Nelle aziende cresce la pressione con cui i responsabili del business chiedono ai CIO di erogare servizi IT più veloci e agili, per ottimizzare i processi e fornire ai clienti servizi sempre migliori.
Ma forse mai come in questa fase evolutiva dell’ICT, il lavoro degli IT manager è complicato dalla necessità di gestire contemporaneamente diverse transizioni tecnologiche. Il passo del cambiamento accelera, gli stimoli del management a correre più velocemente aumentano, e il timore di perdere il controllo dell’IT si materializza su vari fronti: in primo piano c’è la sicurezza.
Oggi, indicano alcuni dati di Cisco, il traffico IP malevolo è visibile sul 100% delle reti corporate. Ma non solo. Una parte della spesa IT, anche nel 2014, è avvenuta fuori dal budget dedicato, e quindi dal controllo dei CIO; in aggiunta, entro il 2018 oltre il 50% di tutto il traffico IP verrà originato da dispositivi non-PC (smartphone, tablet, oggetti intelligenti), e la diffusione del video incrementerà il traffico IP con un tasso medio annuo di crescita del 18%. C’è poi un altro dato rilevante: entro il 2017 il 69% del traffico data center globale proverrà da servizi e applicazioni cloud.
Nuovo modello di infrastruttura
In mezzo a tutte queste sfide, la strada maestra per recuperare il controllo dell’IT e cogliere le opportunità del Web degli Oggetti è semplificare, abbracciando il cambiamento consapevoli che l’innovazione, la capacità di fare le cose in modo diverso e migliore, dipende da un’infrastruttura IT basata su un modello di tipo adattivo e policy-driven: quello che Cisco chiama “Fast IT”.
Per raggiungere questo obiettivo è però importante, spiega Rebecca Jacoby, Chief Information Officer e Senior Vice President di Cisco, realizzare una “foundation” costituita da alcuni pilastri essenziali. Il primo è la tecnologia di interconnessione cloud. Nel caso specifico, la soluzione Intercloud Fabric proposta da Cisco consente di orchestrare lo spostamento e l’implementazione dei servizi, sia all’interno delle singole piattaforme Cloud, sia tra nuvole differenti su scala geografica.
Caratterizzata da sicurezza, apertura e flessibilità, Intercloud Fabric punta a fornire completa libertà nello spostamento e nell’allocazione dei workload, per rispondere esattamente alle esigenze di business.
Permette poi di mantenere, anche nelle nuvole pubbliche, la stessa sicurezza di rete, la qualità del servizio, la compliance con le normative, le policy di controllo degli accessi già applicati nel proprio data center. Se poi la capacità dell’infrastruttura deve essere espansa, la cosa si può fare in ambienti ibridi, senza problemi di distinzione fra cloud privati interni e nuvole esterne.
Un secondo tassello chiave per concretizzare in azienda il paradigma della fast IT è sfruttare il più possibile il valore dei dati che provengono dalla IoT, stimolando l’innovazione in aree come l’acquisizione, lo storage, le applicazioni analitiche che utilizzano le informazioni.
Anche in questo ambito, il modello policy-driven ha l’obiettivo di trasferire i dati più velocemente, in funzione di regole, per consentire di disporre sempre delle informazioni utili al momento opportuno, connettendo le persone giuste con le corrette informazioni e processi quando è necessario.
Il terzo pilastro è la IT security che rappresenta, sottolinea Jacoby, il primo e miglior esempio di architettura adattiva e guidata da policy. In effetti, per Cisco la sicurezza informatica si trova nel pieno di una transizione critica, e per diventare più efficiente sta migrando dalle tradizionali applicazioni best-of-breed (firewall, appliance), stand alone e di tipo perimetrale, verso un approccio platform-based, in cui tutti i domini, dispositivi, applicazioni e servizi vengono integrati, al fine di abilitare un superiore grado di intelligence, automazione ed efficacia nell’individuazione delle minacce.
Un approccio dove le funzionalità analitiche giocano un ruolo chiave per comprendere il contesto degli attacchi, valutare il valore delle informazioni, e configurare in modo dinamico le policy di difesa più indicate.
Il quarto pilastro è infine costituito dall’evoluzione delle tecnologie di collaborazione, in particolare la collaborazione Video: questa consente non solo di migliorare il modo in cui le persone comunicano, accrescendo la produttività del personale, ma contribuisce anche a sviluppare un maggior grado di fiducia nelle relazioni fra i team di lavoro, e nei rapporti con i clienti.