L’interesse delle imprese verso Analytics e Big Data è sempre più alto. E per SAS, la multinazionale che da sempre si occupa esclusivamente di questi temi, continua l’onda positiva, anche in Italia. «Il 2013 si è chiuso positivamente e nel primo trimestre siamo partiti molto bene», ha detto Marco Icardi Vice President SEE Region, nel discorso d’apertura del SAS Forum, evento che la società dedica ogni anno a clienti e partner, che continua ad espandersi: 1460 i partecipanti di questa edizione.
L’obiettivo, ha spiegato il manager, è quello di diffondere la cultura degli Analytics e mostrare esperienze concrete che illuminano su come si stia progredendo in questo ambito. Esperienze che spaziano negli ambiti più disparati: dalla ricerca scientifica alla medicina, dal Marketing al Risk management.
«Innovazione e conoscenza sono oggi le parole chiave. Grazie alla competenza che abbiamo costruito insieme ai partner, le realizzazioni che mettiamo in campo sono concrete», ha sottolineato Icardi.
La concretezza si conferma anche attraverso i programmi di formazione dedicati ai giovani, che puntano a preparare i Data Scientist, nuova figura professionale specializzata nell’analisi e interpretazione dei dati, sempre più ricercata: 140 i ragazzi invitati all’evento. «Continuiamo a investire sui giovani: ne abbiamo formati già 1000 e molti hanno trovato un’occupazione stabile. Investire su formazione e creazione di competenze è un passo necessario», ha detto Icardi.
Big Data al CERN di Ginevra
Una testimonianza di quali siano le potenzialità dell’analisi dei data è stata fornita da Alberto Di Meglio, CTO di CERN Openlab, un tempio della scienza, che testimonia come oggi la ricerca possa essere fatta solo attraverso l’analisi dei dati. Al CERN lavorano più di 10mila scienziati provenienti da 60 paesi diversi, impegnati in 4 differenti progetti di ricerca resi possibili dal Large Hadron Collider (LHC) il più potente acceleratore di particelle mai costruito dall’uomo per rispondere alle domande fondamentali della natura e dell’universo.
«Noi conosciamo solo una parte molto piccola dell’universo: il 95% è materia oscura e i ricercatori cercano di dare una risposta attraverso l’LHC. Qui le particelle si scontrano per vedere come sono fatte all’interno: solo una collisione ogni milione è di interesse».
«Nell’anello – ha continuato Di Meglio – ci sono 4 detectors, con 15 milioni di sensori che raccolgono le informazioni dalle collisioni, generando Petabyte di dati ogni secondo. Una quantità che noi con sistemi sofisticati riduciamo ad alcuni Gigabyte, che vengono archiviati, analizzati e distribuiti anche in altri laboratori nel mondo».
Appare chiara, da queste cifre, l’importanza degli strumenti che consentono di analizzare i dati, oltre che di nuove competenze: al Cern è sempre aperta la ricerca di ingegneri, matematici, programmatori, statistici, fisici e altre nuove figure con conoscenze multidisciplinari.
Sul palco del SAS Forum, altre testimonianze sono state portate da Claudio Contini, presidente e AD di Telecom Italia Digital Solutions, Fabio Sbianchi, AD e fondatore di Octo Telematics, Daniele Tognaccini, direttore del Centro di Ricerca Scientifica di MilanLab, Federico Capeci, Fondatore e AD di Duepuntozero Research, Odoardo Ambroso, Managing Director di DoxaCRM, Valerio Cencig della Direzione Centrale Pianificazione e Controllo di Intesa Sanpaolo, Roberto Monachino, CFO Head di UniCredit Group.