziato dall’AI, Piaggio, Prysmian, Bofrost, Windtre e molte altre eccellenze italiane.
Il cloud nazionale: le fondamenta del PNRR
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, le fondamenta delle nuove progettualità sono rappresentate dall’infrastruttura cloud chiamata Polo Strategico Nazionale (PSN), da realizzare in Italia e con elevate prestazioni e livelli di sicurezza. Su questa infrastruttura dovrebbero migrare dati e servizi strategici della PA, a supporto del processo di trasformazione digitale.
“La corretta implementazione del piano per il cloud nazionale è fondamentale: I-COM stima che potrà contribuire alla crescita per 1 punto percentuale di PIL, 620 miliardi in più”, dice Rebattoni.
Il modello di sviluppo prevede un partenariato pubblico-privato, e IBM è in lizza, essendo tra i big del cloud e sta ulteriormente investendo: dal 1 settembre sarà operativa anche in Italia Kyndryl, società spinoff dedicata ai servizi infrastrutturali (servizi tecnologici, data center, networking), che avrà il compito di progettare, far funzionare e gestisce l’infrastruttura tecnologica delle aziende. “Nasce con 20 miliardi di dollari di fatturato per sviluppare la specializzazione che il mercato chiede, con una strategia focalizzata, e sarà in grado di lavorare in modo ecosistemico con cloud provider terzi – specifica il manager -. A livello di gruppo conta 1500 persone (su 5mila di tutta Ibm), e vale il 40% del business. Vi andranno a confluire anche le facility che gestiamo in outsourcing per clienti quali Unicredit, Ferrovie, Poste”.
Rebattoni si dice fiducioso che questo governo tecnico sarà “in grado di far succedere le cose e di portare il nostro Paese su un altro livello di competitività. Ci aspettiamo di aver un ruolo, all’interno di una regolamentazione che lascia al governo le leve decisionali.”
La partita della credibilità deve ancora entrare nel vivo, ma non si può negare che in questi mesi nella PA si sono fatti grandi passi avanti: pensiamo all’App IO, a SPID, a pagoPA. “Ora serve rendere interoperabili banche dati e servizi: c’è un potenziale di 1 miliardo di euro di ottimizzazioni, con una rifocalizzazione del capitale umano su attività di valore, grazie ad automazione”, conclude Rebattoni.