Il rischio di credito, o credit risk, influenza in modo significativo la salute di ogni azienda. L’affidabilità nei pagamenti dimostrata dai clienti e, più in generale, dalle controparti commerciali è fondamentale per garantire all’organizzazione la liquidità necessaria per far fronte quotidianamente ai propri impegni. Clienti che pagano con ritardo o, peggio, non pagano affatto i propri debiti compromettono la stabilità finanziaria dell’impresa e, nei casi più gravi, la spingono verso il baratro della crisi minando la sua sopravvivenza futura. Stimare e gestire in modo preventivo il credit risk è, quindi, una necessità strategica per il direttore finanziario, il CFO o il responsabile dell’ufficio tesoreria. Software e servizi digitali oggi permettono di farlo in modo efficace.
Il nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza
La crisi di liquidità, quindi l’incapacità di far fronte ai pagamenti, è la principale causa d’insolvenza per l’azienda e un viatico verso la chiusura delle attività. Lavorare sul corretto bilanciamento del portafoglio clienti e la prevenzione delle situazioni di crisi per contenere il credit risk è quindi un obbligo più che un consiglio. Oggi è possibile prevenire ritardi e insoluti nel regolamento delle fatture attraverso una conoscenza più approfondita delle controparti commerciali. Una necessità sempre più impellente, specie dopo l’entrata in vigore del nuovo “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”, il 16 marzo scorso. Il decreto legislativo ha riformato in modo radicale la disciplina delle procedure concorsuali, nell’ottica della maggior tutela della capacità imprenditoriale. L’obiettivo del legislatore è garantire per quanto possibile il proseguimento delle attività dell’azienda, allontanando il rischio di fallimento. La normativa obbliga le aziende a dotarsi di sistemi efficaci di Enterprise Risk Management, quindi di strumenti, servizi, software e assetti organizzativi idonei a gestire in modo più accurato il rischio, e il rischio di credito in particolare, garantendo flussi di liquidità più stabili nel tempo.
Perché è importante tenere sotto controllo il rischio di credito
La 7° edizione dell’osservatorio congiunto Cineas – Mediobanca sul Risk Management evidenzia una correlazione positiva tra gestione integrata dei rischi e risultati economici: le realtà più attente alla gestione dei rischi ottengono un aumento del 34% nel ROI (ritorno sugli investimenti) e del 39% del ROE (ritorno sulla redditività del capitale proprio). Le aziende iniziano ad accorgersi dei benefici di un risk management organico, tanto che nell’ultimo anno di osservazione il numero di imprese che gestisce i rischi in modalità integrata è più che raddoppiato, passando dal 17,2% al 37,5%. Nell’ambito del risk management, il credit risk rappresenta una delle componenti principali da monitorare.
Come ridurre il credit risk
La capacità di prevenire possibili situazioni di illiquidità migliora lo stato di salute finanziario dell’azienda e, parallelamente, il suo giudizio di affidabilità creditizia. La possibilità di accedere a finanziamenti esterni con facilità e a costi contenuti permette all’impresa di essere ancora più competitiva e ampliare la propria attività. Ma come è possibile ridurre il credit risk gestendolo in ottica preventiva? I fattori da tener presenti per valutare il rischio d’insolvenza dei clienti sono numerosi e non è facile monitorarli al meglio se non si hanno i giusti strumenti: abitudini e modalità di pagamento, anzianità del credito maturato, eventuali ritardi già verificati. Gli obiettivi di incasso devono essere individuati sulla base delle caratteristiche del portafoglio clienti e delle previsioni di spesa. Un modello spesso utilizzato dalle banche e da molti investitori per valutare il credit risk è quello delle 5C. Eccolo più in dettaglio.
Le 5C del credit risk: carattere
Questa parte del framework fa riferimento alla storia del credito e alla reputazione dell’azienda debitrice. La possibilità di valutare la solvibilità passata di un’organizzazione permette di inquadrare immediatamente la controparte commerciale. Una gestione oculata del rischio di credito non può prescindere dal valutare in modo attento il carattere del debitore.
Le 5C del credit risk: capacità (o cash flow)
La capacità misura l’abilità del debitore di far fronte ai propri impegni sulla base della liquidità prevista (cash flow) e del carattere più o meno ricorrente dei debiti contratti.
Le 5C del credit risk: capitale
Il capitale misura la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni commerciali non solo attraverso la liquidità ma anche tramite gli investimenti in conto capitale.
Le 5C del credit risk: asset “collaterali”
Per valutare il rischio di credito di un’azienda, specie una PMI, occorre tenere in conto il valore degli asset, sia quelli aziendali sia quelli personali, eventualmente utilizzabili come garanzia.
Le 5C del credit risk: condizioni
L’azienda dovrà considerare le condizioni di contesto del debitore, sia quelle della sua attività sia la situazione economica in generale.
Come capire se il cliente è solvibile: il ruolo della tecnologia
La gestione del credit risk è un processo strutturato che oggi utilizza sempre più spesso strumenti e servizi digitali per stimare la probabilità d’insolvenza dei clienti e agire in modo predittivo per contenerne le conseguenze negative. I servizi di credit risk mettono a disposizione delle aziende informazioni utili a stimare l’affidabilità delle aziende debitrici. I software utilizzano le tecnologie di Enterprise Content Management, i Big Data Analytics e l’Artificial Intelligence per ricavare insight e stime veritiere sulla solvibilità dei clienti. Per il CFO o il responsabile del team tesoreria è quindi possibile grazie a queste offerte garantirsi quella data quality che è oggi un requisito indispensabile per supportare al meglio i processi di decision making, anche quelli che riguardano l’opportunità di collaborare o meno con una controparte commerciale.
Il valore della data quality nella gestione del rischio di credito
La gestione oculata del credit risk si inserisce in un processo più ampio di gestione della data quality. La prevenzione del deterioramento dei crediti commerciali è, infatti, strettamente connessa alla possibilità concessa ai decision maker finanziari – il CFO, il capo della tesoreria, il direttore finanziario – di basare le proprie decisioni strategiche su dati affidabili, sempre aggiornati, accurati, coerenti, completi, univoci e integrati. Ecco perché la data quality gioca un ruolo chiave nei processi di credit risk più efficaci, quelli che permettono di valutare in anticipo la reale solvibilità di un cliente.
2C Solution e Cerved unite per un risk management efficace
L’avvento della fattura elettronica ha moltiplicato le opportunità per l’impresa di accedere a dati e informazioni rilevanti sulla solvibilità delle controparti commerciali. Se, poi, l’Enterprise Content Management si innesta in un sistema più ampio di governo dei Big Data, ecco che l’azienda si ritrova in mano un potente strumento di gestione intelligente del rischio di credito. Proprio questo assunto è alla base dei servizi di credit risk che nascono dalla collaborazione tra lo specialista di document management 2C Solution e il colosso di gestione delle informazioni commerciali Cerved. La possibilità di arricchire le informazioni provenienti dai database Cerved – che monitorano con continuità oltre 6 milioni di imprese italiane – con i dati provenienti dalle soluzioni di gestione della fatturazione elettronica di 2C Solution assicura ai direttori finanziari quella data quality che si rivela essenziale per migliorare i processi decisionali e, in definitiva, la competitività dell’azienda.