Nell’ambito del processi di digitalizzazione del Paese è ormai chiaro il ruolo chiave delle attività di dematerializzazione, che rispondono ad esigenze di integrazione ed ottimizzazione dei processi, dai quali riemergono risorse “sommerse” da reinvestire in competitività. La Fattura Elettronica è infatti uno dei tre progetti considerati prioritari per la creazione dell’Agenda Digitale Italiana.
Con tale premessa Liliana Fratini Passi, Direttore Generale del Consorzio CBI (nella foto), sottolinea che «in linea con la sua storia e proprio con riferimento allo scenario economico domestico ed internazionale, il Consorzio CBI – con i suoi 600 istituti finanziari consorziati che offrono servizi informativi, dispositivi e di Fattura Elettronica a oltre 920.000 imprese, nonché servizi evoluti alla Pubblica Amministrazione – già lo scorso 6 dicembre 2013 ha rilasciato una nuova funzione CBI “Fattura PA” che consente ad un Consorziato di interfacciarsi con il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, gestito da Sogei, per l’invio di Fatture Elettroniche per conto dei propri clienti aziende creditrici e la ricezione di fatture elettroniche per conto delle proprie clienti PA debitrici».
«La collaborazione con le istituzioni sul tema fattura – continua Fratini Passi –, nata in concomitanza con la stesura del primo decreto sulla Fatturazione Elettronica (nel 2008), ha permesso al Consorzio di prendere parte ai principali tavoli di lavoro, costituiti in ambito nazionale e internazionale, proponendosi peraltro quale soggetto super partes nel rapporto PA-industria bancaria per abilitare lo scambio di Fatturazione Elettronica B2G (Business to Government)».
Tali lavori hanno condotto alla pubblicazione del secondo Decreto Attuativo riguardante l’obbligatorietà di utilizzo della fattura elettronica verso la PA, che si auspica sia il vero volano per l’adozione nel mercato B2B. «L’esperienza acquisita in questo ambito costituisce un prezioso asset che l’industria bancaria mette a disposizione dell’azione del Governo – afferma Fratini Passi –. Questo vale sia da un punto di vista tecnico, ovvero per il supporto all’individuazione di standard interoperabili a livello europeo che conducano all’ottimizzazione del rapporto costi/benefici, sia per le imprese private che per l’amministrazione pubblica, sia da quello della regolamentazione, per la costruzione di un supporto normativo che garantisca il pieno sviluppo delle iniziative e la valorizzazione di quelle in essere, mantenendo tutti i requisiti per un effettiva competitività del sistema Paese».
A tal riguardo la riusabilità di infrastrutture già disponibili e ampiamente diffuse nel mercato bancario, quale la rete CBI con 920.000 imprese utenti, costituisce un asset importante per il Paese, in quanto consente sia alla PA sia ai soggetti che interagiscono con essa (cittadini ed imprese) di accedere agevolmente a servizi bancari dispositivi, informativi e documentali in modalità integrata, facilitando l’accesso a servizi evoluti offerti in modalità competitiva dai singoli istituti finanziari (ad esempio anticipo fattura, archiviazione, gestione delle dispute).