Analisi

Professionisti, è l’obbligo di legge a guidare l’innovazione digitale

La Fatturazione Elettronica verso la PA e la Conservazione Digitale a norma dei documenti sono i due ambiti su cui gli studi punteranno maggiormente nel prossimo biennio, trainati dalla normativa. Le principali evidenze della ricerca del Politecnico di Milano, che ha premiato chi si è distinto per capacità innovativa a livello organizzativo e di business, utilizzando l’ICT

Pubblicato il 03 Mar 2015

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Nel prossimo biennio in Italia gli studi professionali concentreranno i loro investimenti in tecnologie soprattutto sugli ambiti Fatturazione Elettronica verso la PA e Conservazione Digitale a norma dei documenti.

L’innovazione digitale per i Professionisti quindi è ancora “law driven”: è l’obbligo di legge in pratica a guidare l’introduzione delle nuove tecnologie. D’altro canto, nello stesso arco di tempo, il budget medio destinato agli investimenti in ICT sarà pari in media a 6.300 euro per ogni Studio, di cui solo il 26% è destinato all’acquisto di software o hardware per sviluppare progetti di vera innovazione, mentre la parte preponderante riguarderà l’adeguamento normativo, la manutenzione ordinaria e la gestione dell’esistente. Tenendo conto sia delle tecnologie già adottate che di quelle per cui c’è interesse nel prossimo futuro, la fatturazione elettronica verso la PA è l’area di maggior investimento (73%), seguita da Gestione Elettronica Documentale (68%), sito web (68%) e Conservazione Digitale (63%).

Questi sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio ICT & Professionisti della School of Management del Politecnico di Milano che si è concentrata sul mondo di quelle che si possono definire le “Professioni giuridiche d’impresa” – coinvolgendo 1833 tra studi di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro – e sul loro mercato di sbocco, prevalentemente costituito da micro e piccole-medie aziende.

«Il mondo delle professioni giuridiche d’Impresa, di fronte ad alcune difficoltà di carattere economico-finanziario, mostra una certa resistenza al cambiamento mentre la domanda di servizi da parte della clientela non è sempre allineata con il ‘portafoglio servizi’ degli studi – afferma Claudio Rorato, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio ICT & Professionisti -. Non risulta ancora ampiamente percepito il valore della tecnologia, ancora poco utilizzata per recuperare efficienza interna e sviluppare il business. I professionisti interessati all’adozione delle ICT sono in crescita ogni anno, segno di una lenta ma progressiva alfabetizzazione informatica».

E infatti il 43% degli intervistati percepisce la cultura digitale come un gap da colmare, attraverso percorsi formativi specifici su ICT e attività ICT intensive.

In occasione del convegno in cui sono stati presentati i risultati della ricerca, sono stati consegnati anche i premi “Professionista Digitale 2014” agli studi che si sono distinti per capacità innovativa a livello organizzativo e di business con l’utilizzo delle tecnologie digitali.

Nella categoria Avvocati ha vinto il premio lo Studio legale Cislaghi Lessio Associati – Studio Class di Milano per il progetto “Lo studio telematico”. Nella categoria Consulenti del Lavoro ha ottenuto il riconoscimento lo Studio Paserio di Gallarate (VA) per il progetto “Tecnologia: strumento per facilitare il cambiamento”. Per la categoria Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili sono stati premiati lo Studio Emmi di Catania con il progetto “www.partitaiva.it” e lo Studio VBC – Verginer Business Consulting di Bolzano con il progetto “PaperLess”.

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