«Milano è già una smart city ma non lo fa notare». così Massimo Garavaglia, assessore all’Economia, crescita e semplificazione della Regione Lombardia, ha sintetizzato i temi trattati alla recente adunata generale dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano, raccontata in un articolo sul corriere.it.
Il cammino verso l’Expo e verso il futuro del capoluogo lombardo passa dalla banda larga, dall’efficienza energetica, dalla riduzione del traffico e dei consumi, dall’inclusione sociale e dal rispetto ambientale. Un cammino che può contare su 100 milioni di fondi dall’Europa, e che l’amministrazione pubblica deve “condurre” in modo coordinato, tanto per cominciare attraverso lo statuto unico della città metropolitana, che unisce anche a livello di progetti “smart city” i 134 Comuni della provincia di Milano.
E poi unendo i propri sforzi a quelli dei vari ambienti cittadini – imprese, Comuni, banche, università e centri di ricerca – evitando di restare solo alle parole e ai buoni propositi: «Parlare di smart cities – ammonisce Garavaglia – è diventato quasi una formula che rischia di mangiarsi il contenuto».
Un problema importante a livello di PA è evitare il frazionamento delle iniziative per le diverse competenze finanziarie o territoriali. Spesso, ha detto Renato Galliano, direzione settore innovazione economica e smart city del Comune di Milano, il progetto viene spezzettato nel momento della richiesta del finanziamento: per questo ora si sta ragionando su come affrontare progetti complessi anche a livello finanziario.
A parte l’ampio discorso delle iniziative digitali legate all’ormai imminente Expo 2015, i progetti Smart City di Milano sono supportati da isole digitali, sensori per il traffico, contatori elettronici per il gas. Sul fronte ecologico per esempio si lavora a vari progetti, dai cestini intelligenti ai sensori per segnalare i parcheggi liberi. Anche per l’inclusione e coesione sociale gli sforzi sono tanti: dalla teleassistenza alla carta di identità sociale, fino ai servizi integrati per la persona, il crowdfunding per i progetti sociali, la mappatura per la prevenzione dei rischi.
Il punto di partenza è la connettività: Milano secondo i calcoli degli ingegneri è la città più cablata d’Europa, con 7 mila km di condotte e 375 mila di fibra, contando solo quella Metroweb. Molte reti, quindi, e in un territorio tutto sommato ristretto geograficamente come quello del capoluogo Lombardo, ridurre l’invasività degli scavi è diventata una responsabilità fondamentale. Responsabilità affidata all’Italian Association For Trenchless Technology (Iatt), dove le tecnologie trenchless sono quelle alternative allo scavo. Queste tecnologie riducono i costi sociali e ambientali dell’80% e del 70% per l’infortunistica nei cantieri, e sono sempre più importanti anche per interventi su altre reti (elettricità, gas, acquedotti, fognature), per le quali in piena era digitale è ormai urgentemente auspicabile una mappatura aggiornata e integrata.