Per raggiungere la sostenibilità ambientale, e quindi per soddisfare i nostri bisogni e al tempo stesso preservare il pianeta, bisogna muoversi lungo diverse direttive, non è suffiente ridurre l’uso dei combustibili fossili. Secondo uno studio pubblicato sulla nota rivista scientifica Nature, i sistemi alimentari, cioè le reti necessarie per produrre e trasformare il cibo e fare in modo che arrivi al consumatore, contribuiscono dal 21 al 37% alle emissioni globali di gas serra. Per comprendere quanto i consumatori siano consapevoli dell’importanza di attuare scelte che vanno verso la sostenibilità alimentare, anche quest’anno Morning Consult e IBM hanno realizzato l’indagine IBM Food Sustainability Study. Lo studio, condotto negli Stati Uniti e in Europa, ha coinvolto circa 3500 persone, tra cui 988 italiani, e suoi risultati sono stati decisamente positivi.
Quanto conta per gli italiani la sostenibilità alimentare
Secondo lo studio oltre nove italiani intervistati su dieci (93%) concordano sull’importanza di sapere da dove arriva il loro cibo e quasi nove su dieci (87%) si preoccupano che il loro cibo provenga da una produzione etica e responsabile, prevalentemente se si tratta di carne (75%), seguita da frutta (57%), verdura (55%) e latticini (52%).
Questo interesse si traduce in una maggiore propensione, rispetto allo scorso anno, allo spendere di più per l’acquisto di alimenti di origine sostenibile, specialmente da parte delle generazioni più giovani. Tuttavia, insieme alla mancanza di informazioni affidabili sull’approvvigionamento alimentare (35%), è il prezzo (32%) uno dei due motivi più indicati che trattengono gli intervistati italiani dal mangiare cibi di provenienza più responsabile.
Da notare come la maggiore attenzione per i cibi sostenibili abbia riguardato anche il periodo festivo. Gli intervistati italiani nel 2020 hanno considerato di cambiare gli ingredienti della loro cena di Natale o dei pasti consumati nel periodo di vacanza, andando verso scelte più sostenibili.
Infine, tre quarti (75%) degli intervistati italiani si dimostrano preoccupati per lo spreco alimentare e oltre nove italiani su dieci (92%) concordano sul fatto che sarebbero più disponibili a fare acquisti in un supermercato con iniziative per ridurre lo spreco alimentare. La maggioranza degli intervistati italiani è infatti entusiasta del fatto che i rivenditori donino cibo per evitare di cestinarlo (62%) e riducano anche gli imballaggi in plastica (71%).
L’importanza delle etichette per un’alimentazione sostenibile
Gli italiani considerano la provenienza e i benefici per la salute come le caratteristiche più importanti quando si tratta di cibo. Ciò che spinge di più il consumatore italiano a mangiare o acquistare cibo sostenibile, rileva la ricerca, è il suo valore nutrizionale (37%), seguito dalla capacità di ridurre dei potenziali problemi di salute pubblica derivati da pratiche non sostenibili (28%) insieme alla sicurezza della provenienza (28%), motivazione che cresce di 4 punti percentuali rispetto al 2019 (24%). A questo proposito acquistano sempre più rilevanza le etichette dei cibi attraverso la quali i consumatori sono in grado anche di appurare se si tratta di un prodotto alimentare biologico o No-OGM. Il 50% degli adulti italiani, infatti, sarebbe più propenso ad acquistare un prodotto alimentare con un’etichetta biologica e il 43% sarebbe più propenso ad acquistare un prodotto alimentare qualora fosse etichettato come Non-OGM.
Foodtech: la sostenibilità alimentare passa anche dalla blockchain
Oltre due terzi degli italiani intervistati afferma che conoscere l’autenticità di un alimento (70%) e qual è la sua vera durata di conservazione (66%) sarebbe molto prezioso. Per ottenere queste informazioni l’utilizzo della blockchain assume sempre più rilievo. Secondo lo studio oltre nove adulti italiani su 10 (92%) riferiscono che è molto utile avere il cibo rintracciabile sulla blockchain. In particolare, sono le donne (3 su 5) e i baby boomers (63%) a ritenere che la tracciabilità dei cibi dovrebbe diventare una costante perché permette di garantire l’autenticità dei prodotti, fornendo informazioni certificate su provenienza, freschezza e processo di lavorazione.