I Supply Chain Manager del settore Retail prevedono aumenti di fatturato per quest’anno, e stanno adottando strategie più aggressive, con investimenti soprattutto nell’infrastruttura di order fulfillment. Secondo il quarto Annual Retail Supply Chain Report, condotto dalla Auburn University (USA) e dalla Retail Industry Leaders Association, e sponsorizzato da JDA, l’atteggiamento positivo dei manager nasce appunto dalla previsione di un aumento delle vendite anno su anno trainato dal commercio online e mobile.
Lo studio raccoglie le opinioni dei principali operatori del Retail in Nord America per dedurre le tendenze, le best practice e le criticità principali in ambito supply chain.
Il controllo dei costi non è più la priorità
L’indagine rivela un atteggiamento diffuso di allontanamento dalla cautela espressa negli anni precedenti. La maggior parte ha spostato l’attenzione dal controllo dei costi verso una prospettiva più equilibrata, in cui servizio clienti e costi ricevono lo stesso trattamento nell’evoluzione delle decisioni relative alla supply chain. Questo distacco dalla riduzione dei costi come unica priorità è destinato a continuare nel 2014. Un numero crescente di Supply Chain Manager indica come propria prima priorità strategica la crescita delle vendite e il miglioramento del servizio al cliente.
Questa prospettiva, insieme alla necessità di espandere le capacità di soddisfare le richieste in un contesto Retail sempre più complesso, stimola gli investimenti in soluzioni di supply chain management. La tecnologia è la voce di spesa prioritaria per il secondo anno consecutivo, seguita dall’ammodernamento di infrastrutture e mezzi, e dal miglioramento del processo di evasione e consegna degli ordini. Gli investimenti in software e attrezzature continueranno a essere un’area di forte interesse. Oltre il 90% degli intervistati ha indicato che nel 2013 gli investimenti in tecnologia sono stati pari o superiori al 2012.
Inoltre emerge una forte necessità di soluzioni per allineare i canali di vendita diretta e quello dei negozi. A questo proposito il Senior Vice President della distribuzione di un grande retailer ha sottolineato: «Per noi migliorare la dotazione di strumenti di pianificazione è fondamentale. Dobbiamo migliorare l’integrazione tra pianificazione ed esecuzione nei nostri sistemi di gestione delle scorte».
Ordini dai negozi e diretti dai clienti: scorte separate o no?
La preoccupazione principale dei Supply Chain Manager è supportare la crescita delle vendite online e mobile. L’exploit del periodo natalizio, con vendite cresciute del 15% a 82 miliardi di dollari, ha ulteriormente accresciuto la consapevolezza dell’importanza di una gestione degli ordini e delle consegne puntuale, accurata ed efficiente. Quasi il 90% ha indicato che tutte le questioni legate all’evasione diretta degli ordini fino al consumatore esigeranno un livello maggiore di attenzione dei team di gestione della supply chain.
Con un rapporto di quattro a uno, i retailer intervistati attualmente supportano i clienti su diversi canali attraverso diversi metodi di evasione e consegna, piuttosto che con uno solo. I servizi di fulfillment integrato sono il meccanismo primario per circa il 40% dei retiler, mentre una percentuale simile si basa sul fulfillment dedicato o in outsourcing. Il restante 20% utilizza la consegna nel punto vendita come metodo preferito.
Un’opportunità cruciale è migliorare l’efficienza della gestione delle scorte nella supply chain. Tra i retailer che si affidano principalmente a un modello di fulfillment integrato – con una struttura condivisa per gestire sia gli ordini del punto vendita che quelli diretti dei clienti – oltre un quarto mantiene scorte separate per gli ordini diretti dei consumatori. Questi retailer, insieme a quelli che hanno centri di distribuzione per gli ordini direct-to-consumer, perdono l’opportunità di sfruttare le scorte in modo condiviso: a causa della duplicazione del magazzino, si ha un aumento degli investimenti e dei costi di trasporto.
Scorte direttamente nei negozi per contrastare i retailer online
L’evasione degli ordini diretti da location non tradizionali è un’altra opportunità. I Supply Chain Manager prevedono che le scorte tenute in negozio o presso il fornitore (cioè il produttore) assumeranno un ruolo più importante nei prossimi anni. Le scorte direttamente in punto vendita sono un modo per competere nella battaglia sempre più accesa con i rivenditori online, che promettono consegne in giornata. L’evasione diretta degli ordini da parte dei fornitori invece aiuta i retailer a ridurre i rischi di stockout, gli investimenti in impianti di distribuzione, e il costo del lavoro per l’evasione degli ordini.
Un’ultima opportunità deriva dall’integrazione nella supply chain dei canali dei punti vendita dei retailer con quelli diretti ai consumatori. Anche se un numero crescente di rivenditori sta centralizzando la responsabilità di gestione delle consegne omni-channel in un unico gruppo, molti sviluppano strategie e sistemi informativi di supply chain management autonomi per questi due canali. Questi scollamenti rendono difficile sviluppare piani unificanti di visibilità della domanda, dei livelli di magazzino e delle risorse sull’intera azienda.
I principali motivi di preoccupazione
I Supply Chain Manager del settore Retail, oltre alla necessità di diventare più esperti sulle soluzioni omni-channel, hanno rivelato diversi elementi di preoccupazione nelle interviste. Un tema molto citato per esempio è l’esigenza di esperti e di competenze specifiche di supply chain. Durante la recessione molti retailer hanno ridotto gli investimenti in formazione, sviluppo e assunzioni. Questo ha generato una carenza di professionisti ben preparati e pronti ad assumere ruoli di maggiore responsabilità. Su questo tema l’Executive Vice President di un retailer dichiara: «Non si può mai dimenticare il talento. Abbiamo i talenti giusti per poter sostenere i nostri obiettivi futuri? Se qualcuno mi chiede cosa mi tiene sveglio la notte, la risposta è questa».
Di conseguenza, trovare i migliori talenti è una delle principali sfide per i manager del Retail. Le crescenti complessità in ambito di supply chain management combinate con la ripresa dell’economia hanno creato una carenza di skill specialistici. «Abbiamo bisogno di attrarre i talenti migliori e di aiutarli a capire che ci sono opportunità nelle supply chain del settore retail che sono del tutto all’altezza di quelle nei settori dei beni di largo consumo», osserva il Senior Vice President di una catena di discount.
Gli altri argomenti citati come principali sfide attuali dai Supply Chain Manager del settore Retail comprendono la difficile prevedibilità degli impatti dei nuovi provvedimenti di legislatori e regolatori, il crescente potere competitivo di Amazon e dei retailer online, la necessità di definire e mitigare i rischi, e l’esigenza di soluzioni analitiche più potenti e precise.