Da circa dieci anni la digitalizzazione sta svolgendo un ruolo via via più importante nel settore del Real Estate. La Data Science in particolare, che analizza i Big Data, ha trovato la prima – e più evidente – applicazione nei portali immobiliari. Questi pionieri dell’industria proptech hanno investito pesantemente su algoritmi in grado di sfruttare la potenza dei dati e oggi sono in grado di proporre ai potenziali acquirenti offerte sempre più profilate.
Spesso si sono temuti gli effetti di questa disintermediazione, ma non dobbiamo dimenticare un aspetto rilevante. Una compravendita immobiliare è una delle scelte più delicate ed importanti nella vita di una persona, anche a livello emotivo. Il mediatore sarà sempre parte integrante in questa operazione. In Italia lo sceglie il 55% delle persone, negli USA addirittura l’88%. A differenza di quanto successo con altre professioni, nel settore immobiliare Data Science e algoritmi non sostituiranno gli agenti, ma li potenzieranno ed esalteranno il loro lavoro.
Si tratta di un caso più unico che raro in un mondo in cui tutto si sta disintermediando. La nascita di società tecnologiche che industrializzano i processi di compravendita e sfruttano la Data Science è la più grande occasione per i professionisti del Real Estate negli ultimi 50 anni. L’agente sta diventando un professionista digitale a tutto tondo, una figura in grado di accedere a strumenti sempre più performanti, che rendono dati complessi facili da interpretare, per migliorare l’incontro tra domanda e offerta, velocizzare le vendite, snellire i processi.
Data Science nel Real Estate: ambiti di applicazione
Applicati al Real Estate Data Science, analisi predittiva e Machine Learning cambieranno totalmente, e in meglio, i presupposti della compravendita immobiliare, a tutto vantaggio di agenti e clienti.
Analizzando e incrociando dati geolocalizzati riferiti a determinate aree, sarà possibile individuare e collegare in modo più efficace soluzioni abitative e persone, in base a stili di vita, livelli di traffico, sicurezza del vicinato, inquinamento acustico e ambientale, andamento delle condizioni climatiche, presenza di scuole, trasporti e servizi al pubblico e così via. Non solo: l’accesso a queste informazioni permetterà di prevedere più facilmente trend di valutazione o svalutazione di edifici in determinate aree e tracciare profili dei clienti basati su caratteristiche socio demografiche, modelli di spesa, interessi, preferenze per attività ricreative e altri parametri. Informazioni che, in mano a un agente, diventano un alleato potentissimo per capire meglio i clienti e aumentarne fiducia e soddisfazione.
Real Estate e Data Science: i nuovi modelli data-driven
Anche in Italia si è consolidato un modello ibrido di agenzia immobiliare che affianca strumenti digitali alla presenza di professionisti sul territorio, gestendo a livello centrale i processi e servizi più onerosi, un tempo sulle spalle dell’agente. Sfruttando Big Data, algoritmi e realtà virtuale, il mediatore può concentrarsi unicamente sulle fasi principali e a valore aggiunto della compravendita.
Risultato: la Data Science nel Real Estate migliora enormemente l’incontro tra domanda e offerta, favorendo la gestione di trattative profilate sui clienti, con vantaggi in termini di Customer Experience. Si ottengono valutazioni più precise, basate su metriche reali e non solo sul “fiuto”. Si ottimizza l’organizzazione delle visite sul posto, limitandosi ai clienti realmente interessati. Il tutto mentre marketing, servizio clienti e burocrazia vengono centralizzati e automatizzati.
Parallelamente, i proprietari di immobili riescono a vendere casa a un prezzo fisso e contenuto, controllando da una piattaforma tutto l’andamento delle contrattazioni. Il modello funziona: secondo i dati di RockAgent – ad oggi la principale agenzia ibrida in Italia – i tempi medi di vendita si accorciano a 45 giorni, rispetto ai circa 6 mesi della media di settore. La digitalizzazione dei processi ha fatto registrare all’azienda una crescita di oltre il 300% nel 2020, inaugurando il 2021 con una campagna di reclutamento per oltre 140 nuovi agenti.
Big Data nel mercato immobiliare, opportunità in parte inesplorata
Mentre le startup immobiliari accelerano, grazie al loro approccio digitale nativo, la digitalizzazione dei processi non è così semplice tra gli incumbent. Secondo l’ultima KPMG Global PropTech survey, l’80% delle aziende del settore non sfrutta ancora a sufficienza i dati per prendere decisioni, ma il 49% ne riconosce l’importanza sul medio-lungo periodo. La Data Science applicata al Real Estate ha ancora molti risvolti inesplorati, che offriranno incredibili opportunità all’intero comparto.
