Mettere a fattor comune le migliori risorse del Paese per recuperare competitività e accelerare la transizione digitale e sostenibile delle imprese italiane. Con questo obiettivo proseguono le iniziative del Cluster Fabbrica Intelligente, guidato da Luca Manuelli, Cdo di Ansaldo Energia e Ceo di Ansaldo Nucleare, e realizzate in forte collaborazione con il MISE, il MIUR e Confindustria. La forte presenza sul territorio (7 regioni strategiche raggiunte) è in via di allargamento, per rendere l’Italia sempre più resiliente e innovativa.
Who's Who
Luca Manuelli
CDO, Ansaldo Energia, e CEO Ansaldo Nucleare
Il Cluster Fabbrica Intelligente ha l’obiettivo di sviluppare e attuare una strategia basata sulla ricerca e sull’innovazione per consolidare e incrementare i vantaggi competitivi nazionali e, al contempo, indirizzare la trasformazione del settore manifatturiero italiano verso il paradigma della smart factory, in linea con le agende strategiche dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione.
Il Cluster coinvolge 300 soggetti, di cui 230 industriali, tra 171 PMI e 62 grandi imprese, 37 centri di ricerca e dipartimenti universitari, 12 associazioni regionali e 37 associati tra associazioni di categoria, consorzi e fondazioni. Ne è direttore scientifico Tullio Tolio del Politecnico di Milano, uno dei massimi esperti di industria in Italia.
Tra i compiti del Cluster c’è il costante aggiornamento della Roadmap dell’Innovazione, in collaborazione con i migliori esperti di settore dei principali atenei, per delineare lo scenario dei prossimi cinque anni, indirizzando le scelte tecnologiche del Paese. Quattro i Lighthouse Plant riconosciuti a oggi (ABB, Ansaldo Energia, Hitachi Rail e Tenova-Ori Martin), finanziati attraverso accordi di innovazione tecnologica dal MISE e dalle Regioni: sono i cosiddetti “impianti faro”, con la doppia funzione di dimostrare l’efficacia dell’applicazione delle tecnologie 4.0 per avere un vantaggio competitivo sul mercato e di sviluppare progetti avanzati di innovazione, in collaborazione con le filiere e gli attori dell’Open Innovation.
In dirittura di arrivo entro la fine dell’anno l’approvazione di un quinto impianto faro, quello della HSD Mechatronics di Urbino con 80 milioni di fatturato e parte del gruppo Biesse, società quotata in Borsa con un giro d’affari di quasi un miliardo di euro, che realizzerà l’elettromandrino interconnesso con un processo produttivo “zero defect”.
Presidente Manuelli, che azioni sta portando avanti nonostante la pandemia?
Non abbiamo interrotto le iniziative in corso per accelerare la digitalizzazione del Paese. Cluster Fabbrica Intelligente sta estendendo il numero dei Lighthouse Plant con altri due previsti per il 2021, con cui potremmo arrivare – procedura permettendo – a quota 7. Sono fabbriche che hanno già investito in tecnologie digitali ma che, grazie a questo ruolo istituzionale, sviluppano ulteriori progetti di ricerca e innovazione con le tecnologie abilitanti l’Industria 4.0, come l’IoT, i big data, l’Artificial Intelligence e la robotica, in un ecosistema collaborativo di cui fanno parte anche università e centri di R&S, grandi player tecnologici, startup e PMI innovative. Al contempo, sono d’esempio per il tessuto produttivo italiano e punto di riferimento per la loro filiera industriale. È un progetto win-win, perché l’impianto riceve dei fondi dal MISE per progetti di ricerca e sviluppo industriale e, in cambio, si mette a disposizione del mercato come dimostratore di cosa si può fare con l’Industria 4.0 e quali sono i suoi vantaggi, ed è anche fonte di sviluppo tecnologico condivisibile. Un altro progetto consolidato nel 2020 è l’estensione della base associativa ai grandi provider tecnologici, che sono driver d’innovazione. Li abbiamo definiti “Pathfinder”: SAP sull’IoT industriale è entrato nel Cluster lo scorso novembre, Deloitte a febbraio 2020 sui temi della cybersecurity in fabbrica e Cisco a luglio, come “sistema nervoso” delle OMI con le sue reti di connessione digitale.
Avete in cantiere anche nuovi progetti di filiera?
