Fra le principali responsabilità di ogni IT manager c’è quella di garantire la continuità del business, un argomento ben compreso da ogni amministratore delegato. Serve trovare un difficile equilibrio. Da un lato bisogna mitigare gravi rischi di disservizio, che possono compromettere la normale attività dell’organizzazione o violare la privacy dei clienti; dall’altro ci sono i vincoli di costo e una complessità tecnologica che non fa che aumentare. E’ per questo che il back up è un mal di pancia per chi gestisce l’infrastruttura IT. Lo conferma anche Gartner, che evidenzia in un rapporto come le aziende siano oggi sotto pressione, alla ricerca di nuove soluzioni. Il volume dei dati continua a crescere, e vanno gestite tecnologie di back up differenti, come sistemi a disco e nastroteche, a cui si affiancano oggi soluzioni cloud, un “mix and match” che comporta grande abilità di gestione. Il tutto, come noto, in un contesto in cui all’IT viene chiesto un livello di servizio sempre più alto, perché il business ha bisogno di velocità.
Un tema “caldo”, nello specifico, è il cosiddetto Recovery point, ovvero la decisione circa i tempi ideali del back up. Nel caso ad esempio, di un’azienda che fa un back up alle 10 e quello successivo alle 13, se alle 12 il sistema va in crash avrà perso 2 ore di dati. Si tratta di una finestra che varia in base alle richieste del business e, naturalmente, al budget disponibile.
La risposta di CA a queste problematiche è Arcserve Unified Data Protection (UDP), la nuova versione del prodotto nato come Cheyenne software che ormai ha una storia di innovazione lunga 20 anni.
«UDP è la release di Arcserve più importante, ha spiegato Gianpaolo Sticotti, channel manager, Data Management, di CA Technologies è stato progettato da zero per ridurre i rischi e la complessità del back up e del disaster recovery. Da anni gestivamo la virtualizzazione e il cloud ma ora sono diventate feature del prodotto. CA arcserve UDP permette alle aziende di contenere l’aumento dei costi senza sacrificare le funzionalità. Detto in parole semplici, rende obsolete le soluzioni per punti. Con un solo prodotto risolviamo esigenze che i clienti finora potevano affrontare con almeno 2 prodotti diversi», e ha aggiunto: «Abbiamo anche introdotto cambiamenti significativi nel licencing, semplificandolo. Gli IT manager sanno bene o quanti dati devono gestire o quanto “ferro” c’è nel Data Center. Per questo offriamo le licenze in base ai Terabyte o ai socket».
La soluzione è pensata per gestire sistemi di storage ibridi, che sfruttano in parte hardware on premise e in parte cloud pubblico, come spesso accade. «È possibile ad esempio effettuare il back up ogni 15 minuti su un server locale e una volta al giorno su Amazon – spiega Ricotti -. Il focus è sempre sul ripristino, ovvero il “recovery time”. Se il dato è vicino è veloce, se è in un cloud pubblico si allungano i tempi».
Arcserve Unified Data Protection è una soluzione “agentless” (non si deve installare nulla), adatta anche per service provider (che con una sola console possono gestire numerosi clienti) e con numerose caratteristiche innovative. Fra queste, la simulazione del recovery in caso di situazioni critiche e un doppia deduplica (la seconda viene effettuata quando si aggregano i dati delle varie sorgenti), che permette anche il backup degli uffici remoti con poca banda e spazio.
Il lancio del prodotto, distribuito da Computer Gross, Arrow ECS ed Esprinet è stato accompagnato da un rinnovo del logo del prodotto e da un sito dedicato, in italiano. CA offre training gratuito anche nella sede del cliente.