«Ho conosciuto la portata rivoluzionaria del modello Olivetti attraverso la conoscenza diretta di Alessandro Sartor e Francesco Novara. Ho capito come un sogno imprenditoriale sia una forza propulsiva per migliorare la qualità della vita delle persone, delle famiglie, della comunità; come il profitto sia un dovere, perché se non crei ricchezza non la puoi distribuire».
Sono le parole di Enrico Loccioni, Presidente del Gruppo Loccioni, specializzato nello sviluppo di sistemi automatici di misura e controllo, con installazioni in oltre 40 paesi del mondo e circa 70 milioni di euro di fatturato. Ha circa 370 addetti ed è terza classificata da Great Places to Work tra le PMI dove si lavora meglio, oltre che unica italiana sul podio.
«È grazie alla ricchezza che perseguiamo caparbiamente, andando a cercare lavoro in tutto il mondo per svilupparlo sul territorio, che possiamo continuare ad offrire, anche in questi anni difficili, opportunità di lavoro e di crescita a tanti giovani laureati e diplomati; sforzandoci senza sosta, come ci insegna la lezione di Adriano, di vedere l’invisibile, di cogliere al volo le opportunità, di ascoltare i mercati, mettendoci continuamente in gioco, con coraggio», afferma Loccioni.
L’imprenditore spiega che da Olivetti ha imparato che è solo attraverso le persone, la cultura, la qualità della vita, la bellezza, che un’impresa può davvero generare ricchezza. Sono molti i progetti del Gruppo che si ispirano all’esperienza di Adriano: dall’integrazione con la scuola nel progetto Bluzone, alla dimensione ludica come forza creativa e innovativa con la Play Factory (un’organizzazione orizzontale, in cui si cresce per merito e passione), dalla formazione allargata alle famiglie dei collaboratori, alla qualità degli ambienti di lavoro, dalla promozione e cura del territorio con il progetto LOV, alla riqualificazione di due chilometri del fiume Esino.
«Guardare al modello Olivetti significa per noi andare a cercare in quell’esperienza potente di pensiero e di concretezza i semi del futuro che gli Olivetti hanno lasciato per noi», afferma Enrico Loccioni.