Di recente, ABB di Dalmine ha perfezionato una iniziativa per molti versi analoga a quello che è stato il progetto “AEnet 4.0” di Ansaldo Energia per colmare il gap digitale dei propri fornitori. Noi ne avevamo selezionati un centinaio e sottoposti ad assessment. ABB ne ha selezionato una trentina in primavera e, con il supporto del Digital Innovation Hub lombardo, ne ha misurato la maturità digitale e il livello di sicurezza informatica. Con il competence center Made ha organizzato le corrispondenti Roadmap digitali, che ora segue da vicino per far accadere le cose: il cosiddetto “So what”, “E ora che facciamo?”. L’obiettivo è quello di creare filiere che, con prodotti e servizi sempre più intelligenti, siano sempre più connesse, integrate, veloci e produttive. Inoltre, in questo periodo di emergenza che richiede resilienza, abbiamo avviato la collaborazione con partner finanziari quali Cassa Depositi e Prestiti in grado, nel breve, di sostenere le PMI che, per mancanza di liquidità, rischiano di interrompere la propria attività produttiva, con impatti negativi sulla filiera di appartenenza, in particolare quella energetica. In prospettiva il partner finanziario aiuterà lo sviluppo fisiologico delle imprese verso il paradigma 4.0, con interventi complementari a quelli del MISE.
Cluster Fabbrica Intelligente è anche Open Innovation?
In questo ambito abbiamo in corso XFactory, Open Innovation Challenge per la selezione di PMI e startup innovative che svilupperanno per ABB un progetto di stampa additiva di componenti metalliche che superi il problema della produzione vincolata ai piccoli lotti, mentre a Tenova/Ori Martin serviranno per sviluppare un progetto di cyber-safety: sviluppo di sensoristica per la sicurezza dei lavoratori che operano in aree a elevato rischio. Stiamo raccogliendo le candidature con il supporto della piattaforma open di Regione Lombardia con Finlombarda e presenteremo le società qualificatesi per le finali all’evento digitale di Mecspe a inizio dicembre. Anche in questo caso abbiamo iniziato noi, come Ansaldo Energia, nel 2017 con Digital XFactory, una call cui risposero 160 piccole imprese e startup; ne selezionammo 6 che, ancora oggi, collaborano con noi. La contaminazione tra grandi e piccole è fondamentale per l’innovazione: le piccole sviluppano soluzioni e sistemi più velocemente e accelerano lo sviluppo tecnologico delle grandi che, a loro volta, fanno da volano per la crescita e il consolidamento sul mercato delle startup innovative.
Come Ansaldo Energia che progetti avete?
Come impianto faro del Cluster Fabbrica Intelligente stiamo sviluppando con il Politecnico di Milano un progetto di “retrofitting” dei nostri impianti e macchinari, che consiste nel renderli intelligenti con sensori e connessione a un data lake per la raccolta dei dati, l’analisi e il monitoraggio del ciclo di vita della macchina. L’obiettivo è quello di regolare la manutenzione delle macchine da parte dei fornitori in base agli scostamenti rispetto agli standard di funzionamento e, in questo modo, grazie a interventi predittivi risparmiare sui fermi macchina e sugli interventi d’urgenza. La raccolta dei dati della macchina, per fare analisi e manutenzione predittiva, è una delle aree su cui spingere in tutto il Paese le piccole e medie imprese che producono componentistica, oltre che i costruttori di macchine utensili. Se tutti rendono intelligente il proprio prodotto possono vendere anche servizi a valore aggiunto, gestire da remoto diverse funzionalità e rendere la supply chain della filiera più efficiente. Alla fine cambiano le regole stesse del rapporto cliente-fornitore, verso un modello collaborativo del business. Stiamo sviluppando lo stesso modello in collaborazione con i nostri clienti attraverso turbine smart che permettono di mettere a fattor comune dati costruttivi e di esercizio per introdurre applicazioni di manutenzione predittiva.
Il Cluster Fabbrica Intelligente ha un ruolo anche nell’indirizzo del Recovery Fund?
Sì, tutte le iniziative già previste, insieme a una grande proposta di sistema (Produrre un Paese Resiliente), sono confluite in un documento di visione strategica con il contributo di un gruppo di 50 esperti del Cluster coordinato da Tullio Tolio, ora in via di condivisione con i principali stakeholder decisionali italiani ed europei.