Nuove tecnologie, allocazione consapevole dei budget, conoscenza dei mercati e dei target, industrializzazione e automazione dei processi di vendita e logistici: queste sono solo alcune delle competenze di cui deve dotarsi oggi un imprenditore che si approccia per la prima volta alla digitalizzazione.
Sebbene questo possa sembrare uno scenario complesso, è altrettanto reale. La digitalizzazione è spesso un processo sottostimato, con conseguenti ritardi o errori nella gestione dei budget proprio da parte di quelle aziende che, invece, dovrebbero dotarsi di una strategia digitale efficace e correttamente posizionante.
E per quelle aziende che trovano il proprio core business in ambito digital? Ecco, è proprio qui che inizia la parte interessante.
Oggi la digitalizzazione e la globalizzazione consentono a qualunque azienda nel mondo di competere con qualsiasi altra, a prescindere dalle dimensioni o dalla nazionalità, allargando il concetto stesso di “competizione”.Secondo l’ Osservatorio eCommerce 2019 degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico quest’anno gli acquisti sul web degli italiani supereranno i 31,5 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto al 2018.
Questo perché oggi posso comprare un prodotto con il mio cellulare mentre sto andando al lavoro in metropolitana, acquistandolo da un vendor dall’Asia, praticamente alle medesime condizioni che mi permetterebbero di farlo al negozio sotto casa. Questo implica un’incredibile opportunità per i consumatori e per le aziende, ma crea inevitabilmente la necessità, da parte di queste ultime, di posizionarsi (ipoteticamente) prime rispetto a qualsiasi altra impresa al mondo, per raggiungere la domanda alla quale i loro prodotti o servizi rispondono.
In questo contesto senza barriere, sia iper-dinamico che iper-competitivo a causa del gran numero di partecipanti alla stessa corsa, cosa può oggi spostare l’attenzione di un consumatore, consentendogli di scegliere un’azienda rispetto ai suoi molteplici competitor?
La risposta è molto semplice: il consiglio di un amico che ha già acquistato quel prodotto.
Nel 2019, gli utenti attivi al mondo sui social superano i 3,44 miliardi: circa il 45% della popolazione mondiale, infatti, ha un account registrato su una piattaforma di condivisione di contenuti con propri amici o follower. Anche in Italia questo dato è confermato: il 57% dei cittadini italiani è iscritto a Facebook, Instagram e altri social network, sui quali in media vengono spese 2 ore al giorno.
Quando pensiamo ai consumatori di prodotti e agli utenti che comunicano sui diversi social media, in realtà stiamo pensando esattamente alle stesse persone.
Se consideriamo poi che ogni giorno ci vengono proposte pubblicità che dovrebbero indurci a comprare nuovi prodotti ma che finiscono, invece, per stancarci e perdere la loro efficacia, generando l’effetto contrario a quello per cui sono state concepite, comprendiamo che è sicuramente l’esperienza di qualcuno di cui possiamo davvero fidarci la più efficace tra le leve del marketing.
Cos’è il Social Commerce
Nasce così il concetto di Social Commerce: si tratta di piattaforme online all’interno delle quali gli utenti hanno la possibilità di scambiarsi consigli in merito ai propri acquisti e confrontarsi in modo proattivo o semplicemente osservando gli acquisti effettuati dai propri amici e contatti. Non a caso, il social commerce si conferma essere uno dei trend nell’ambito dell’e-commerce per il 2019 e lo sarà anche il prossimo anno.
Ad oggi non esistono molti Social Commerce, ma il mercato trainato dai Big Player si sta muovendo con l’obiettivo di ridurre il più possibile la distanza tra l’utente social ed il suo alter ego consumatore sugli e-commerce, al fine di raggiungerli entrambi e, di conseguenza, arrivare anche alle relative cerchie di amici o follower per effetto del WOM Marketing (Word Of Mouth), ovvero il marketing del passaparola digitale che sta rivoluzionando il modo di vendere e acquistare online.
A oggi Instagram è la piattaforma che meglio mette in connessione l’utente social con il suo animo consumer. Questa piattaforma è negli anni diventata sempre più una vetrina di prodotti, una piattaforma dove trovare ispirazione per i propri acquisti e, soprattutto, un luogo dove gli utenti si scambiano consigli ed esperienze d’uso. Ogni utente è in questo senso un influencer per la sua rete di contatti, prescindendo dalle numeriche della sua follower base. Questa tendenza non è sfuggita ai brand più maturi in ambito digitale che stanno già lavorando sui propri clienti con l’obiettivo di renderli dei veri e propri social ambassador.
Nel nostro Paese, ben 19 milioni di persone hanno un account Instagram e l’80% di questi segue le pagine dei brand visitando almeno una volta al giorno la pagina di un’azienda. Ma non basta: Instagram si è dimostrata la piattaforma ideale per le attività di digital marketing: il brand engagement su Instagram, infatti, è 10 volte superiore a quello su Facebook, 54 volte a quello su Pinterest e 84 volte a quello su Twitter.
Oltre 25 milioni di aziende hanno un account Instagram, di queste oltre un milione sono inserzionisti attivi: una chiara indicazione del potenziale della piattaforma nell’aiutare le aziende a raggiungere e coinvolgere il proprio target.
La continua evoluzione e crescita di questa piattaforma, sta integrandosi sempre più con il settore dell’e-commerce. E, se dunque questi due mondi sembrano essere destinati a crescere e incontrarsi, nei prossimi mesi sentiremo sempre più parlare di social commerce, che si configura come la nuova frontiera degli acquisti online.