La trasformazione digitale delle aziende del nostro Paese negli ultimi mesi, complice la pandemia, ha vissuto un nuovo impulso. Cloud, Intelligenza Artificiale e Hyperautomation sono stati i protagonisti indiscussi nel ruolo di abilitatori del cambiamento.
Sono tutti trend che Alterna, Cloud Solution Provider, società di consulenza – con sedi a Milano, Bologna, Torino, Brescia, Padova, Roma e Lecce – e partner di riferimento per le soluzioni Microsoft, aveva già intercettat fo.
Il Cloud e le sue potenzialità
«Noi abbiamo abbracciato il Cloud da tempo e negli anni abbiamo raggiunto una maturità nei processi di trasformazione che ci ha permesso durante la pandemia di stare accanto ai nostri clienti nel modo migliore – racconta Matteo Giovanditti, CEO di Alterna –. Diciamo che questo particolare momento ci ha ripagati del grande lavoro che abbiamo fatto negli anni sia come Alterna, sia portando avanti i programmi di Altea Federation, il gruppo che raccoglie sotto un unico marchio l’esperienza, la professionalità e la specializzazione di aziende pioniere e all’avanguardia nel campo dell’innovazione».
Who's Who
Matteo Giovanditti
CEO di Alterna
Ciò non vuol dire che si sia esaurita la spinta innovativa di Alterna. Tutt’altro. Fedele alla sua mission, negli ultimi mesi si è posta ancora più in ascolto per raccogliere i feedback dei suoi clienti e cogliere i segnali che arrivano dal mercato dei vendor di soluzioni tecnologiche. L’obiettivo? «Cercare di rimanere costantemente al passo con un tasso di adeguamento dell’innovazione che ha raggiunto un’entità decisamente non paragonabile al passato. Le potenzialità che oggi il Cloud può esprimere sono ben oltre le aspettative e per vendor e system integrator, come noi, è tempo di trovare il modo di tenere il passo, è un treno in corsa ed è importante mantenere questa intensità. Non è un caso che Microsoft abbia una grande attenzione verso canale, lo ascolta, lo motiva e cerca di dare ispirazione e di trarne ispirazione. È solo in questo modo che si vince la sfida del Cloud», sottolinea Giovanditti, che ribadisce: «C’è un gran fermento in questo momento. Ecco perché Alterna e Altea Federation si sono poste l’obiettivo di supportare le realtà del nostro Paese nel portare avanti un cambiamento radicale del business model, interpretando le soluzioni Microsoft in termini di esigenze dei clienti».
Alterna, in particolare, crede fortemente nella proposta di servizi Cloud per le aziende italiane, nell’ottica di fornire al cliente un’interpretazione delle tante possibili applicazioni per veicolare la migliore soluzione possibile, in linea con i risultati di business attesi. È così che da una parte si possono cogliere le potenzialità del Cloud e dall’altra disegnare un’architettura su misura del cliente, per realizzare “fast forward” la trasformazione digitale delle imprese. Non è un caso, quindi, che sia in crescita la richiesta di iPaaS (integration Platform as a Service) per integrare ambienti cloud diversi, multi Cloud, spostandosi anche tra hybrid, public o private cloud.
Guardando ai prossimi anni, secondo il CEO, «sarà centrale velocizzare il processo di deploy delle applicazioni di business, continuando lavorare sì sul Cloud, ma con un occhio puntato su soluzioni low-code e AI, perché quello che servirà sempre più alle aziende sarà poter contare su sistemi semplici e intelligenti, così da ridurre anche il gap di alfabetizzazione digitale dei clienti».
Dall’AI all’ iperautomazione
In apertura abbiamo parlato di Intelligenza Artificiale, che, come sottolinea Giovanditti, «ha il grandissimo pregio di aumentare le capacità e la naturale predisposizione umana a interpretare i fenomeni».
In particolare, negli ultimi anni, l’AI ha contribuito allo sviluppo dell’automazione. «Gli ERP e i CRM, e in generale tutte le “business application”, sono destinate nel tempo a diventare “intelligenti”, e avranno un livello di automazione inimmaginabile ora. I sistemi potranno contare sull’augmented intelligence proprietaria. Questo perché da un lato l’AI consente di fare analisi puntuali e approfondite dei dati storici supportando le decisioni di business, e dall’altro permette di trasferire compiti time e resource consuming».
Ed è proprio il nuovo livello di automazione in cui l’Intelligenza Artificiale si integra con le persone nel portare avanti compiti decisionali che si entra nel raggio d’azione dell’iperautomazione, che, come riporta bene Gartner, ottimizza i processi ad ampio raggio e aumenta le capacità delle persone, creando abilità “sovrumane”, utilizzando soluzioni avanzate, che prevedono l’utilizzo di software di intelligenza artificiale, modelli di machine learning e algoritmi di Natural Language Processing.
La vera novità dell’Hyperautomation è che da un lato integra meglio e supera i concetti tradizionali della RPA (Robotic Process Automation) – l’insieme delle tecnologie e procedure che permettono di svolgere in modo automatico le attività ripetitive e a basso valore, simulando il comportamento dell’operatore e interagendo con le applicazioni IT – dall’altro rafforza e sostiene le capacità decisionali, attraverso gli intelligent Business Process Management Systems (iBPMS), ovvero evoluzioni “intelligenti” delle soluzioni di business process management, che permettono di orchestrare i processi e creare esperienze di workflow dinamiche, sfruttando il cloud e gli strumenti low-code.
«Io sono convinto che questo sia l’anno della consacrazione dell’Hyperautomation, che avrà il compito di automatizzare davvero i processi end-to-end, attraverso RPA, Machine Learning, Deep Learning – sottolinea Giovanditti –. Si tratta di un vero e proprio cambio di passo, che richiede di rivedere il business model e di definire una strategia coordinata, andando ad analizzare in prima battuta la situazione esistente, per poi individuare su quali processi agire, valutare e definire le azioni da mettere in pratica, e quindi automatizzare, misurare i risultati ottenuti e rivalutare le iniziative in un’ottica di miglioramento continuo».
Ecco perché l’Hyperautomation richiede anche lo sviluppo di Digital Twin of the Organization (DtO), che attraverso la rappresentazione virtuale dell’azienda consentono di visualizzare e comprendere – grazie all’analisi dei dati real time – come interagiscono e si influenzano tra loro le diverse aree, i processi operativi e gli indicatori di performance.
«Quello che stiamo vedendo è che c’è un’enfasi incredibile rispetto a questo tema e alcuni settori, come il bancario e l’assicurativo, sono stati degli anticipatori. Adesso è tempo che le realtà del nostro Paese ne comprendano le potenzialità. L’automazione diventerà parte integrante dell’offering applicativo. Noi, come integratore, dobbiamo fare una riflessione importante sulla componente che ci contraddistingue come player che lavora in una fetta importante di innovazione. Sicuramente il punto di partenza sarà instillare la cultura del dato e del valore in esso nascosto. Ogni azienda oggi deve avere l’ambizione di essere una data driven company. Questa possibilità è a portata di tutti, anche delle piccole aziende», conclude il CEO.