I player storici della mediazione immobiliare hanno a disposizione grandi quantità di informazioni, ma non sempre hanno le tecnologie per processare questi dati e prendere decisioni tempestive, basate su analisi predittive.
Detto questo, negli ultimi anni il settore immobiliare ha fatto passi da gigante per quanto riguarda l’utilizzo dei dati. Da una parte, tra i player tradizionali si moltiplicano le operazioni di M&A e si inizia a lavorare allo sviluppo di software proprietari. Dall’altra, startup come RockAgent, Realitycs, Casavo e altre – sono oltre 150 le realtà censite dall’ultimo PropTech Monitor del Politecnico di Milano – stanno offrendo un contributo notevole alla creazione di tecnologie in grado di automatizzare e industrializzare processi, per potenziare il ruolo dei professionisti.
Solo nel 2020, ad esempio, RockAgent ha sviluppato 20 nuovi software proprietari, che hanno permesso di migliorare le performance degli annunci e la valorizzazione degli immobili, in termini di visibilità e qualificazione dei clienti. In tal modo, applicando l’intelligenza artificiale alla gestione delle richieste dei potenziali acquirenti, ogni agente immobiliare è in grado di gestire un numero superiore di vendite, garantendo un servizio di alto livello, basato sui dati.
Le nuove skill dei professionisti immobiliari
Data Science, conoscenza del mercato e doti di negoziazione tracceranno il nuovo e più stimolante profilo della professione immobiliare nei prossimi mesi. Il ruolo dell’agente, per anni sottovalutato, imboccherà un nuovo percorso di competenze digitali.
Tuttavia, è un errore pensare che, in un mondo di specializzazione, l’agente possa presidiare da solo tutta la componente tecnologica del proprio lavoro. Sarebbe impossibile per complessità, per investimenti, per competenze, per opportunità. E anche perché da solo non avrà mai una massa critica di dati e opportunità per scalare.
Il mediatore moderno deve specializzarsi sulla mediazione in senso stretto ed essere un consulente formato a livello commerciale, legale, urbanistico e catastale. Allo stesso tempo collaborare con le realtà immobiliari più innovative gli permetterà di farsi formare e guidare nella trasformazione digitale (il che non è più un’opzione). Non solo. Unendo un set di competenze rinnovate a quelle di un team altamente tecnologico e specializzato nelle diverse funzioni che accompagnano una compravendita, si innesca un vero cambio di prospettiva per questa professione.
Se prima l’agente si occupava di tutto, compresi molti oneri non legati alla mediazione, oggi si industrializzando e gestiscono i processi in modo verticale e data-driven (dal servizio clienti, alla gestione di dati personali in CRM ottimizzati, fino alle pratiche notarili, e così via). Il tutto con grandi vantaggi in termini di efficienza e risultati, in primis proprio per l’agente e i suoi guadagni.
Le altre professioni immobiliari data-driven
La commistione tra Data Science e Real Estate avrà diversi impatti sulle professioni di questo settore. Non favorirà solo l’imprenditoria in ambito PropTech e l’evoluzione digitale del ruolo degli agenti, ma potenzierà anche altre figure legate al settore.
Gli Asset Manager – dedicati a gestire patrimoni finanziari, con l’obiettivo del minimo rischio e massimo rendimento – potranno prendere decisioni informate e più accurate, grazie a piattaforme che sfruttano Big Data e Machine Learning. Ad esempio, sarà possibile ottenere proiezioni sulla domanda di un certo tipo di immobili in diverse città e investire in aree ancora sottovalutate, ma in ascesa in termini di popolarità.
I Property Manager – consulenti con una formazione avanzata in termini di management e diritto immobiliare – saranno in grado di gestire meglio gli immobili che sono stati affidati loro, valutando tendenze e rischi emergenti, diagnosticando e monitorando le esigenze di manutenzione, fornendo tempi di riparazione più precisi, e così via.
Gli analisti immobiliari, potranno accelerare il processo di raccolta, organizzazione ed elaborazione dei dati per estrarre insight utili a valutare investimenti profittevoli e pianificarli su periodi più lunghi.
La richiesta di competenze digitali nel Real Estate si fa sempre più urgente per cogliere a pieno le opportunità offerte dalla Data Science. Se il settore è ancora acerbo è però anche in rapidissima evoluzione e non c’è momento migliore per chi inizia la propria carriera di agente nel nuovo spazio digitale che sta conquistando anche questo mercato.