Il brand è nuovo, ma nasce avendo già a bordo esperienza, competenza e clienti importanti. Parliamo di Digix, che sta per Digital Experience, guidata da due imprenditori lungimiranti e appassionati, Matteo Marino e Andrea Toponi, compagni di università al Politecnico di Milano, al lavoro insieme sin dalla tesi di laurea, avente come obiettivo proprio la definizione di un algoritmo abilitante la schedulazione e pianificazione della produzione.
Si tratta della seconda avventura imprenditoriale dei due CEO, che raccoglie ed estende il successo ottenuto fin qui proponendo ai clienti – grandi player nell’ambito del manufacturing, del fashion, del retail, dell’energy, nell’engineering – un approccio innovativo al PPM (Project Portfolio Management), un ambito nel quale sono riusciti a distinguersi per competenza, affidabilità e risultati concreti in termini di adoption ed efficienza del processo.
La nascita di Digix rappresenta dunque un punto di svolta: ora che il business è cresciuto (sono oltre 50 i clienti serviti) e la startup è diventata un’organizzazione strutturata, l’estensione dei progetti verso processi correlati al PPM è stata un fatto naturale, così come l’utilizzo di tecnologie di frontiera, come Blockchain e Intelligenza artificiale, con l’ambizione di diventare a breve un punto di riferimento per il mercato. Per ripercorrere le tappe di questa storia di successo abbiamo incontrato Matteo Marino e Andrea Toponi.
Cominciamo dall’inizio. Come è nata la vostra avventura imprenditoriale, 7 anni fa?
Matteo Marino – Nel 2013 eravamo colleghi nella stessa azienda e abbiamo deciso di dar vita ad una nuova realtà imprenditoriale per operare su un mercato che conoscevamo molto bene, quello della gestione dei grandi investimenti. Tutte le aziende hanno progetti e iniziative da gestire e il nostro obiettivo è farlo nel modo più efficiente possibile, ottimizzando i loro investimenti. Notavamo, però, che questi servizi venivano proposti con un approccio guidato dalle tecnologie, in particolare i software di Microsoft o di CA Technologies (oggi Broadcom), mentre non venivano sufficientemente considerate le caratteristiche professionali e le reali esigenze delle persone coinvolte. Abbiamo ribaltato l’approccio, affiancando i clienti nella trasformazione del processo, rendendo più semplici e fruibili a tutti gli strumenti di pianificazione, sviluppando integrazioni e personalizzazioni che permettono di analizzare i dati e visualizzare le informazioni anche a chi non ha competenze particolari. Per noi, la priorità è il benessere delle persone sul lavoro: un tratto che si è rivelato vincente e che è tutt’oggi la cifra distintiva di Digix.
La nostra competenza è stata presto riconosciuta, non solo come system integrator, ma come esperti dei processi sottostanti. Nel tempo abbiamo stretto partnership con le grandi società di consulenza e la collaborazione con i vendor si è consolidata: siamo certificati come partner primari di Microsoft, Broadcom e ServiceNow, una piattaforma che si è evoluta nel tempo, e siamo entrati nella top ten mondiale dei distributori di Broadcom.
Siamo anche usciti dall’Italia, creando una partnership con un’azienda spagnola, con sedi a Valencia e Madrid.
Digix nasce in un momento di grande attenzione al digitale e alle sue opportunità. Quali saranno le direttrici della strategia di crescita?
Matteo Marino – Nell’ambito del PPM siamo cresciuti rapidamente, abbiamo una estrema specializzazione, ma gradualmente abbiamo ampliato l’offerta di servizi perché ora è necessario uscire dalla logica della gestione del singolo progetto. Abbiamo a bordo 70 professionisti e un bacino di competenze multi industry che ci consente di realizzare un’ambizione più ampia: accompagnare il cliente nei labirinti della trasformazione digitale, offrendo un supporto consulenziale efficace e fidato.
Who's Who
Matteo Marino
CEO Digix
Il mercato sta cambiando, i clienti chiedono di lavorare in maniera diversa. Da qui l’idea di rifocalizzare il nostro percorso ampliando il perimetro e puntando su tecnologie all’avanguardia, in particolare in ambito blockchain. I processi sono sempre più integrati e abbiamo acquisito esperienza nel CRM, per supportare le vendite, nel Digital workplace, per ampliare la collaborazione interna sui processi, nella Business intelligence, per diffondere l’accesso ai dati e metterli a disposizione di tutte le persone interessate.
Siamo diventati esperti nell’accompagnare il cambiamento dei modelli di business, e il cambiamento ormai è costante. C’è un trend evidente: sempre più le aziende vendono con modelli a sottoscrizione, anche le società industriali ora noleggiano i macchinari oltre a venderli. È una trasformazione profonda, che tocca tutte le funzioni aziendali, produzione, marketing, finance, e naturalmente l’IT.
Tutto questo si connette fortemente alla blockchain, perché per perseguire modelli a canone serve salvaguardia e qualificazione dei dati all’interno della catena del valore. In un certo senso, restiamo sempre nell’ambito della gestione degli investimenti, ma rivolta a un mercato che è molto cambiato rispetto a tre anni fa.
In che modo Digix si vuole distinguere dalle altre aziende del mercato?
Andrea Toponi – Siamo consapevoli che i percorsi di trasformazione digitale sono spesso ostacolati nelle imprese, perché introdurre nuove soluzioni tecnologiche implica cambiamenti importanti.
Who's Who
Andrea Toponi
CEO Digix
Il nostro approccio è differente, meno ortodosso ma efficace nell’obiettivo di coinvolgere davvero le persone e portare a utilizzare al meglio le tecnologie, senza limitarsi a funzioni di base, partendo dalle esigenze del singolo, che sono ad esempio quelle di gestire un’agenda, a ricevere informazioni dai colleghi, alimentare la pianificazione. Il cambio di passo di Digix è soprattutto questo: ci siamo resi conto che dobbiamo rendere felici le persone, una parola che può avere molti significati, ma che per noi vuol dire farle vivere in maniera serena nel loro ambiente di lavoro, semplificare e personalizzare. Viviamo in un periodo in cui le trasformazioni organizzative e sociali sono all’ordine del giorno, occorre essere agili e adattarsi alle turbolenze. Le persone sono l’unico vero motore per mettere a terra le strategie, e lo fanno solo se sono serene, in grado di collaborare bene, indipendentemente dall’età o dal ruolo.
Che approccio avete ai progetti?
Si parte sempre dai bisogni, per poi arrivare allo sviluppo tecnologico e gestire tutta la trasformazione con un training personalizzato. Utilizziamo metodologie Agile o il più classico approccio waterfall, a seconda delle esigenze progettuali. Va detto che in questi mesi la logica di relazione sul cliente è parzialmente cambiata, il lavoro da remoto è il new normal e se ne guadagna in velocità ed efficacia, ma vogliamo mantenere la relazione personale che ci contraddistingue. È un approccio che ha portato ottimi risultati, anche durante il lockdown.